di Redazione
Il sud di Israele continua a bruciare: da circa una settimana,palloncini e aquiloni incendiari – a cui sono attaccati stracci in fiamme o molotov – inviati dalla Striscia di Gaza stanno colpendo il territorio israeliano, creando danni non trascurabili. Oltre 4.000 dunam (circa 1.000 acri) di foreste di proprietà del Fondo Nazionale Ebraico (KKL-JNF) sono state bruciate dall’inizio di questi attacchi: più di quanto è andato bruciato durante l’operazione Protective Edge nel 2014, quando i terroristi di Hamas lanciato oltre 4.500 razzi e mortai in Israele.
Secondo il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, da marzo ne sono stati indirizzati 600 verso le comunità agricole del sud di Israele. Nella maggior parte dei casi, hanno causato vasti roghi in campi e foreste della zona, per una perdita economica di circa 1,2 milioni di euro, tanto che il ministero dell’Agricoltura ha offerto dei compensi ai contadini colpiti – come accade per le famiglie toccate da attentati – dai roghi: 60 shekel, circa 15 euro, per ogni dunam andato in fiamme, (0,1 ettari). Sono almeno 500 gli ettari incendiati finora.
Droni contro aquiloni
Contro questi ordigni incendiari, che non vengono individuati dal sistema Iron Dome, l’esercito israeliano sta avendo non poche difficoltà, tanto che ha dovuto dispiegare le sue forze speciali e i tiratori scelti lungo la barriera fortificata che separa Israele dalla Striscia di Gaza, e utilizzare dei droni che colpiscano le “armi volanti”.
Evacuato un villaggio
Fra gli abitanti del sud del paese cresce la paura: il villaggio di Karmei Katif è stato evacuato lunedì 11 giugno, mentre i membri dei kibbutzim al confine chiedono al governo di intervenire contro questi attacchi che devastano le loro colture.