di Esterina Dana e Nathan Greppi
Vetrine di librerie dove campeggiano solo titoli Propal e una lettura della storia mediorientale partigiana e unilaterale. Scaffali con i soli classici della storiografia filo-araba, con i testi di Edward Said ormai datati e faziosi, e nemmeno una copertina delle opere di Bernard Lewis o di Georges Bensoussan, storici anch’essi, analisti della presenza ebraica secolare in terra d’Islam. Con lo scoppio della guerra a Gaza, nelle librerie si moltiplicano i libri sul conflitto mediorientale: tavoli zeppi di testi che non tengono conto della complessità del contesto e della realtà israeliana, dalla sua nascita a oggi.
Per saperne di più abbiamo deciso di offrire ai lettori una selezione di testi che a nostro avviso analizzano in modo approfondito argomenti ignorati dai più: la nascita dello Stato di Israele, la sua evoluzione nei decenni, le sue ricadute sul presente.
- Saggistica
È veramente esistito un momento di coesistenza armoniosa tra ebrei, musulmani e cristiani in terra araba? Numerosi documenti tratti da fonti militari, diplomatiche e amministrative dimostrano che per gli ebrei il mondo arabo è stato sì una terra di dhimma (“protezione”), ma anche di umiliazione, dove sono stati vittime di vessazioni e pogrom. Il loro massiccio esodo, che “mise fine a una civiltà bimillenaria, anteriore all’Islam e all’arrivo dei conquistatori arabi”, non è tanto riconducibile al sionismo e alla nascita dello Stato di Israele, quanto alla volontà di riscatto dal loro stato di inferiorità, avvenuto tramite l’istruzione e l’incontro con la modernità occidentale, in contrasto con l’arretratezza del mondo musulmano. E.D.
Georges Bensoussan, Gli ebrei del mondo arabo. L’argomento proibito, Giuntina, 2018, trad. Vanna Lucattini Vogelmann pp. 171, euro 15,00.
Dal 1897, anno del primo Congresso sionista promosso da Theodor Herzl a Basilea, per giungere ai giorni nostri, ecco la storia del movimento che ha ispirato la migrazione degli ebrei in Palestina e ha dato origine allo Stato di Israele oggi al centro di uno dei più complessi conflitti del mondo contemporaneo. Una storia lunga e tortuosa, che l’autore, docente di storia e cultura ebraica all’Università di Monaco di Baviera, mette in evidenza in tutte le sue sfaccettature. Il libro inizia descrivendo le fasi iniziali del sionismo nell’Ottocento, per proseguire con la fondazione dello Stato d’Israele e seguirne le vicende fino ai giorni nostri. N.G.
Michael Brenner, Breve storia del sionismo, Laterza, 2023, trad. di M. Tosti Croce, pp. 166, euro 9,50.
Tra i fondatori del movimento sionista che, nella seconda metà dell’Ottocento, aspiravano alla creazione di uno Stato ebraico, molti sognavano una nazione che fosse né più né meno come tutte le altre. Alla base, vi era il desiderio del popolo ebraico di essere al tempo stesso normale ed eccezionale. Quando, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, la fondazione di Israele divenne infine realtà, il risultato rappresentò tutto meno che uno Stato “normale”, e tale rimane ancora oggi. Un paradosso che lo storico Michael Brenner delinea nelle sue peculiarità, dalla definizione della nuova identità ebraica e israeliana alla ricerca di un posto sicuro per Israele nel consesso delle nazioni. N.G.
Michael Brenner, Israele. Sogno e realtà di uno stato ebraico. L’identità nazionale tra eccezione e normalità, Donzelli, 2009, trad. Paolo Scotini, pp. 235, euro 28,00.
Ormai è un classico questo incalzante J’accuse alle sinistre per aver abdicato ai propri valori nell’approccio alla questione israelo-palestinese, anziché stare “naturalmente” dalla parte di Israele. L’autore, politicamente schierato a sinistra, ne è da anni un convinto difensore, e ne spiega le motivazioni ricordando: che l’idea di uno Stato israeliano nasce all’interno dei movimenti socialisti, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo; che socialista è l’idea dell’esperimento comunitario del kibbutz; che da quella tradizione proviene tutta la classe dirigente che ha governato lo Stato fino al 1977. Ma misconosciuto e abbandonato, Israele si è spostato a destra e l’antisemitismo, che in Italia era stato una prerogativa fascista, è penetrato a sinistra destinandolo di fatto a un destino funesto. E.D.
