Blinken incontra i leader israeliani per discutere lo stato del conflitto a Gaza, ma in gioco c’è il futuro assetto del Medio Oriente

Israele

di Giovanni Panzeri

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato il Presidente Herzog e il Primo Ministro israeliano Netanyahu, per poi confrontarsi con tutti i membri del gabinetto di guerra israeliano, nel corso della giornata di martedì 9 gennaio.

 

Il conflitto e la crisi umanitaria

Durante gli incontri, il diplomatico ha fatto pressione sui leader israeliani sottolineando la necessità “di evitare ulteriori sofferenze per civili di Gaza e proteggere le infrastrutture”, evidenziando come il costo in termini di vite, soprattutto di bambini, sia troppo alto e invitando Israele a dare pieno supporto alla nuova Coordinatrice Umanitaria per Gaza nominata dall’ONU, Sigrid KaaG.

 

Blinken avrebbe inoltre discusso, durante un lungo colloquio privato con il presidente Netanyahu, della situazione delle operazioni per la liberazione degli ostaggi e della necessità di aumentare il livello delle operazioni di aiuto umanitario verso i civili a Gaza.

 

Come riportato da Haaretz, il Segretario di Stato americano avrebbe inoltre espresso la preoccupazione della Casa Bianca verso la possibilità di un’espansione del conflitto nella regione, considerando in particolare il conflitto a nord con Hezbollah, e ha ribadito la ferma opposizione dell’amministrazione americana verso qualunque tentativo di trasferimento della popolazione di Gaza, rispondendo alle posizioni espresse recentemente dai ministri israeliani Smotrich e Ben Gvir.

 

“Sono stato chiaro- ha affermato Blinken- ai civili palestinesi dovrà essere permesso di rientrare nelle loro case appena le condizioni lo renderanno possibile. Gli Stati Uniti rigettano qualunque piano di trasferimento dei palestinesi fuori da Gaza. Il Primo Ministro mi ha assicurato che questo non è un piano del governo”.

 

“Apprezziamo il supporto degli Stati Uniti- ha ribattuto tuttavia il Ministro delle Finanze israeliano Smotrich- ma quando si parla della nostra esistenza su questa terra dobbiamo fare prima di tutto i nostri interessi. Quindi combatteremo con tutte le nostre forze Hamas e non permetteremo il pagamento di un singolo centesimo alle famiglie dei Nazisti di Gaza. (…) Dobbiamo approntare l’emigrazione volontaria dei rifugiati da Gaza, esattamente come la comunità internazionale ha fatto con i rifugiati siriani e ucraini”.

 

In quello che il ToI interpreta come un segno di possibili disaccordi il Primo Ministro Netanyahu si è rifiutato, per ora, di pubblicare il verbale dell’incontro con il diplomatico statunitense.

 

 

L’accusa di genocidio

 

Il Segretario di Stato americano ha comunque ribadito la condanna di Hamas, che ritiene unico responsabile del conflitto, e ha rigettato l’accusa di genocidio recentemente avanzata dal Sudafrica verso Israele, che verrà discussa questa settimana presso la Corte di Giustizia Internazionale.

 

“L’accusa è priva di basi- ha affermato il diplomatico – ed è scandalosa se pensiamo al fatto che le organizzazioni che stanno attaccando Israele, come pure l’Iran che le supporta, continuano a dichiarare apertamente di volere la distruzione dello Stato d’Israele e lo sterminio di massa degli ebrei”.

 

Gli obiettivi degli USA

 

Secondo il ToI l’amministrazione statunitense, che comunque ha ribadito di non sostenere un cessate il fuoco immediato, vorrebbe premere per un progressivo raffreddamento del conflitto e per un’apertura diplomatica verso l’Autorità Palestinese.

 

Ciò tuttavia sembra divergere dai piani a breve termine di Israele, illustrati dal Ministro della Difesa Gallant al diplomatico statunitense, che prevedono un raffreddamento del conflitto nella parte nord di Gaza accompagnato però da una decisa intensificazione delle operazioni militari nell’area di Khan Yunis, che continuerà “al fine di localizzare la leadership di Hamas e recuperare tutti gli ostaggi”.

 

Gli abboccamenti tra Blinken e i leader israeliani sono avvenuti nel contesto di una serie di incontri diplomatici tra il Segretario di Stato americano e gli alleati strategici degli USA nella regione, (inclusi Turchia, Arabia Saudita, Emirati, Qatar e Giordania) allo scopo di tentare di evitare un possibile allargamento del conflitto e di ridare vita al processo di distensione delle relazioni tra Israele e gli altri stati medio-orientali.

 

“C’è un chiaro interesse nella regione verso la normalizzazione dei rapporti con Israele.- ha riferito Blinken al Presidete Israeliano Herzog – Ma richiederà la fine del conflitto a Gaza e la delineazione di un piano concreto per la creazione dello Stato Palestinese.”

 

Come riporta il Times of Israel, secondo alcune fonti Washington vorrebbe riproporre a Israele l’Iniziativa di Pace Araba avanzata dall’Arabia Saudita nel 2002, poi abbandonata in favore di un insieme di approcci bilaterali tra Israele e i vari Stati arabi, da considerare falliti in seguito agli attacchi del 7 ottobre.

L’Iniziativa prevede la normalizzazione  in blocco dei rapporti tra Israele e il mondo arabo in seguito alla creazione di uno Stato Palestinese.