La Marcia Laras attraversa Torino in memoria Rav Giuseppe Laras z”l

Italia

di Ilaria Ester Ramazzotti
Oltre 1.200 fra bambini e ragazzi delle scuole torinesi, insieme a numerosi insegnanti e partecipanti all’evento, hanno attraversato lunedì 2 ottobre il centro del capoluogo piemontese in memoria di Rav Giuseppe Laras z”l, grande studioso ed ex rabbino Capo di Milano.
La Marcia Laras,
evento ideato dalla Rete delle scuole piemontesi per la didattica della Shoah in collaborazione con Istoreto, l’Istituto storico della Resistenza in Piemonte, col patrocinio del Comune di Torino, ha ripercorso i passi del piccolo Giuseppe Laras che il 2 ottobre del 1944, rimasto solo a nove anni, fugge verso la salvezza lungo un cammino parallelo e simile di quattro chilometri. Meta, una famiglia amica residente in piazza Barcellona a Torino, la sua città natale.

“Il 2 ottobre 1944 è lunedì – scrive il docente Luca Bonomo, fra gli organizzatori della Marcia -: il primo giorno di quell’anno scolastico per la maggior parte dei bambini, ma non per Giuseppe, che da dietro le persiane chiuse dell’appartamento di San Salvario a Torino, in cui è nascosto con nonna e madre, osserva passare scolare e scolari con fiocco e grembiule. Poche ore dopo alla porta di quello stesso appartamento si presentano due SS italiane per catturare la nonna, Nella Della Rocca, vittima di delazione: la portinaia del palazzo l’ha venduta, triste destino, che purtroppo la accomuna a molti altri ebrei torinesi, denunciati per una manciata di banconote.  Sul mandato di arresto figura solo il suo nome, così Nella e sua figlia Gina Sbrana tentano il tutto per tutto, corrompendo con soldi e sigarette i due figuri, perché lascino fuggire almeno il piccolo Giuseppe. Una volta per strada, secondo il patto, Giuseppe dovrebbe abbandonare il gruppo, diretto al comando cittadino della Gestapo, per raggiungere la casa di una lontana parente in un quartiere della città distante quattro chilometri, ma giunti nel punto in cui dovrebbe avvenire il distacco, il milite che trattiene Giuseppe non accenna ad allentare la presa. Giuseppe si divincola da quella stretta, dà un ultimo sguardo alle due donne che l’hanno salvato e che non rivedrà mai più e fugge, solo e disperato, per le vie della città verso una libertà e una vita pagate a caro prezzo”.

La disperazione di un bambino e il valore della sua libertà, in aggancio alla didattica della Shoah e dei diritti civili e democratici, che gli organizzatori della Marcia Laras hanno voluto trasmettere ad alunni e studenti attraverso la condivisone di quegli stessi spazi e strade, seppur nella lontananza del tempo storico dal piccolo Giuseppe di nove anni. “Davvero una bella esperienza di cittadinanza per tutti – ha detto Luca Bonomo a Bet Magazine -, non solo per i ragazzi coinvolti”. L’iniziativa ha previsto altresì gli interventi dell’assessora all’Istruzione del Comune di Torino Carlotta Salerno, dell’assessora alla Cultura del Comune di Torino Rosanna Purchia, del presidente della circoscrizione 4 della città Alberto Re, della dirigente del Liceo Berti Filomena Filippis, del presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni e del rabbino capo di Torino Rav Ariel Finzi. “Ci sono stati bei momenti anche per la partecipazione di Sorgente di Vita: Lia Tagliacozzo ha raccolto interviste e testimonianze fra i ragazzi in corteo – ha continuato Luca Bonomo -. Per i giovani partecipanti la giornata è stata davvero importante. Il momento più coinvolgente è stato l’arrivo in piazza Barcellona, dove si sono creati un silenzio e un’attenzione grandissimi. Anche parte della cittadinanza ha intercettato quanto avveniva. Abbiamo posto il nome di Rav Giuseppe Laras sotto i riflettori, anche se non dell’intera città, ma nonostante l’iniziativa fosse stata pensata per le scuole. E credo che i ragazzi abbiano compreso, grazie anche alla fatica del cammino, che cosa abbia significato per un bambino percorrere tutta quella strada in solitudine e disperazione”.