Furio Colombo, La fine di Israele, Il Saggiatore, 2007, pp. 127, euro 15,00.
Il saggio ripercorre sinteticamente l’evoluzione storica di Israele e analizza come i caratteri distintivi dell’identità ebraica siano mutati nel corso del tempo in risposta alle sfide politiche e culturali contemporanee. Il desiderio di essere sia “diverso” che “simile” ad altri Stati pone, tra gli altri, la questione della moralità politica insita ab origine nell’ebraismo: un monoteismo etico che anticipa il concetto moderno dei diritti umani in politica e comporta il rifiuto di partecipare al gioco amorale del potere internazionale. Il postulato, che mutatis mutandis definisce Israele per la sua “singolarità”, rileva il problema della sovranità politica per uno Stato che si proclama ebraico, il rapporto fra Stato degli ebrei e altri Stati e fra Stato e diaspora. E.D.
Vittorio Dan Segre, Le metamorfosi di Israele, UTET, 2006, pp. 222, euro 18,00.
La pubblicazione esplora alcuni aspetti della recente escalation del conflitto israelo-palestinese, tra cui il legame tra la firma degli Accordi di Abramo nel 2020 e la ripresa della violenza da parte di Hamas, l’islamizzazione potenziale dell’Occidente, a causa del sostegno alle cause palestinesi, e la controversia sull’interpretazione dell’antisionismo. Si riflette sulla trasformazione semantica del termine “sionista” e si discute della possibilità di definire certe forme di critica verso Israele come “antisemitismo antisionista”. Si conclude con una critica dell’accusa di genocidio rivolta a Israele dal Sudafrica, presentata alla Corte internazionale di giustizia nel dicembre 2023, e la discussione pubblica che ne è seguita. Il volume si pregia di una corposa e aggiornata bibliografia e sitografia. E.D.
Pietro Polieri, Il conflitto irrisolto, Il pozzo di Giacobbe, Trapani, 2024, pp. 240, euro 18,00.
Arricchito da una prefazione della storica Bat Ye’or, nonché da una vasta bibliografia storica, il saggio dello storico David Elber intende dimostrare come la nascita dello Stato ebraico non sia stata solo un effetto dell’emigrazione ebraica a seguito della Shoah, bensì il frutto di un lungo processo, in cui Israele ha dovuto superare numerose vicissitudini, e il cui esito era tutt’altro che scontato. E cerca anche di sfatare il mito secondo cui Israele sarebbe nato come un atto di “riparazione” da parte delle potenze occidentali per i torti che gli ebrei hanno subito durante la Shoah. N.G.
David Elber, Il mandato per la Palestina. Le radici legali dello Stato di Israele, Salomone Belforte, 2022, pp. 215, euro 25,00.
Dalle ondate di antisemitismo in Francia agli scandali nel Labour sotto Jeremy Corbyn, dall’infatuazione dell’Unione Europea per l’Iran al sostegno ai palestinesi da parte dell’estrema sinistra dopo la Guerra dei Sei Giorni. A finire sul banco degli imputati sono qui, in particolare, quegli occidentali di sinistra che dal ’68 in poi, tormentati dai sensi di colpa per il passato razzista e colonialista dei loro paesi, ripudiano la civiltà in cui sono nati in nome di un terzomondismo che divide il mondo in buoni e cattivi, dove l’Occidente è, come sempre, il cattivo. Natan Greppi
Niram Ferretti, Il capro espiatorio. Israele e la crisi dell’Europa, Lindau, 2019, pp. 272, euro 19,50.
Con uno stile a metà strada tra il romanzo di spionaggio e il saggio storico, il giornalista israelo-canadese Matti Friedman racconta le vicende di un’unità di agenti segreti creata nel periodo della Palestina sotto Mandato Britannico, la Sezione Alba, anche nota come la “Sezione araba”.
Il nome derivava dal fatto che i suoi membri erano tutti ebrei originari dei paesi arabi, e che parlavano l’arabo come madrelingua, e che vennero addestrati nel parlare e comportarsi come arabi musulmani al fine di infiltrarsi tra la gente comune, per operazioni di spionaggio e sabotaggio. Il libro racconta le vicende di quattro agenti della Sezione araba, in un arco di tempo che va dal 1948 al 1949. N.G.
