“Re Lear è morto a Mosca”, ma rivive a Milano

Spettacolo

di Anna Balestrieri

Debutterà al Campo Teatrale di Milano il 20 febbraio “Re Lear è morto a Mosca”, il nuovo spettacolo diretto dall’argentino Cesar Brie. Il poliedrico artista, che ha fondato e diretto diverse compagnie teatrali tra cui la Comuna Baires, il Teatro Tupac Amaru, il Teatro de los Andes e il Teatro Presente, vive dal 2016 tra l’Argentina e l’Italia.

 

Il Teatro Statale Yiddish di Mosca (GOSET)

Un lavoro che vuole riportare in luce i fasti di uno dei più grandi teatri del Novecento, il Teatro Statale Yiddish di Mosca (meglio noto come GOSET, da Gosudarstvennij Evrejskij Teatr).

Tra i più celebri teatri yiddish della storia e tra i migliori dell’Unione Sovietica, il GOSET fu fondato da Alexander Granovskij (1890-1937) con l’obiettivo di innovare lo stile teatrale ebraico e divenne rapidamente acclamato a livello internazionale. GOSET iniziò la sua storia trentennale con una serie di spettacoli che adattavano opere di famosi scrittori yiddish in contesti teatrali modernisti, interpretando in chiave sovietica opere prerivoluzionarie attraverso l’utilizzo di tecniche teatrali simboliste ed espressioniste. Esordì a Mosca nel 1921 con una serie di opere teatrali di Sholem Aleichem. I set e le decorazioni teatrali furono progettati da Marc Chagall. Durante uno dei regolari tour europei della troupe nel 1928, Granovskij non fece più ritorno in Unione Sovietica, dirigendo opere in tedesco e in ebraico per la compagnia Habimah.   Gli attori-autori protagonisti Solomon Michoels (1890-1948) e Veniamin Zuskin (1899-1952), vittime negli anni a seguire delle purghe staliniane, divennero i principali animatori del teatro.

 

Sotto pressione dello Stato, Michoels riorientò il teatro verso un repertorio di opere dei principali scrittori sovietici su temi contemporanei, per insegnare al pubblico il fervore rivoluzionario e i principi ideologici del comunismo sovietico. Queste opere non erano amate dal pubblico e fu proprio la produzione di Re Lear del 1935, la più acclamata nella storia del teatro, a fermare il suo declino artistico negli anni ’30.

 

La rivisitazione teatrale contemporanea

Sono gli attori principali, Michoels e Zuskin, a divenire protagonisti di questa rivisitazione teatrale contemporanea. Le loro biografie, restituite dai libri delle figlie dei due attori, Natalia Michoels ed Ala Zuskin-Perelman, vengono integrate nello spettacolo con la più rinomata tra le loro rappresentazioni.

 

Nella presentazione che ne dà la compagnia, Re Lear è morto a Mosca “è uno spettacolo che ripercorre la loro carriera a partire dall’ipocrita funerale di Stato accordato a Michoels, un Miserere durante il quale l’incontro con Zuskin rievoca l’inizio della loro collaborazione, per finire con un Gloria che li vede nei panni del Lear e del Fool, circondati da tutti gli attori del Goset”. L’allestimento dello spettacolo è, in scena, un’occasione per i due attori per affrontare “tutti i temi che hanno costellato la vita del Goset, dai rapporti con il potere alla definizione di una nuova arte dell’attore, dall’ebraismo e la lingua yiddish all’assillante imperativo del “realismo socialista”, dai rapporti amorosi alla vita quotidiana delle famiglie, dal contrasto tra comunismo e fascismo al bisogno di creare spettacoli critici, divertenti e non censurabili”.

Tra gli spettatori entusiasti del Re Lear in yiddish vi fu il regista inglese Gordon Craig, che commentò “Questa è la prima volta nella mia vita che vedo una produzione shakespeariana così ben rappresentata”.

GOSET emerse in un periodo in cui il governo sovietico favoriva attivamente lo sviluppo della lingua e della cultura yiddish, nel decennio in cui si riteneva che il miglior modo di accattivarsi il favore delle minoranze fosse rivolgersi loro nella lingua madre. GOSET assolveva questo ruolo insieme a giornali, scuole, tribunali e organizzazioni governative in lingua yiddish. Il successo internazionale raggiunto dal teatro gli permise di sopravvivere alla progressiva riduzione dell’attività culturale yiddish negli anni ’30 e la reputazione raggiunta protesse la sua operatività fino al 1949, anno della definitiva chiusura. Per tornare alla ribalta delle scene nel 2024.

 

Secondo Valeria Ottolenghi, spettatrice a Casalmaggiore dell’anteprima dello spettacolo di Brie, nel Lear contemporaneo “vivi e morti possono dialogare, il tempo scorre avanti e indietro, pochi elementi scenici con più funzioni, un piccolo sipario mobile che nasconde e svela, un’asse/ scala che scende dall’alto che può essere tavolo da lavoro, letto d’ospedale, zona d’impiccagione, tutto acquista senso via via in quel continuo fluire di azioni che sono spesso vere coreografie” (Gazzetta di Parma, 7 gennaio 2024).

Con il debutto imminente di “Re Lear è morto a Mosca” al Campo Teatrale di Milano il 20 febbraio (qui il calendario delle rappresentazioni), Cesar Brie riaccende i riflettori sul glorioso Teatro Statale Yiddish di Mosca, GOSET, un’istituzione che ha segnato un’epoca nel panorama teatrale mondiale. Attraverso questa rivisitazione contemporanea, Brie ci invita a riflettere sulla potenza dell’arte e sulla persistenza della memoria, offrendo uno sguardo unico sul passato e sul presente, dove vivi e morti dialogano e il tempo si piega per rivelare le profondità dell’esperienza umana. Un’occasione imperdibile per immergersi in un viaggio teatrale che sfida e incanta, promettendo emozioni e riflessioni che resteranno con il pubblico molto tempo dopo che il sipario sarà calato.