La comunità ebraica in Ucraina resiste a due anni dall’inizio del conflitto

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di Francesco Paolo La Bionda

Prima dell’invasione russa del 24 febbraio 2022, la comunità ebraica ucraina contava circa 40.000 persone, secondo le stime del think-tank britannico Institute for Jewish Policy Research (JPR), mentre la popolazione ebraica allargata, elegibile per l’aliyah secondo i criteri della Legge del Ritorno, era stimata in 190.000 individui.

Nonostante due anni di guerra che hanno provocato ampia distruzione e decine di migliaia di vittime nel paese slavo, migliaia di ebrei ucraini sono ancora presenti in loco, a fronte di circa altri 13.000 rifugiati nel resto d’Europa, soprattutto in Polonia, e di alcune migliaia in Israele, e sono determinati a rimanere.

 

 

Lo sostiene l’organizzazione umanitaria American Jewish Joint Distribution Committee (JDC), intervistata dal settimanale ebraico statunitense The Algemeiner. “Ho viaggiato molto per il paese e una verità è emersa con chiarezza: la maggior parte degli ebrei rimarrà qui nel lungo futuro”, ha commentato Oksana Galkevich, Ukraine national director di JDC.

“Anche se affrontiamo molteplici crisi globali, tra cui la guerra in corso in Israele, rimaniamo concentrati sulla terribile situazione umanitaria in Ucraina. Questi bisogni sono ancora più dolorosi a causa dei traumi diffusi, dell’aumento della disoccupazione e delle gravi lacune nell’istruzione dei bambini”, ha aggiunto il Ariel Zwang, CEO di JDC.

Secondo i censimenti storici, la popolazione ebraica in Ucraina ha toccato il suo massimo nel 1926, quando si contavano 2.720.000 persone. In seguito allo sterminio nella Shoah, è progressivamente declinata e all’indipendenza del paese dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, restavano meno di mezzo milione di individui, di cui quasi tre quarti emigrati in Israele nell’arco del decennio successivo.