di Fiona Diwan
Da 15 anni non perde pubblica occasione – da tribune mediatiche, tv e teatri, per sputare insulti razzisti su Israele e gli ebrei, accusati di “pornografia della memoria e di essere trafficanti di schiavi”. Alle elezioni europee del 7 giugno 2009 si presentò con un partito, la Lista Antisionista per un’Europa Liberata, che specie in certi quartieri dell’Ile de France, riuscì a portare a casa risultati affatto trascurabili.
A fine marzo scorso è volato in Libia in sostegno di Gheddafi, per protestare contro “l’aggressione occidentale” e rispondere così al suo “peggior” nemico, il filosofo Bernard Henri-Levy, che aveva preso pubblicamente posizione a favore dell’intervento internazionale in Libia. Riparandosi dietro il vessillo della libertà di satira e del diritto all’umorismo, continua da anni a irridere e negare la Shoah, malgrado denunce e condanne in Tribunale: due anni fa invitò sul palco di un suo spettacolo il negazionista Robert Faurisson a cui fece consegnare un premio da un finto deportato ebreo. Ma, naturalmente, lui stava scherzando. Stiamo parlando di Dieudonnè M’bala M’bala, comico francese tra i più popolari e osannati, idolo delle banlieu parigine e ora messo sotto inchiesta da un libro che ne svela le collusioni con l’estrema destra e l’estremismo islamista. La galaxie Dieudonnè (Editions Syllepse – 69, rue des Rigoles 75020 Paris www.syllepse.net 01.44.62.08.89), saggio appena uscito in Francia, contribuisce definitivamente a “smascherare un’impostura” e a gettare la maschera dal volto di una delle figure più inquietanti dello star-system d’Oltralpe. Un saggio che promette grande bagarre mediatica. Gli autori? Michel Briganti, giurista e membro del CRIDA (Centro di Ricerca, Informazione, Documentazione Antirazzista); Andrè Dechot, giornalista; Jean Paul Gautier, storico dell’estrema destra. “Nato ideologicamente a sinistra nel 1980, Dieudonnè si è progressivamente radicalizzato fino a operare una saldatura tra correnti dell’islamismo radicale e estrema destra”, dichiarano gli autori. E proseguono: “Nonostante le provocazioni, Dieudonnè continua a beneficiare di un capitale di simpatia non trascurabile. Tanto più pericoloso perchè il suo è un progetto politico ambizioso. Non a caso ama definirsi “trublion politique”, (un neologismo intraducible, crasi delle parole tourbillon e trouble, ndr), ma di fatto non è che un mistificatore. Come e perchè Dieudonnè è diventato il trait d’union del “fronte antisionista”? Intorno a quali assi politici si è costituito questo fronte? Quali le forze e gli obiettivi in gioco? Noi crediamo che il fenomeno Dieudonnè sia ben lungi dall’essere qualcosa di effimero e marginale. Questo partito a geometria variabile nato nel seno dell’estrema destra è il sintomo di un nuovo ciclo storico: è la rinascita delle destre autoritarie, nazionaliste e xenofobe che surfano sulle ideologie neoconservatrici dello scontro di civiltà”. Con questo saggio gli autori si propongono d’identificare i sintomi del fenomeno, lasciando ad altri il compito d’individuare il trattamento della malattia. E le domande sono numerose. Gli autori si chiedono: siamo davanti a una drammatica ma banale riattualizzazione del vecchio antisemitismo politico o non si tratta piuttosto dell’emergere di qualcosa di più complesso e nuovo? Chi sostiene veramente Dieudonnè? Le risposte sono nella storia, gli orientamenti, la rete nazionale e internazionale, i contatti (con Ahmadinejad e Jean Marie Le Pen, ad esempio), insomma i percorsi delle diverse componenti della galassia Dieudonnè che si dipanano lungo le pagine del libro-inchiesta. Un lavoro investigativo durato anni che si appoggia su fonti numerose, verificate e verificabili.