di Redazione
«Ho visto l’odio praticato prima a parole e poi nei fatti, e nel mio novantesimo anno di età non posso smettere di combatterlo. Il mondo va verso una deriva di odio, io voglio predicare pace e libertà». Con queste parole è terminato l’intervento di Liliana Segre nell’aula del consiglio regionale della Lombardia, martedì 11 febbraio. La senatrice a vita ha invitato tutti i consiglieri regionali al binario 21 della Stazione Centrale («farei da guida») e poi ha ripercorso le tappe principali della sua vicenda di ragazzina milanese deportata ad Auschwitz.
«Di una cosa sola posso essere portatrice al Senato – ha dichiarato dopo il suo racconto -: di una mozione contro l’odio in tutte le sue forme, senza distinguo, perché se non si fa la predica contro l’odio senza mai smettere, si accettano anche atteggiamenti di piccolo odio quotidiano, come l’hate speech contro quello che ha spostato la bicicletta. Quindi nella mozione che ho proposto non c’è censura, ma il sentimento di chi l’odio l’ha visto prima a parole e poi coi fatti e non può smettere di combatterlo, nemmeno nel novantesimo anno di età».
Attilio Fontana: “La Regione Lombardia è vicina quotidianamente alla Comunità ebraica”
“Il dramma della Shoah è un vulnus scolpito per sempre nella storia europea e in quella italiana. Siamo chiamati a ricordarlo, a sentircene ancora responsabili, ogni anno, grazie alla Giornata della Memoria e al programma delle iniziative realizzate per allontanare il rischio di due mali terribili: l’oblio e l’indifferenza. Non dobbiamo disperdere la memoria, solo infatti la memoria ci protegge dal dimenticare”.
Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo in Aula Consiliare dando il benvenuto alla senatrice Liliana Segre e ringraziandola per la sua visita, come riporta il portale della Regione Lombardia.
“Contro oblio e indifferenza – ha proseguito il presidente – la Regione Lombardia c’è: nella vicinanza quotidiana alla comunità ebraica, come nell’appoggio concreto a tante iniziative e istituzioni che lavorano per tenere vivo il ricordo della deportazione e dello sterminio. Tra i fondatori della Fondazione Memoriale della Shoah, la Regione ha fortemente creduto, sin dall’inizio, nel progetto di realizzazione del Memoriale, luogo certamente di omaggio alle vittime e di commemorazione, ma anche di confronto e dibattito civile”.
“Ma non basta – ha sottolineato Fontana – ogni equivoco va chiarito, ogni eroe va celebrato, ogni giusto va riconosciuto. Per questo voglio ricordare, tra le più recenti manifestazioni di vicinanza, l’approvazione, da parte del Consiglio regionale lombardo, lo scorso 5 novembre, di una mozione a sostegno della Senatrice Segre contro gli attacchi rivolti alla sua persona e quella del 21 gennaio che impegna la Giunta a farsi portavoce presso il Governo nazionale e Istituzioni Europee dell’istanza di stesura di un codice dal quale emerga una chiara definizione di antisemitismo”.
“I valori fondanti della nostra democrazia – ha proseguito – sono anticorpi per respingere altre atrocità. Che sia il nostro operato un monito per le giovani generazioni a preservare la memoria dei periodi bui, a identificare le cause del ‘male’ per diventare buoni maestri per le generazioni che verranno. Ai nostri giovani affidiamo quei valori civili e morali senza i quali il mondo può incorrere in nuovi pericoli, può essere indifferente a rinnovati rischi. Chiediamo ai nostri ragazzi di diventare ‘pietre d’inciampo’, di essere ‘pietre vive’. Chiediamo di essere eredi dei molti ‘giusti’ rifiutando l’indifferenza”.
La visita alle mostre al Pirellone
In occasione del suo discorso in consiglio regionale, la senatrice a vita Liliana Segre ha visitato due mostre allestite nel Pirellone: una è quella dell’Associazione Figli della Shoah intitolata ‘Gli ebrei sotto il regno sabaudo’ e l’altra è quella sulla Brigata Ebraica, allestita nella sede della Regione Lombardia fino al 14 febbraio. A farle da guida alla seconda è stato il direttore Davide Romano, che ha illustrato la storia dei 5.000 soldati ebrei che dalla Palestina Mandataria vennero in Italia per combattere il nazifascismo.
In merito alla visita della senatrice, Romano ha spiegato a Mosaico: “L’ho vista molto interessata alla storia della Brigata Ebraica, e le ho illustrato con piacere la scelta di campo fatta da quei volontari prima di combattere per la libertà, e poi di assistere i reduci dai campi di sterminio, tra cui la stessa Liliana. Oggi si sono ricomposte 2 diverse pagine della storia ebraica in Italia: da una parte le vittime, dall’altra i salvatori. 2 storie che si erano intrecciate allora, e che oggi hanno avuto modo di riabbracciarsi e di riconoscersi. Un momento di storia e di verità, in un periodo in cui la storia è sempre più mistificata e piegata alle convenienze politiche.”
Romano ha concluso con “un grazie di tutto cuore alla senatrice per questo toccante incontro”.
Monica Forte (M5S Lombardia): “Grande pagina di Democrazia e Resistenza. Invito a contrastare qualsiasi forma di odio”.
Monica Forte, Presidente della Commissione regionale Antimafia, Consigliera del M5S e prima firmataria della mozione di invito in Regione alla Senatrice, ha dichiarato “La Lombardia è con Liliana Segre e ha scritto oggi una pagina di Democrazia e Resistenza. Alla senatrice Segre andava manifestata collettivamente stima e profonda solidarietà per le ignobili aggressioni di cui è stata oggetto e il nostro rispetto per la sua storia personale che la rende preziosa testimone di una tragedia, l’Olocausto, sul quale non è tollerabile alcun revisionismo, negazionismo o sottovalutazione. Il razzismo e l’antisemitismo sono inaccettabili e incompatibili con i valori della nostra Costituzione e con qualsiasi forma di attività politica.
La Senatrice oggi ha portato in aula un messaggio dolce e forte allo stesso tempo: ha parlato di amore per la vita ma al contempo, con grande determinazione e fermezza, ha ricordato come odio e indifferenza sono due mali da combattere ed estirpare dai cuori e dalle menti di ognuno di noi.
Questa visita deve essere un momento di crescita per l’istituzione regionale affinché mai più in futuro il dibattito politico in quest’aula si tinga di note fosche attraverso messaggi anche solo equivocabili in termini di pregiudizi o discriminazioni verso ‘razze’, religioni, appartenenze politiche, culturali o orientamenti sessuali.
La lezione di pace che oggi abbiamo ricevuto dalla Senatrice Segre deve tradursi in atti e comportamenti quotidiani anche e soprattutto nei nostri ruoli politici e istituzionali per i quali siamo chiamati a diffondere valori positivi di rispetto, tolleranza e convivenza”.