di Daniel Fishman
A Milano in Piazza Tripoli c’erano già due targhe in ricordo del Premio Nobel Yitzhak Rabin, che furono rotte in un atto vandalico, il Municipio 6 e il suo Presidente Santo Minniti, hanno deciso di fare sì che al di là del semplice ricordo, si svolgesse ogni anno un avvenimento dedicato al tema della pace. Così è stato domenica 27 Maggio 2018, 1° edizione di Giardini per la Pace, evento che ha coinvolto la Comunità Ebraica di Milano, rappresentata dal Presidente Raffaele Besso.
L’evento ha voluto dimostrare attraverso diverse attività che si può e ci si deve concretamente attivare per raggiungere un ideale, spesso auspicato, ma poco realizzato.
A tal fine i gruppi scout dell’Agesci, della CNGEI e dell’Hashomer Hatzair hanno svolto in questi mesi preparatori all’evento, un progetto pedagogico dedicato. E il 27 maggio hanno attivato giochi, dinamiche, balli, discussioni tra tutti i loro membri.
I più grandi di loro si sono invece incontrati con la rappresentante della Repubblica Ceca, paese che ha pacificamente deciso di dividersi dalla Slovacchia, un caso più unico che raro nella recente storia europea.
Con loro anche il Presidente dell’Anpi di Milano, Roberto Cenati, e Paola Senigallia del Keren Kayemet Leisrael.
Nel corso della mattinata i bambini più piccoli hanno invece costruito una gigantesca infiorata sempre sul tema della pace.
La manifestazione si è chiusa con la piantagione di un ulivo offerto dal KKL, che è stato inserito all’interno di una scultura per la pace realizzata dagli studenti del Liceo artistico Boccioni.
Per un effetto generale carico di allegria, calore, colori per la soddisfazione delle centinaia di presenti.
Intervista a Santo Minniti, Presidente Municipio 6
di Redazione
Come è nata questa iniziativa dei Giardini per la Pace?
L’idea dell’iniziativa nasce il 30 Aprile 2017, appena ricevuta la notizia che qualche fanatico aveva vandalizzato le targhe del giardino di piazza Tripoli intitolato ad Yitzhak Rabin. L’iniziativa nasce dall’urgenza di fare qualcosa per reagire all’offesa ingiusta alla memoria di un uomo giusto. E anche dall’esigenza di reagire a questo antisemitismo che rialza la testa e desta preoccupazione, e ci richiede di essere presenti e vigili.
Come Municipio abbiamo deciso di affrontare questo spiacevole evento portando avanti una operazione-verità: far conoscere il messaggio di pace e di dialogo promosso dal Presidente Rabin, quello stesso messaggio che gli costò la vita. Perché onorare la memoria di chi si è battuto per una società migliore è dovere delle istituzioni.
Cosa vi ha fatto propendere per questa scelta?
Viviamo in una società che troppo spesso fa del conflitto lo strumento di confronto, anziché fare del confronto lo strumento per evitare il conflitto. Per questo l’idea, nata da un dialogo con Davide Romano, di far diventare Piazza Tripoli un giardino in cui simboleggiare la pace ed il dialogo tra i popoli. Davide ha coinvolto nell’iniziativa Daniel Fishman; è nata da lui l’idea di rappresentare attraverso le attività sinergiche dei diversi gruppi scout il tema dell’interazione tra culture, principale strumento di pace. In questo percorso ha anche coinvolto il Liceo Artistico Boccioni, che con la sua opera (una scultura raffigurante una pistola da cui nasce un ulivo, ndr) simboleggia il fatto che la pace è frutto di un percorso, di una crescita, di una messa in discussione. E poi l’infiorata: un disegno costruito a più mani, dove la singola manciata di sabbia colorata non ha senso presa da sola, ma lo assume assieme a tutte le altre, in un risultato finale che vale più della somma dei singoli pezzi. Un messaggio che rende bene il senso dell’essere comunità.
In questa zona è fortemente presente la Comunità ebraica. Come pensa possa contribuire nelle dinamiche del territorio?
Il territorio è un contenitore, ciò che lo rende vivo è il suo contenuto. Per questo come Municipio abbiamo fatto una scelta chiara: lavorare con i cittadini e per i cittadini. Realtà importanti, storiche, che caratterizzano lo stesso territorio fino ad identificarlo (il c.d. “Quartiere Ebraico”, ndr) non possono che essere interlocutori imprescindibili e attori privilegiati di questo percorso di costruzione comune.
L’obiettivo è lavorare assieme per promuovere conoscenza reciproca e relazioni, tra cittadini e tra culture. Un territorio che scambia esperienze, conoscenze e obiettivi è un territorio più ricco, più dialogante e più pacifico. Il ruolo della Comunità ebraica in questo è determinante.
Quali sono le maggiori trasformazioni in atto nel Municipio 6 e su quali progetti punta di più?
Il Municipio 6 è molto vasto, dal naviglio Pavese al Bisceglie, passando per la Barona, il Giambellino, il quartiere Solari, la Darsena. Una grande città, con 150.000 abitanti e 18 km quadrati di estensione. Ciascun cittadino e ciascuna via meritano la nostra attenzione e il nostro impegno.
È un territorio in grande trasformazione, ed è proprio la gestione di queste trasformazioni a richiedere maggiori energie: la costruzione della Metropolitana M4, una grande opportunità per i nostri quartieri ma anche un costante lavoro di mediazione delle difficoltà di commercianti e residenti; gli Scali Ferroviari, una delle più grandi trasformazioni urbanistiche degli ultimi decenni ma anche un lavoro di progettazione che parta dal territorio; la riqualificazione del quartiere Giambellino-Lorenteggio, una delle nostre periferie più difficili che ospiterà una biblioteca di importanza metropolitana. Potrei continuare a lungo, i progetti sono molti e tutti importanti, ma il nostro lavoro non si esaurisce solo in questo.
Di cos’altro si occupa il Municipio?
Accanto ai progetti c’è la cura quotidiana del territorio. Dalla manutenzione delle strade a quella delle scuole, dalla cura del verde alle iniziative culturali e di socializzazione. Nel solo 2017 abbiamo fatto interventi di manutenzione straordinaria in oltre 10 parchi, con particolare attenzione a quelli fuori dalla cerchia della circonvallazione, nella così detta “periferia”. Abbiamo investito oltre 2 milioni di euro in interventi di manutenzione delle scuole e investiremo oltre un milione di euro sul potenziamento dell’illuminazione. Molti cantieri di manutenzione stradale sono partiti negli scorsi mesi e altri ne partiranno nei prossimi.
La città è un corpo vivo, richiede cura quotidiana ma anche una tensione alla crescita e al miglioramento.
Questo è il nostro lavoro: creare le condizioni per la garantire la qualità della vita di ogni giorno, ma anche spingere il territorio verso un miglioramento futuro. Perché un quartiere più prospero garantisce maggiori opportunità a tutti coloro che hanno voglia di coglierle.