di Daniela Cohen
Opera prima di una giovane calabrese, il libro coinvolge e stupisce per le atmosfere, i sentimenti e le avventure che descrive con dettagli storici e geografici ben documentati
Ecco un romanzo corposo dedicato alla Shoah, uno dei tanti, verrebbe a dire, ma questo ha qualcosa che lo rende unico: è scritto da una quattordicenne nata e vissuta a Reggio Calabria di nome Eleonora E. Spezzano. Come un’abile scrittrice, prima del titolo mette un brano tratto da un testo di Lucio Dalla, Futura. E al termine ringrazia chi l’ha guidata a scuola, la famiglia e altri. È per questo che leggere questo volume dalle tinte fosche, dure, spesso complesse, crea una certa difficoltà a immaginare che davvero una ragazza di oggi abbia potuto calarsi nei panni di Hans Mayer, giovane tedesco ventinovenne che esercita il ruolo di ufficiale nella Wehrmacht.
Siamo a Varsavia, è il 1941 e quanto sta avvenendo è noto alla grande maggioranza delle persone, specie attorno e in Germania. Hans ovviamente sa di dover obbedire a qualunque ordine, ma uccidere persone che non hanno fatto nulla di male comincia a pesargli. Trova per strada una bimba bionda dagli occhi verdi che si guarda attorno e decide all’improvviso di portarla a casa sua. Ma proprio il suo superiore lo informerà di una bambina di 4 o 5 anni, ebrea, sfuggita a una retata in cui tutta la sua famiglia è stata deportata, che deve assolutamente essere ritrovata. Nulla può sfuggire ai tedeschi. Inizia così l’avvincente avventura che porterà a conoscere una serie di personaggi seguiti da tanti colpi di scena in grado di tenere sempre all’erta il lettore (per quanto personalmente avrei consigliato alla scrittrice in erba che ripetere troppe volte concetti o emozioni non li rafforza, ma li indebolisce).
In breve, se il romanzo contasse 250 o al massimo 300 pagine avrebbe guadagnato in suspense; ma resta il massimo stupore per come una ragazza adolescente, anziché perdersi nei social col suo smartphone, abbia preferito trascorrere mesi a documentarsi e scrivere un romanzo non solo avvincente, ma colmo di informazioni geografiche e storiche corrette. La terza parte del volume è inattesa e, per rispetto a chi vorrà tuffarsi nella lettura per seguire la storia di Marie, la bimba, e di Hans, insieme a tutti quelli che appaiono lungo questa storia avvincente, non dirò altro. Certa che una figura giovanissima stia entrando in un mondo per lei davvero nuovo, quello della fama: in Calabria è già un personaggio.