di Roberto Zadik
Uno spettacolo sconvolgente. Entrando nel lager polacco di Auschwitz un gruppo di turisti israeliani in visita nel suo museo è rimasto scioccato dalla vista di una serie di docce sistemate proprio davanti all’ingresso dell’edificio dal management.
A dare la notizia di questa trovata di pessimo gusto è l’articolo del giornalista israeliano Ithamar Echner apparso sul sito Ynet che ha sottolineato lo sbigottimento della comitiva israeliana e il fatto che, appena scesi dall’autobus, tutti i suoi componenti le hanno subito associate alle camere a gas. Subito gli amministratori del museo si sono scusati dicendo che “non volevano offendere i sentimenti dei visitatori”, ma ormai il danno era già stato compiuto.
Come racconta uno del gruppo, Meyer Bolka “ero sconvolto. E’ stato un pugno nello stomaco, ho camminato verso la reception dell’edificio per chiedere spiegazioni e ho domandato all’impiegata il perché di quelle docce. Mi ha risposto che era per il caldo. Io alterato le ho detto che, con tutto il dovuto rispetto, esse mi ricordano le camere a gas. Lei mi ha risposto di essere molto dispiaciuta per questo”. Una scena molto forte e a tratti paradossale.
Secondo Bolka, i giovani israeliani che si recavano al museo usavano quelle docce per rinfrescarsi dalle elevate temperature estive ma la posizione di quelli aggeggi scatenava la rabbia fra i visitatori più anziani che le associavano agli orrori dei campi di sterminio. Egli ha aggiunto che “in un luogo tanto tragico come questo avrebbero dovuto pensare al tipo di significato associato a queste docce. Se vuoi veramente che la gente si rinfreschi devi trovare un’altra soluzione. Non era un bello spettacolo vedere quelli irrigatori.”
Il museo di Auschwitz ha risposto che con quelle docce non volevano ferire nessuno e che erano un modo per permettere ai visitatori di rinfrescarsi nelle giornate più calde dell’anno. Il museo valuterà se l’attuale posizionamento delle docce potrà andare avanti nei prossimi mesi.