La Comunità Palestinese si divide: Fatah critica la dichiarazione degli intellettuali palestinesi contro il discorso antisemita di Abbas

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di Redazione
Proseguono le controversie e si intensificano le polemiche in seguito alle dichiarazioni rilasciate alla fine di agosto da Mahmūd Abbās (noto anche come Abū Māzen) durante il Comitato Rivoluzionario di al-Fatah. Il presidente palestinese aveva sostenuto per l’occasione che Hitler perseguì gli ebrei europei non a causa della loro religione, ma piuttosto per il loro coinvolgimento in attività finanziarie come l’usura e il commercio monetario; dichiarazioni talmente inammissibili da indurre la sindaca di Parigi, Madame Hidalgo, a revocargli la Medaille Grand Vermeil, prestigiosissimo riconoscimento francese.

Nel frattempo  – come scrive La Presse  – oltre 200 figure di spicco nella comunità palestinese hanno criticato aspramente Abbās per i suoi commenti, considerati appunto «inaccettabili». In una lettera aperta disponibile online, queste personalità condannano fermamente le parole moralmente e politicamente discutibili di Abbas. Tra i firmatari figurano Rashida Tlaib, membro democratico del Congresso degli Stati Uniti, lo storico Rashid Khalidi e l’avvocato Noura Erakat, tre figure americane di origine palestinese notoriamente critiche nei confronti di Israele.

Nella lettera, essi affermano con decisione: «Respingiamo categoricamente qualsiasi tentativo di minimizzare, distorcere o giustificare l’antisemitismo, i crimini nazisti contro l’umanità o la revisione storica dell’Olocausto».

Queste prese di posizione sono seguite alla diffusione di un video, il 6 settembre, in cui Mahmūd Abbās ha dichiarato durante una riunione del suo partito, Fatah, a Ramallah in Cisgiordania: «Si dice che Hitler abbia ucciso gli ebrei perché erano ebrei e che l’Europa odiava gli ebrei perché erano ebrei. Ma questa non è la verità… Era spiegato molto chiaramente: gli europei hanno attaccato gli ebrei a causa del loro ruolo sociale e non a causa della loro religione; a causa dell’usura e del denaro», ha aggiunto nel suo discorso.

Queste dichiarazioni hanno ricevuto una forte condanna da parte di Israele, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Uno dei firmatari della lettera ha dichiarato all’AFP che Abbas «non ha legittimità nel rappresentarci… non è compito suo impartire lezioni di storia» e ha considerato le affermazioni di Abbās come inopportune.

Tuttavia – come riporta i24news –  Fatah ha difeso il proprio leader, definendo la lettera «una dichiarazione vergognosa» attraverso i comunicati stampa dell’agenzia ufficiale palestinese Wafa. Il Consiglio Nazionale Palestinese, un organo legislativo, ha qualificato la lettera come terrorismo politico e intellettuale contro il nostro popolo»; una dichiarazione, quella degli intellettuali palestinesi «in linea con il discorso sionista e i suoi firmatari danno credito ai nemici del popolo palestinese».

Il Ministro della Cultura dell’Autorità Palestinese, Atef Abou Saïf, ha descritto la lettera aperta come «una dichiarazione vergognosa» e ha sottolineato che le dichiarazioni di Abbās riflettono una certa interpretazione della storia attuale presente nella letteratura e negli scritti storici. Abbās, che ha 87 anni ed è al potere da oltre 18 anni, non è nuovo a certe dichiarazioni che relativizzano la Shoah con i suoi sei milioni di ebrei sterminati dalla Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale.