di Ilaria Ester Ramazzotti
“Nel mese di luglio avrò 23 anni/ ho scommesso su un numero /i dadi hanno girato/ ho perso”. Così scrive Hannah Senesh sul suo diario il 7 novembre del 1944, giorno della sua esecuzione”. Giovane poetessa nata in una famiglia ebraica ungherese nel 1921 e trasferitasi nella Palestina mandataria nel 1941, sull’onda di un fervente sionismo, entra a far parte dell’Haganah e poi dell’esercito britannico. Viene catturata nel 1944, nel corso di una pericolosa missione militare in Jugoslavia. Rifiutandosi di collaborare, è condannata a morte per fucilazione. Il suo diario viene pubblicato in ebraico nel 1946. In Israele, dove è sepolta, è considerata eroe nazionale.
Nel centenario della sua nascita, la Biblioteca Nazionale d’Israele ha raccolto in un archivio a lei dedicato numerosi scritti, oggetti personali, fotografie e documenti, molti dei quali sono accessibili online a questo link.
Hannah Senesh, giovane militare e poetessa
Nonostante muoia alla giovane età di 23 anni, Hannah Senesh lascia un ricco e peculiare patrimonio letterario, giunto all’attenzione della Biblioteca Nazionale di Israele a Gerusalemme alla fine dello scorso anno. Figlia dello scrittore Bela Szenes, coltiva per tutta la sua vita la passione per la scrittura. Quando arriva in Palestina con la sua famiglia nel 1941, frequenta la scuola agraria di Nahalal per poi entrare nel kibbutz Sdot Yam, dove lavora e al contempo compone poesie e redige un’opera teatrale.
Lascia il kibbutz per arruolarsi nell’esercito nel 1943. Si addestra in Egitto e viene scelta con altri commilitoni per paracadutarsi in Jugoslavia e contattare i partigiani locali, con l’obiettivo di raggiungere Budapest in soccorso della popolazione ebraica avviata alle deportazioni. Sul confine con l’Ungheria, viene scoperta e arrestata dalla polizia ungherese, che la accusa di spionaggio e tradimento, condannandola alla pena di morte. Fino alla fine, scrive appunti, lettere e poesie. Dopo la sua esecuzione, vengono ritrovati nel suo vestito la sua ultima poesia e una lettera personale a sua madre. Due scritti che oggi fanno parte dell’archivio della Biblioteca Nazionale d’Israele.
La speciale collezione d’archivio alla Biblioteca Nazionale d’Israele
Poesie scritte a mano, diari personali, un’ampia corrispondenza, fotografie e documenti privati di tutta la sua vita, materiali di studio, documenti di famiglia risalenti al XIX secolo, ma anche oggetti personali come la valigia con cui si trasferisce in Terra d’Israele, la sua macchina da scrivere e la sua macchina fotografica. Sono tanti gli scritti e i pezzi che compongono l’archivio dedicato a Hannah Senesh dalla Biblioteca Nazionale a Gerusalemme. Fra gli altri, ci sono anche il suo quaderno per lo studio dell’ebraico con schizzi e disegni, il suo certificato di Bat Mitzvah, la documentazione rilasciata delle sue scuole di Budapest e Nahalal e una scatola da cucito con i suoi guanti e ciocche dei capelli di lei e di suo fratello. Pezzi di vita e parole scritte a mano oggi digitalizzati e disponibili al pubblico.
Traduzione della poesia Eli, Eli di Hannah Senesh
Qui la traduzione di una delle sue poesie più note, che viene recitata e cantata durante molte manifestazioni e cerimonie legate alla memoria.
Mio D-o, mio D-o
fa che non abbiano mai fine
la sabbia e il mare
il mormorio delle acque
il luccichio del cielo
la preghiera degli uomini
sabbia e mare
mormorio delle acque
luccichio del cielo
preghiera degli uomini