Gerusalemme, due morti e sei feriti il bilancio di un attacco alla fermata dell’autobus

Israele

Yossi Kirma e Levana Malihi, le due vittime dell'attentato terroristico a Gerusalemme di domenica 9 ottobre
Yossi Kirma e Levana Malihi, le due vittime dell’attentato terroristico a Gerusalemme di domenica 9 ottobre

Si chiamavano Yosef Kirma, 29 anni, e Levana Malihi, 60 anni, i due israeliani morti in sgeuito a un attentato terroristico a Gerusalemme domenica 9 ottobre. Lui, un sergente di polizia, lei, un ex impiegata della kenset, sono stati colpiti dall’assalitore giunto in auto, che ha aperto il fuoco nelle vicinanze del Comando centrale della polizia israeliana nella ‘Ammunition Hill’, sparando prima contro le persone che erano in attesa alla fermata della ferrovia leggera, poi contro una donna seduta in auto lì vicino. Poi è fuggito in direzione del quartiere arabo di Sheikh Jarrah dove è stato intercettato da una pattuglia di poliziotti in moto. L’uomo è sceso dall’auto ed ha cominciato a sparare prima di essere ucciso: uno degli agenti è rimasto ferito gravemente nel conflitto a fuoco.

Il terrorista, Mesbah Abu Sabih, residente nella zona di Silwan a Gerusalemme Est, doveva iniziare un periodo di detenzione in un carcere israeliano per scontare una reclusione di 4 mesi impostagli in seguito alla diffusione su Facebook di messaggi inneggianti alla lotta armata contro Israele. L’uomo militava nel Morabitun, un movimento di attivisti islamici messo fuori legge un anno fa dalle autorità israeliane. Da parte sua il ministro della Sicurezza Interna, Gilad Erdan, ha collegato “direttamente” l’attentato odierno “alla incitazione diffusa nelle reti sociali”.

Da quando sono ricominciati gli attacchi, poco più di un anno fa, 34 israeliani e due turisti americani sono stati uccisi, in gran parte in aggressioni con coltello. Nello stesso periodo di tempo sono stati uccisi 218 palestinesi; secondo le autorità israeliane, nella massima parte si trattava di attentatori.