di Francesco Paolo La Bionda
L’effetto domino dell’instabilità politica in Israele legata alla controversa riforma giudiziaria voluta dal governo si sta facendo sentire anche sul settore tecnologico, una delle industrie di punta del paese. È quanto emerge da un recente report di Start-Up Nation Central, un’organizzazione no-profit che promuove l’ecosistema dell’innovazione israeliano in tutto il mondo, relativo alla prima metà del 2023 e basato sull’analisi dei dati della piattaforma proprietaria Finder.
Secondo la ricerca, i finanziamenti privati al settore hanno toccato i minimi da cinque anni: nei primi sei mesi del 2023 hanno infatti ammontato a 3,9 miliardi di dollari, il 29% in meno rispetto al semestre precedente. Un calo, peraltro, in accelerazione: solo tra il primo e il secondo trimestre di quest’anno la contrazione è stata infatti ben del 10%. Questo trend è in contrasto con l’andamento dei finanziamenti al settore tech invece negli Stati Uniti, dove si son mantenuti livelli tendenzialmente stabili.
Anche la partecipazione degli investitori ai round di finanziamento è crollata, toccando i livelli minimi degli ultimi nove anni e dimezzandosi rispetto alla seconda metà dello scorso anno. Si rileva però una maggior attività degli investitori stranieri, che, per la prima volta in un decennio, rispetto alle loro controparti israeliane hanno effettuato il 70% in più di operazioni di finanziamento e hanno avviato il 17% in più di nuovi investimenti, fungendo da forza stabilizzatrice. Anche il comparto delle offerte pubbliche iniziali (IPO) è sceso ai minimi dal 2018 e anche le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) sono a uno dei tassi più bassi dell’ultimo decennio.
Yariv Lotan, VP of Digital Products, Development, Data and BI di Start-Up National Central, ha dichiarato: “L’incertezza e gli avvenimenti interni in Israele, insieme ai cambiamenti economici globali, influenzano in modo evidente l’attività dell’ecosistema tecnologico israeliano e si riflettono un significativo rallentamento e in una contrazione delle attività”.
Guardando ai diversi settori, i più colpiti risultano essere il fintech, l’IT, l’health tech e il settore agroalimentare, mentre cybersercurity e green hanno conservato livelli tendenzialmente stabili.