di Roberto Zadik
In queste giornate cupe e imprevedibili, forte è il bisogno di sdrammatizzare e di buona musica per accompagnare con qualche emozione positiva questo difficile periodo. Ispirandomi a Bob Dylan, “menestrello di Duluth” e ai suoi sessant’anni di carriera, qui una playlist delle migliori opere del pop rock degli artisti contemporanei ebrei della Diaspora e israeliani. Non solo classici di autori angloamericani come Dylan, Lou Reed o Billy Joel ma anche il punk dei Ramones per arrivare a talenti inglesi come la vocalist Amy Winehouse. Ma anche talenti israeliani di primo piano, come Arik Einstein, Shlomo Atzi o Ehud Banai. Insomma la musica ha da sempre accompagnato la tradizione ebraica, dal mondo religioso a quello laico come colonna sonora di paure ma anche di sogni e di speranze e come “medicina dell’anima”.
Qui sotto gli autori, gli album e i link sui grandi cantautori ebrei angloamericani dal pop al rock
1. Bob Dylan- Blonde on Blonde
Per chi apprezza il cantautorato impegnato ma anche coinvolgente e sicuramente emozionante, uno dei capolavori di Dylan è questa opera del 1966. Essa contiene non solo canzoni celebri come Just like a woman ma anche melodie sognanti come la bellissima Visions of Johanna e la vivace I want You ideali per respirare quell’aria di libertà e di sentimento tipici della seconda metà degli anni ’60 statunitensi. Riferimenti biografici come la struggente canzone per la moglie Shirley Nozinsky il cui pseudonimo divenne Sara Lownds protagonista di questa Sad eyed lady of the lowlands (secondo i giochi di parole tanto amati dal cantautore) e atmosfere oniriche e avvolgenti come in Stuck inside the Mobile brano iniziale del film biografico su Dylan “Ion non sono qui di Todd Haynes. Composto da un Dylan 25enne, figlio ribelle di una tranquilla famiglia ebraica russa, dopo aver abbandonato il filone folk di Blowin in The Wind per tuffarsi in questo rock psichedelico e visionarrio questo non è solo un album ma un manifesto letterario e umano di rara intensità. Altro album da segnalare è sicuramente il favoloso Highway 61 con l’intamontabile Like a Rolling stones rifatta anche da Jimi Hendrix al festival di Monterey.
Just Like a Woman: https://www.youtube.com/watch?v=dRLXZVojdhQ
2. Ramones-Greatest Hits
Non tutti sanno che il leader dei trasgressivi e simpatici Ramones era un carismatico e stravagante ebreo newyorchese di nome Jeoffrey Ross Hyman, noto come Joey Ramone. La band a metà anni ’70 ha inaugurato un genere di punk leggero e orecchiabile e francamente meno aggressivo dei loro colleghi inglesi, i corrosivi Sex Pistols o meno politicizzato dei Clash. Un bel Greatest Hits per questa formazione storica con pezzi come Blitzkrieg Pop intensa e spensierata e la divertente Sheena isa Punk Rocker sono sicuramente molto piacevoli per vivacizzare queste giornate. Hyman è scomparso a soli 50 anni come Strummer leader dei Clash, ma ha lasciato un segno profondo nella storia musicale con quella sua voce grintosa e i testi spesso ironici e efficaci. I Ramones sono diventati famosi anche per colonne sonore riuscite come Pet Sematary per l’horror Cimitero vivente e la bellissima I dont wanna grow up cantata nell’originale dal bravo Tom Waits o la versione rock di What a wonderful world di Louis Armstrong.
Ramones, I don’t wanna grow up: https://www.youtube.com/watch?v=73NdmMYZsnM
3. Billy Joel- The stranger
La voce melodiosa del sentimentale ebreo newyorchese di origini tedesche Billy Joel non poteva mancare in questa playlist. Uno dei suoi album migliori è sicuramente The stranger. Da segnalare subito due canzoni da brivido come She’s always a woman con quella voce calda e pura che contraddistingue questo artista e la sua bravura al pianoforte e la nostalgica Just the way you are classico diventato molto famoso nella storia musicale recente.
Billy Joel, Just the way you are: (Live 1977) https://www.youtube.com/watch?v=tJWM5FmZyqU
4. Lou Reed-Transformer
Rock trasgressivo e metafore pungenti sul male di vivere anni ’70 e odierno, emarginazione e disagio interiore e sociale, sono temi fondamentali dell’opera del cantautore ebreo newyorchese Lou Reed, ex leader della band Velvet Underground e qui al secondo lavoro da solista. Transformer del 1972 è un lavoro importante, un “quadro sonoro” pieno di immagini decadenti ma anche poetiche e vivaci, come nella bellissima canzone pop Satellite of Love e nelle famose Walk on the wildside (rifatta da Patti Pravo con i Giardini di Kensington) e Perfect Day colonna sonora del cult anni ’90 Trainspotting. Fra i brani pezzi a “tutto rock” come la secca Vicious dedicata al rapporto contrastante con l’artista Andy Warhol manager di Reed negli anni ’60 e la vitale Hangin Around. Uno dei migliori album di Reed realizzato in collaborazione col suo amico storico David Bowie che lo produsse assieme al chitarrista della sua band degli Spiders from Mars, Mick Aronson, detto Ronson e di religione ebraica.
