di Redazione
Le iscrizioni alle scuole ebraiche nel Nord America stanno vivendo un netto incremento, un fenomeno che si è manifestato in seguito all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre contro Israele. La notizia, già anticipata da diverse fonti, tra cui il Forward, ha trovato oggi un approfondimento sul Times of Israel. Questo aumento rappresenta chiaramente la crescente preoccupazione della comunità ebraica in diaspora a seguito della tragica vicenda che ha colpito Israele e il popolo ebraico.
Già nei mesi precedenti, a seguito delle ondate di antisemitismo nei campus delle più prestigiose università americane, numerose famiglie ebree hanno preso la decisione di ritirare i propri figli da istituti di élite, dando la massima priorità alla sicurezza. La mancanza di trasparenza e di azione da parte di alcuni docenti nel contrastare l’antisemitismo sui campus, unita alle ripetute manifestazioni studentesche filopalestinesi, ha creato un clima di insicurezza per molti studenti, docenti e personale ebrei. Questi ultimi hanno scelto di continuare i loro percorsi accademici e insegnamenti in contesti più protetti e sicuri.
Solo poche settimane fa, la guerra tra Israele e Hamas ha scatenato tensioni nel distretto scolastico unificato di Oakland, California, portando al trasferimento di almeno 30 famiglie ebree dai loro figli. Come riportato inizialmente da J Weekly e confermato da CBS News Bay Area, alcuni genitori hanno dichiarato che la decisione di spostarsi è stata motivata in parte dalle preoccupazioni per la sicurezza dei loro ragazzi.
CBS News Bay Area ha rivelato che questa fuga delle famiglie ebree è il risultato di una serie di azioni messe in atto dal sindacato degli insegnanti di Oakland e dal distretto stesso. Molte persone ritengono che tali azioni abbiano contribuito all’antisemitismo e creato un ambiente ostile per gli studenti.
Tuttavia, secondo quanto riportato dal Times of Israel, l’aumento delle iscrizioni alle scuole ebraiche nel Nord America non è soltanto una fuga dall’antisemitismo. La scelta di iscrivere i propri figli alle scuole ebraiche denuncia anche un rinnovato senso di appartenenza e un forte legame con le proprie radici. In un periodo così difficile per il popolo ebraico, questa decisione rappresenta un’unità e un’affermazione di solidarietà.
Uno studio del Prizmah Center for Jewish Day Schools ha rivelato che studenti, provenienti dal mondo delle scuole pubbliche e indipendenti, hanno fatto il grande passo verso le scuole diurne e le yeshivah ebraiche nordamericane tra il 7 ottobre e i primi freddi di dicembre 2023.
I dati, ricavati dalle testimonianze dei responsabili delle iscrizioni e dei dirigenti di varie scuole ebraiche, 99 negli Stati Uniti e 11 in Canada. Quattro scuole su 10 hanno riferito di aver ricevuto richieste di iscrizione da studenti delle scuole pubbliche e/o di scuole indipendenti in seguito agli eventi del 7 ottobre, con il 39% delle scuole che hanno segnalato richieste o iscrizioni da studenti delle scuole pubbliche interessati a trasferirsi a metà anno scolastico. Il motivo di questo improvviso fenomeno? Secondo lo studio, si tratta di un insieme tra il desiderio dei genitori di immergere i loro pargoli in un contesto ebraico e la preoccupazione palpabile riguardo all’antisemitismo.
Paul Bernstein, CEO di Prizmah, ha osservato che mentre le iscrizioni alle scuole diurne ebraiche erano inizialmente in aumento a causa della forte risposta al COVID delle scuole diurne nel 2020, il drammatico interesse per i trasferimenti di metà anno alle scuole ebraiche dopo il 7 ottobre è stato «un vero segno dei tempi».
Secondo il rapporto Prizmah, il 73% delle richieste di iscrizione provenivano da genitori di studenti delle scuole pubbliche che desideravano che i loro figli vivessero in un ambiente ebraico. La paura dell’antisemitismo nella loro attuale scuola o comunità ha motivato il 68% delle richieste, e la risposta della loro attuale scuola alla guerra in Israele ha motivato il 32% delle richieste.
In mezzo a questo tumulto educativo, Paul Bernstein ha affermato: «Non si tratta semplicemente di una fuga dall’antisemitismo: è il desiderio di far parte della comunità ebraica». Ha inoltre aggiunto: «Questo è ciò che auspico, ossia che questa crisi possa risvegliare il desiderio nelle persone di essere attivamente coinvolte nella vita ebraica e nella comunità. La cosa migliore che possiamo fare per combattere l’antisemitismo è dare potere, educare e abbracciare la nostra comunità e dare ai nostri figli la migliore educazione ebraica possibile».
Alcuni genitori, come Gisela Bendersky del New Jersey, per il momento non considerano prioritaria l’iscrizione dei propri figli a una scuola ebraica, nella speranza che la situazione non si aggravi.
Al contrario, altri, come Marina Kirshenbaum, vedono la scuola ebraica come un rifugio ideale. Il 7 ottobre ha rafforzato la sua convinzione che la Rae Kushner Yeshiva High School sia la scelta giusta per sua figlia: «È davvero importante che cresca in un ambiente ebraico solido, dove non solo conosca le sue radici ebraiche, ma comprenda anche l’importanza dello Stato di Israele. Spero che sviluppi un fervente impegno sionista, proprio come lo è stato per me», ha dichiarato Kirshenbaum parlando di sua figlia Hannah. «Desidero che acquisisca maggiore forza interiore e fiducia in sé stessa – ha concluso – e credo che una scuola ebraica privata possa realizzare questo obiettivo. Non solo le insegnerebbe a contrastare l’antisemitismo, ma anche a essere una donna ebrea orgogliosa».
Il devastante attacco terroristico del 7 ottobre, guidato da Hamas, ha fatto tremare le fondamenta, causando oltre 1.200 vittime civili in Israele e il rapimento di almeno 240 persone. In risposta, Israele ha risposto con una campagna militare, ora nel suo quarto mese, per debellare Hamas e liberare gli ostaggi.
Foto: lubavitch.com