di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda]
Stiamo entrando nel secondo mese dell’anno, ci ricordiamo ancora tutti gli auguri che abbiamo fatto e ricevuto per il 2024: “un anno migliore”, “un anno di pace” e via di seguito. In realtà basta dare un’occhiata a quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo per comprendere che c’è poco da stare allegri. Soprattutto se ci chiediamo come Stati dittatoriali e terroristi si comportano senza essere oggetto di analisi da parte sia dei media sia della politica degli Stati democratici. Erdogan ha nel suo curriculum il massacro di tutte le minoranze curde che vivono o sono ai confini del suo Paese: ricordiamo forse qualche inviato speciale che ne abbia davvero dato conto? D’altra parte la Turchia fa parte della Nato che finora non ha ancora accolto nessuna richiesta di espulsione. Il dittatore turco ha anche accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di “comportarsi come Hitler” mentre non aveva mai nemmeno espresso una parola sul massacro degli israeliani del 7 ottobre.
Hamas addestra i bambini al terrorismo nel silenzio delle organizzazioni in difesa dell’infanzia senza che ci sia mai stato neppure un intervento della Croce Rossa Internazionale a stigmatizzare l’inumanità di questa operazione. Peggio, la CRI si è rifiutata di aiutare le famiglie degli ostaggi che le chiedevano aiuto. Così come Abu Mazen educa le giovanissime generazioni palestinesi a diventare martiri, immolando la propria vita che si traduce in milioni di dollari per le loro famiglie. Denari che arrivano in gran parte dai Paesi Europei e dagli USA.
E Zelensky? Difende il proprio Paese dal macellaio Putin, eppure finora ha raccolto segnali di stima e di difesa ma non sufficienti ad essere ammesso in Unione Europea: l’unico gesto in grado di fermare l’invasore.
È mai possibile, poi, che gli intellettuali arabi – come ad esempio lo scrittore algerino Boualem Sansal – ma anche i cittadini arabi che vivono in Europa che rischiano la propria vita, non ricevano mai attenzione dai giornali e dalle TV (con l’eccezione tradizionale di alcuni quotidiani coraggiosi)? Se anche domani venissero accoltellati o trucidati nessuno ne saprebbe nulla. Destino meritato in quanto traditori dell’Islam. Un’eccezione è Mus’ab Hasan Yusuf, “the green prince”, il figlio del capo di Hamas in Cisgiordania, che sui social è uno dei più accaniti a denunciare i crimini di Hamas. Ma può farlo solo perché vive a San Diego. L’antisemitismo palestinese in Medio Oriente non viene rivelato agli occidentali, per timore che così si possa sostenere Israele.
Foto in alto: Yahya Sinwar usa i bambini come terroristi. (laPresse)
Scrive Carlo Panella su Linkiesta: “La fascia nera sulla fronte del bimbo è quella dei kamikaze che si fanno esplodere sui civili israeliani. L’esaltazione fanatica dei bambini soldato, dei bambini kamikaze, la cultura della morte sin da piccoli, è l’essenza del modello politico e della cultura dei palestinesi che suscitano tanta simpatia nei sodali progressisti nostrani e americani”.