Sud Africa: studenti chiedono l’espulsione dei colleghi ebrei

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di Paolo Castellano

Una delle tante manifestazioni contro Israele in Sud Africa
Una delle tante manifestazioni contro Israele in Sud Africa

Una brutta notizia di discriminazione contro gli ebrei arriva dal Sud Africa dove, presso la Durban University of Technology, il consiglio dei rappresentati degli studenti e l’alleanza della gioventù progressista hanno chiesto di togliere l’iscrizione ed espellere gli universitari ebrei che frequentano l’ateneo sudafricano.

«In qualità di SRC (Student Representative Council), ci siamo riuniti e abbiamo analizzato le vicende politiche internazionali. Abbiamo deciso che agli studenti ebrei, soprattutto a quelli che non sostengono la causa palestinese, venga tolta l’iscrizione all’università», ha dichiarato il segretario del SRC Mqondisi Duma a un giornale locale.

«Stiamo incrementando la nostra campagna che è rivolta al boicottaggio e all’isolamento di Israele: uno stato fondato sulla base dell’apartheid che secondo la legge internazionale e le diverse convenzioni ONU è un crimine contro l’umanità». La richiesta è stata immediatamente rigettata dal rettore che l’ha definita : «totalmente inaccettabile».

Lo scorso settembre un alto funzionario del governo legato al partito ANC aveva rinunciato a partecipare ad una conferenza organizzata dalla South African Jewish Board of Deputies che celebrava il ruolo degli ebrei nella lotta contro l’apartheid. La scelta è stata elogiata dai giovani simpatizzanti dell’ANC che avevano organizzato una protesta pro-palestinese contro l’evento.

Come scrive il giornalista di Tabletmag.com Yair Rosenberg, è scioccante che gli studenti anti-israeliani e sedicenti progressisti abbiano intenzione di cacciare fuori da un college in Sud Africa alcuni studenti non sulla base delle loro azioni, ma sulla base della loro identità. Intenzioni che richiamano alcune tragedie avvenute nel nostro recente passato. Più che a un boicottaggio, precisa il giornalista, questa manovra si accosta più a un pregiudizio nei confronti dei giovani di origine ebraica.

“È sbagliato e insensato collegare tutti gli ebrei alle azioni del Governo israeliano  – continua Rosenberg – ed è ingiusto adottare metodi illiberali per esprimere il proprio dissenso punendo una parte di cittadini che non c’entra nulla con le politiche internazionali”.