A fare scalpore non sono tanto le dimissioni da una delle società di comunicazione più chiacchierate e discusse degli ultimi mesi – la Casaleggio Associati, quanto piuttosto i motivi che ne stanno alla base e le riflessioni che ne seguono.
Enrico Sassoon ha comunicato oggi (domenica 23 settembre), con una lettera al Corriere della Sera, le sue dimissioni dalla Casaleggio Associati di cui era socio di minoranza dal 2004. I motivi alla base di una tale decisione sono due e diversi per portata e gravità. Il primo, spiega Sassoon, è legato alla speculazione operata dai media sulla sua appartenenza alla società dei Casaleggio. “I media hanno speculato in merito interpretando il mio ruolo come rappresentante di più o meno precisati «poteri forti» intenzionati a infiltrare, tramite la Casaleggio Associati, il blog di Beppe Grillo e, tramite Gianroberto Casaleggio, il movimento politico.”
“Me ne vado perchè i miei interessi personali e professionali sono altrove, ma anche per spezzare il filo delle speculazioni interessate”, scrive Sassoon.
Ma questo è solo il primo e meno grave fra i due motivi che hanno spinto Sassoon alle dimissioni. L’altro ha a che vedere con “la valanga” di calunnie e diffamazioni che circolano in Rete a carico di Sassoon su siti e blog di qualsiasi orientamento, e che riconducono tutti irrimediabilmente alla teoria del complotto: “da quelli di ispirazione esplicitamente nazi-fascista a quelli di tendenza diametralmente opposta (come i Meet Up di supporto a Grillo) passando per una varietà di blog e siti di varia natura che vanno dai circoli vegetariani a club politici o territoriali delle più diverse tendenze” – scrive Sassoon. “In questi luoghi la teoria assume i toni foschi del complotto pluto-giudaico-massonico di memoria zarista e hitleriana. L’attribuzione di rappresentante dei poteri forti origina da qui, per assumere contorni decisamente deliranti e razzisti”.
“Dal mio cognome ebraico si è risaliti a una famiglia con lo stesso nome che operava 250 anni fa nella Compagnia delle Indie che commerciava in droghe e spezie con Cina e India: tanto basta per vedermi associato, un quarto di millennio dopo, a una «potente dinastia di narcotrafficanti». E non si parla di un pazzo isolato: sono decine i siti che riportano queste piacevolezze, associandomi volta a volta a Bilderberg, Massoneria, Mossad, Illuminati, Lobby delle multinazionali, circoli esoterici e altre amenità di questo tipo da far impallidire Dan Brown o l’Umberto Eco del «Cimitero di Praga”.
“La cosa è seria”, osserva ancor Sassoon, “e va avanti da anni senza che alcuno di questi luoghi di indecenza ne sia mai stato chiamato a rispondere, sotto il profilo della controinformazione e della legge”.
Ma il problema per Sassoon va oltre le calunnie personali e riguarda più in generale il sistema della comunicazione sul web. La Rete, osserva Sassoon, è il “luogo democratico per eccellenza, al quale chiunque può accedere per dare voce alle proprie opinioni” ma “può diventare arena di violenza incontenibile, diffamazione incontrastabile, vera e propria delinquenza mediatica.”
Negli ultimi quattro anni secondo Sassoon, la situazione si è ulteriormente aggravata: la teoria del complotto e dei poteri forti, afferma Sassoon, “è stata acriticamente assunta anche dai media «ufficiali», ossia radio, televisione e carta stampata”.
“Avevo erroneamente giudicato tutto sommato sgradevoli ma innocui quei siti e blog, prevedendone un progressivo declino in funzione della palese idiozia dei riferimenti e argomentazioni”, scrive Sassoon, ma, aggiunge “mi sono dovuto ricredere quando due anni fa, nel numero 5/2010 di «MicroMega» è stato pubblicato un articolo di una ventina di pagine che riprendeva le elucubrazioni reperibili in Rete, rielaborandole in modo apparentemente neutrale e dando loro un crisma di credibilità. Da lì a filtrare nella stampa «ufficiale» il passo è stato breve. Il teorema dei poteri forti è stato da allora ossessivamente riproposto, sempre in totale assenza di verifica alla fonte, spesso senza nemmeno modificare espressioni e terminologia di altri articoli e servizi, in un trionfo di «copia e incolla». Di recente, ad esempio, ho avuto il dubbio privilegio di sentirmi associato su La7 dal direttore di Rai4 Carlo Freccero ai poteri forti e al Bilderberg, per la felicità degli ospiti presenti. Altri, come l’ex politico Gianni De Michelis, hanno dichiarato a Radio24 che certamente dietro al successo di Grillo si ritrova la «destra americana». Decine di articoli e servizi televisivi hanno sostenuto e sostengono ogni giorno il teorema dei poteri forti dediti a infiltrare il Movimento, non si sa bene se per legittimarlo o delegittimarlo. Un’informazione distorta e malata, che impone una seria riflessione.”
Enrico Sassoon, tre lauree (economia, scienze politiche e storia), è direttore responsabile della Harvard Business Review Italia. Fra i suoi incarichi più prestigiosi si ricorda la presidenza del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy. Sassoon è inoltre membro del Board dell’ Aspen Institute Italia.