di David Fiorentini
“In ebraico la parola Atzmaut, deriva dal termine Atzmì, ovvero “se stessi”: per essere indipendenti bisogna essere veramente se stessi.” Così l’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar ha sintetizzato il senso di Yom HaAtzmaut, il giorno dell’indipendenza dello Stato d’Israele, durante la videoconferenza “73° Yom HaAtzmaut” di giovedì 15 aprile 2021.
L’incontro, patrocinato dal Keren Hayesod in collaborazione con UCEI, Comunità ebraica di Milano e Comunità ebraica di Roma, è stato un’allegra e vivace occasione di aggregazione per celebrare al meglio il settantatreesimo compleanno dello Stato d’Israele.
Moderati dalla Presidente del Keren Hayesod Italia Onlus Francesca Modiano, sono intervenuti numerosissimi ospiti, sia dell’ambiente istituzionale ebraico italiano, come la Presidente UCEI Noemi di Segni, la Presidente della CER Ruth Dureghello e il Presidente della CEM Milo Hasbani, che del panorama musicale israeliano, tra cui ben 4 giovani artisti che hanno allietato la serata con dei classici ebraici.
Tra un saluto e una canzone, ha preso la parola anche l’Ambasciatore Eydar, il quale ha condiviso con gli spettatori una profonda riflessione sul concetto di indipendenza. “Quando gli ebrei uscirono dall’Egitto – spiega l’ambasciatore – sembravano liberi, ma dopo le vicende avvenute nel deserto si evince che la Libertà non è solo una condizione sociale, bensì spirituale.” Riprendendo le parole di Maimonide infatti “non è nella natura umana che una persona addestrata a lavorare come uno schiavo con malta e mattoni, possa all’improvviso interrompere il suo lavoro, lavarsi le mani e combattere con veri giganti”.
Il quarantennale pellegrinaggio nel deserto quindi sarebbe servito proprio a scardinare questo atteggiamento da schiavi, sostituendolo invece con una mentalità orgogliosa, libera e indipendente, in grado di fondare in Terra Promessa il Regno di Israele. Similarmente, continua l’ambasciatore, 76 anni fa i sopravvissuti ai campi di sterminio furono liberati, ma quale nazione sarebbe potuta risorgere dalle ceneri di Auschwitz? Ed è in quel momento che la Storia bussò nuovamente alla porta del Popolo Ebraico, concedendo la miracolosa opportunità di realizzare un sogno bramato da generazioni: stabilire uno Stato Ebraico, libero e indipendente, nella sua patria storica.
Dopo un altro intermezzo musicale, è giunto il turno di Fabiana Magrì, giornalista freelance, che da Tel Aviv ha raccontato la felicità dei festeggiamenti per la giornata di Yom HaAtzmaut in Israele. Dopo un anno di pesanti restrizioni, racconta, finalmente Israele è tornato a vivere nelle vie e nelle piazze, inondando di gioia le città.
La serata è poi volta al termine con il saluto finale dei vari Presidenti, seguito da un’emozionante performance da parte della cantante Erella Atlant dell’HaTikvah.