di Ilaria Ester Ramazzotti
Nei Paesi Bassi, un nuovo museo è stato aperto nell’ambito del Kamp Amersfoort, sito del lager nazista istituito durante la seconda guerra mondiale tra le città di Amersfoort e Leusden. Già sede di un monumento nazionale alla memoria, Kamp Amersfoort, dal mese di aprile ospita uno spazio espositivo che rievoca la storia delle 47 mila persone che vi furono imprigionate.
All’inaugurazione è intervenuto il primo ministro olandese Mark Rutte insieme all’ex prigioniero Arie van Houwelingen, di 97 anni. “Ci confrontiamo qui con la sofferenza inimmaginabile che accadde in questo luogo – ha detto il premier Rutte in apertura della cerimonia che ha visto solo una manciata di partecipanti a causa delle restrizioni per il Covid-19 -. Lasciamo che le storie penetrino e da loro impariamo e lezioni che oggi ci offrono”. La dichiarazione è stata riportata dalla Jewish Telegraphic Agency.
Il percorso della memoria, posto lungo un grande spazio sotterraneo e buio, è composto dalle fotografie e dalle biografie dei prigionieri, accessibili ai visitatori tramite touch screen interattivi (clicca qui per vedere il video dell’inaugurazione).
Secondo i documenti redatti dai nazisti, almeno 850 dei 47 mila internati erano ebrei, ma è probabile che il numero reale fosse molto più alto, come afferma il sito web del museo. Normalmente, dopo alcune settimane di detenzione, venivano deportati in un’altra struttura nella località di Westerbork, da dove partivano per i campi di sterminio polacchi.