Israele: giovane di Gaza riceve un nuovo pacemaker innovativo

Israele

di Nathan Greppi
In Israele, per la prima volta è stato effettuato ad una giovane un trapianto innovativo di pacemaker, identico a quello fatto al Primo Ministro Benjamin Netanyahu a luglio. Con modalità inedite, il trapianto è stato effettuato attraverso il collo anziché attraverso l’inguine, come avviene solitamente.

Come riporta il Times of Israel, a ricevere questo nuovo trapianto è stata Shahad, 18enne palestinese di Gaza, che attraverso l’organizzazione israeliana Save a Child’s Heart è stata ricoverata al Centro Medico Wolfson nella città israeliana di Holon. Alla faccia di chi parla di apartheid in Israele…

Il nuovo pacemaker si chiama Micra, ed è stato prodotto dall’azienda Medtronic. Piccolo come una pastiglia di vitamine, rispetto a pacemaker tradizionali non richiede di essere inserito tramite incisioni chirurgiche che lasciano cicatrici. Inoltre, la sua batteria dura almeno vent’anni, molto di più di altri mezzi analoghi.

“Ci prendiamo cura di Shahad sin da quando era una bambina piccola. Il suo cuore presenta una complessa malformazione. Tutte le parti più importanti del cuore sono girare al contrario”, ha spiegato Sagi Assa, capo dell’Unità di Cardiologia Pediatrica al Centro Medico Wolfson. Già in passato la ragazza dovette farsi impiantare un pacemaker, ma purtroppo continuarono a formarsi delle infezioni attorno ad esso.

“Abbiamo rimpiazzato il suo pacemaker diverse volte nel corso degli anni, ma il suo corpo ha continuato a rigettarli. Lei ha anche sviluppato delle infiammazioni alla cicatrice nel punto sul petto dove è stato fatto l’impianto. Non importa quanto cercassimo di curarla con antibiotici e altri trattamenti, il problema tornava di continuo”, ha spiegato Assa. La nuova tecnologia ha offerto loro un’occasione per stabilizzare la sua condizione e impedire il ritorno di complicazioni.

Dopo l’operazione con il Micra, Shahad è stata dimessa ed è tornata da sua madre, la quale ha ringraziato Save a Child’s Heart per le cure. A causa delle sue condizioni di salute precarie e l’essere stata ripetutamente ricoverata in ospedale negli anni, la giovane ha perso gli anni del liceo. E nonostante ciò, è riuscita a recuperare gli studi in modo da finire gli ultimi esami e diplomarsi. Ha iniziato da poco a studiare graphic design all’Università di Gaza.

Fondata nel 1995 e con sede proprio al Wolfson, Save a Child’s Heart si occupa di prestare soccorso nei paesi poveri in cui le cure pediatriche scarseggiano, soprattutto per i bambini con problemi cardiaci. In quasi trent’anni di attività, l’organizzazione ha salvato le vite di circa 7.000 bambini in 70 paesi, e ha fatto venire in Israele per attività di formazione e apprendimento oltre 150 lavoratori del settore sanitario.

(Fonte foto: The Times of Israel)