Lou Reed (spettacolare video del 1996 con diversi artisti da David Bowie a Bono degli U2 alla moglie di Reed Laurie Anderson): https://www.youtube.com/watch?v=FyYiK8dY_Wk
5. Leonard Cohen- I am your man
Un sound particolare e notturno, un po’ jazz e pop fine anni ’80 per un cantautore di estremo fascino come Leonard Cohen. L’artista ebreo canadese con quella sua inconfondibile voce rauca è qui in una delle sue opere migliori e la title track, I am your man, scatena emozioni con la sua tipica raffinata delicatezza. Assieme a Leonard Cohen songs e alle canzoni fra anni ’60 e ’70 come Suzanne rifatta in un’ottima cover anche da De Andrè o pezzi anni ’80 come Halleluja una delle sue canzoni più famose rifatta da un gran numero di artisti, da Jeff Buckley a Elisa alla cantante israeliana Ninet Tayeb, questo è uno dei lavori migliori di questo poeta introspettivo e malinconico.
6. Simon and Garfunkel-Greatest Hits
Con le loro voci candide e il brio di inni generazionali come Mrs Robinson, colonna sonora de Il Laureato, il duo formato da Paul Simon e Art Garfunkel ha segnato un’epoca. Fra gli artisti di religione ebraica più famosi di tutti i tempi, con Dylan e Cohen, Simon and Garfunkel hanno realizzato una serie di classici melodici e riflessivi, bellissima The sound of silence dando il loro meglio alla fine degli anni ’60 con canzoni come The Boxer e la triste e poetica Bridge over Troubled water del 1970. Successivamente Paul Simon ha avviato una fortunata carriera solistica mentre Art Garfunkel si è cimentato anche nel cinema apparendo in Conoscenza Carnale assieme a Jack Nicholson diretto da Mike Nichols lo stesso regista de Il Laureato.
Qui la versione di Mrs Robinson nel celebre live a New York al Central Park del 1980: https://www.youtube.com/watch?v=5JVPdb6Urhw
7. Herbert Pagani-Canzoni varie (qui una lista)
Fra I talenti cantautoriali e artistici più espressivi degli anni ’70, sicuramente il cantautore ebreo libico e “cittadino del mondo” Herbert Pagani. Audace e delicato, sensibile e idealista, dalla voce avvolgente e dal carisma notevole questo immenso artista, scomparso a soli 44 anni il 16 agosto di 32 anni fa, ha realizzato una serie di canzoni di rara bellezza e di sorprendente attualità. Dalla vivace L’amicizia, alla drammatica La mia generazione, alla vivace La bonne franquette, fino a splendidi rifacimenti di canzoni francesi, arrivate in Italia anche grazie al suo lavoro, Albergo ad ore da Les amants du jour (Gli amanti del giorno) di Edith Piaf o Lombardia da Les plat pays (Il paese piatto) di Jacques Brel. Capolavoro assoluto di Pagani il suo album francese Megalopolis concettuale e raffinato e suo grande successo del 1971.
Herbert Pagani, Lombardia
https://www.youtube.com/watch?v=d_ft8hrwcUA
Amy Winehouse-Back to Black
Scomparsa a fine luglio del 2011, a soli 27 anni, come una serie di icone, da Jim Morrison a Kurt Cobain, il talento di Amy Winehouse è rimasto ineguagliato. Quella voce, quella presenza scenica, i suoi eccessi e quello stile anni ’50 che attirò l’attenzione di crooner come Tony Bennett, l’hanno resa unica. Poche canzoni e grande successo per la figlia di una famiglia londinese ebraica di origini russe che con hit come Rehab dove vivacemente cantava il suo rifiuto alla disintossicazione o la cupa e bellissima Back to Black in cui sembrava cantare la propria fine anche in quel video in cui guidava un corteo funebre. Grazie alla sua originalità e alle sue doti canore, l’artista varie volte ha scalato le classifiche internazionali arrivando ai primi posti. Questo suo album del 2006 è un lavoro decisamente riuscito che oltre alle già citate Rehab e Back to Black contiene altre bellissime melodie come
Amy Winehouse, Back to black: https://www.youtube.com/watch?v=a–3I1LvtdU
Alcuni grandi canzoni israeliane
Nelle mie ricerche sulla musica israeliana, ho scoperto canzoni memorabili che senza improvvisare caratteri ebraici sulla tastiera, si possono trovare semplicemente scrivendone il titolo su Youtube con la traduzione del testo in inglese. Qui alcuni esempi di brani molto intensi e di grande qualità:
- Arik Einstein, Ani ve Ata. Una canzone che ha segnato un’epoca e l’inizio della carriera solistica del leggendario cantautore che tanto somiglia al nostrano Fabrizio De Andrè. “Io e te cambieremo il mondo” affermava speranzoso nel 1967 con questa traccia ottimista e sentimentale che è una delle sue migliori canzoni, assieme a Yesh bi ahava (C’è ancora amore dentro di me), a Uf Gozal (Vola uccellino) poetica e sentimentale.Uf Gozal (sottotitoli in inglese,live in Tv 1989)https://www.youtube.com/watch?v=ez1e2VPsRFw
- Ehud Banai-Hebrewman. Una canzone divertente e coinvolgente, questa descrizione dell’identità ebraica fra seriosità e ironia. Composta dal cantautore Ehud Banai proveniente da una famosa famiglia di artisti di origini persiane, i Banai, notevoli anche Yossi Banai che portò in Israele la canzone francese di Jacques Brel fino a Yuval leader della band pop reggae dei Machina. Reduce dalla sua carriera con la rock band dei “Ha plitim” (I Rifugiati) che eseguivano canzoni impegnate e dai testi a volte politicizzati, bellissima Esh (Fuoco), Banai è diventato molto famoso da solista per canzoni ritmate come questa, uno dei suoi più grandi successi assieme alla sua ode a Brooklyn dove ricorda con grande poesia suo padre.Hebrewman live 2004: https://www.youtube.com/watch?v=YiNrTJbJ1eA
- Shlomo Artzi-Menagev lach et hadmaot (Ti asciugerò le lacrime). Cantautore dalla vena pop molto più commerciale del suo amico Arik Einstein, egli si è distinto per la semplicità e l’efficacia dei suoi testi e per l’abilità come performer dal vivo. Energico e intenso, Artzi è sulla scena da oltre quarant’anni e ha collaborato con vari artisti rivelando talento scenico e espressività in diversi brani, dalla vivace “At ve ani” (Tu e io) alla ritmata “Nof Yaldut” (Paesaggio infantile).Shlomo Artzi: Menagev lach et hadmaot: https://www.youtube.com/watch?v=TWtbHxQMTqc
- Meir Ariel-Shir Kev (canto del dolore). Un poeta di eccezionale livello è stato Meir Ariel dimenticato per molti anni e più famoso dopo la sua morte, a soli 57 anni per la puntura di un insetto, che in vita. In questa canzone racconta una storia di amore e tensione, con un misterioso arabo che osserva una coppia di israeliani che si frequentano senza capirsi. Passione, incomunicabilità, poesia e immagini di sicura efficacia. Notevoli di questo cantautore anche: Zirei Kaitz (Semi d’estate) e Yerushalaim shel barzel (Geryusalemme d’acciaio).Meir Ariel: Shir Kev: https://www.youtube.com/watch?v=KZYicuneGoc
- Etti Ankri (Yetziat Mizraim). Uno dei passaggi fondamentali nella tradizione ebraica è l’uscita dall’Egitto e questa straordinaria cantautrice di origine irachena e esponente della musica orientale (Mizrahit) la descrive con eccezionale poesia. Premiata con vari riconoscimenti , diventata osservante, continua a cantare e a esibirsi con brani di grande profondità e efficacia.
Etti Ankri-Yetziat Mizraim: https://www.youtube.com/watch?v=l_j5QpvR-pY&list=RDl_j5QpvR-pY&start_radio=1&t=190 - Ofra Haza-Yerushalaim shel zahav (Gerusalemme d’oro). In tema di genere Orientale non si poteva dimenticare certo Ofra Haza eccezionale artista di origini yemenite e scomparsa 20 anni fa, il 23 febbraio 2000 a 42 anni a causa dell’Aids. Qui la sua versione del classico di Naomi Shemer Yerushalaim shel zahav che fra le varie interpretazioni spicca per gli accenti drammatici e sentimentali che questa bravissima cantante riesce a fornire al brano che risulta fortemente valorizzato nella musica e nel testo di grande poesia scritto dalla Shemer nel 1967, molto dotata a livello di scrittura testuale. Una voce limpida, una espressività fuori dal comune e una dei pochissimi artisti israeliani, assieme a Noa, Idan Raichel o Assaf Avidan ad aver superato i confini del suo Paese facendosi conoscere e apprezzare nel mondo. Fra i suoi successi Galbi, l’antica poesia Im Nin Alu e la vivace Chai (Vita)Ofra Haza-Yerushalaim shel zahav: https://www.youtube.com/watch?v=72QC8EGnxTw
- Assaf Avidan-Gold shadows
Il prossimo 23 marzo, questo geniale artista compierà 40 anni e come Ofra Haza o Noa è stato fra i pochissimi ad affermarsi fuori dal suo Paese. Cantando solo in inglese, con quella voce androgina e molto particolare Avbidan è riuscito a farsi notare per le doti vocali e strumentali alla chitarra o al pianofote e per album come questo bellissimo Gold Shadow che contiene canzoni di grande spessore e atmosfera. da segnalare nel suo repertorio cvanzoni come Love it or Leave it, Change girl o One Day brano che lo portò al successo anche qui in Italia.
Assaf Avidan-The jail that sets you free: https://www.youtube.com/watch?v=JJIZki6R_n