di Roberto Zadik
Una notizia del genere non poteva passare inosservata. Non si era mai visto un regista israeliano dirigere un film interamente in lingua araba e che esso finisse come candidato agli Oscar come pellicola in lingua straniera. A dare la notizia l’autorevole sito “Times of Israel” che si è soffermato sull’originalità di “Sand Storm”, “Tempesta sabbiosa” opera di debutto del regista Elite Zexer.
Come Eran Riklis col suo discutibile “Il giardino dei limoni”, un altro cineasta nato in Israele si avventura nel mondo arabo, ma questa volta protagonisti non sono più i palestinesi ma una famiglia beduina e le drammatiche vicende che la riguardano.
Vincitore di sei premi agli Ophir Awards, l’equivalente degli Oscar dati dall’Accademia israeliana per il cinema e la tv, ora il film è in corsa per le statuette statunitensi. I riconoscimenti e il successo della pellicola non finiscono qui: essa si è aggiudicata anche il Premio della Gran Giuria anche al Sundance Film Festival nella Sezione internazionale del Cinema drammatico.
Il film uscirà mercoledì 28 settembre negli Stati Uniti e aprirà il New York City Film Forum e questa “trasferta” americana rappresenta una tappa importante per il cinema israeliano e per la pellicola. Infatti nonostante la grande qualità dei film dello Stato ebraico e le varie candidature di diverse opere, nessuno ha mai vinto l’Oscar e forse questa potrebbe essere la prima volta. Stando al resoconto del sito Times of Israel e del Jerusalem Post, gli Ophir Awards sono stati, però, molto movimentati e accanto alle premiazioni ci sono state una marea di polemiche.
A suscitare l’indignazione di varie autorità israeliane, fra cui il ministro della Cultura e dello Sport, Miri Regev, l’esibizione del rapper arabo israeliano Tamer Nafar che ha cantato un brano incendiario ispirato a una poesia del controverso autore palestinese Mahmoud Darwish. Fischi, disordini e litigi hanno agitato l’evento e il Ministro durante il discorso precedente alla premiazione dei film è stata molto contestata dal pubblico in seguito all’apparizione di Nafar. Molto indignato per questo show altamente politicizzato e francamente fuori luogo, anche l’attore Roy Assaf noto per le sue idee di sinistra, talmente indignato dalle parole del rapper arabo ha provato a salire sul palco per esprimere tutta la propria rabbia ma è stato respinto, mentre Moshe Danon, capogruppo dell’Academy israeliana, ha tentato di calmare il pubblico infuriato.
Nonostante tutto questo tumulto, la premiazione, alla fine c’è stata e “Sand Storm ha vinto due importanti riconoscimenti, come Miglior Film e il regista si è aggiudicato il premio come Miglior Regista. L’autrice ha commentato di come nel cast del film si realizzi il sogno di pace e tolleranza fra fedi e culture perché nella sua pellicola ci sono ebrei, musulmani e cristiani che hanno collaborato assieme con grande affiatamento e cooperazione.