Matti Friedman, Spie di nessun Paese. Le vite segrete alle origini di Israele, Giuntina, 2021, trad. Rosanella Volponi, pp. 280,
euro 18,00.
Un’analisi scritta a ridosso degli eventi del 7 ottobre e della reazione di Israele, focalizzata sulle radici teologiche ebraiche della guerra e della pace sullo sfondo delle dinamiche storico-politiche, e le prospettive della parte araba e musulmana coinvolte nella crisi attuale.
Tra i temi cruciali, sono inclusi la promessa biblica della Terra di Israele, il divieto dell’omicidio nel Decalogo e la teorizzazione talmudica delle guerre. Vi si discute altresì della benedizione per lo Stato di Israele e del dibattito sullo statuto religioso dello Stato, nonché delle guerre condotte per difenderlo. E.D.
Massimo Giuliani, Gerusalemme e Gaza. Guerra e pace nella terra di Abramo, Scholè, 2023, pp. 112, euro 12,00.
Un lavoro a più mani dell’ISPI che si distingue per profondità di ricerca. Curato da Paolo Magri e avviato poco dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 e la reazione di Israele, si propone di rispondere agli interrogativi suscitati da quei drammatici eventi dall’effetto polarizzante. Con equilibrio e rigore, presenta dieci analisi per orientarsi e tentare di chiarire non solo le origini di un conflitto sfaccettato radicato nella storia, ma anche le sue implicazioni geopolitiche ed economiche sul piano regionale e internazionale.
Tra le tematiche esplorate: l’inefficacia della soluzione dei due Stati, la posizione delle piazze del mondo arabo, il ruolo delle potenze occidentali, della Russia e della Cina, dell’asse antisraeliano e la nuova ondata di terrorismo in Europa. E.D.
ISPI, Il conflitto senza fine, Mondadori, 2024, pp. 176, euro 19,00.
Nel volume, il giornalista de Il Foglio riporta resoconti dettagliati di quello che è successo il 7 ottobre, anche grazie alle testimonianze dirette dei sopravvissuti. Inoltre, racconta di quando, l’anno precedente, si era recato lui stesso nei villaggi che un anno dopo sarebbero stati attaccati, dove aveva intervistato la gente del posto.
L’impressione generale era di persone disilluse, che già allora avevano capito prima di altri come il disimpegno da Gaza voluto da Ariel Sharon nel 2005 non avesse affatto migliorato la situazione, ma al contrario ha permesso ad Hamas di trasformare la Striscia in un covo di terroristi. N.G.
Giulio Meotti, Il sabato nero. La distruzione d’Israele, i barbari e l’Europa, Lindau, 2024, pp. 144, euro 14,50.
In questo saggio, già uscito in italiano nel 2011 e recentemente ripubblicato in un’edizione riveduta, lo storico israeliano Benny Morris analizza lo sviluppo delle relazioni, e soprattutto dei contrasti, tra Israele e gli Stati arabi negli anni cruciali che vanno dal 1949 al 1956, soffermandosi in particolare sulle infiltrazioni arabe in territorio israeliano e sulle conseguenti rappresaglie. Le incursioni di commando palestinesi, insieme agli attacchi transfrontalieri di forze irregolari, furono gli elementi principali che caratterizzarono quel periodo. Ampliato con nuovo materiale (inclusi documenti desecretati dell’IDF), il volume offre importanti spunti per capire l’attuale situazione. N.G.
Benny Morris, Medio Oriente dentro la Guerra. Le guerre di confine d’Israele 1949-1956, LEG Edizioni, 2018, trad. Giorgio Maini, pp. 655, euro 24,00.
L’analista franco-israeliano racconta la storia delle relazioni internazionali del popolo ebraico con altre nazioni; partendo dalla storia dei Regni di Israele e di Giuda nel periodo biblico, per arrivare a come anche nella diaspora gli ebrei ebbero modo, in mezzo a innumerevoli stragi e persecuzioni, di far valere i loro diritti. Molto spazio viene inoltre dedicato alla storia delle relazioni internazionali d’Israele. In particolare, l’autore ricorda come non sempre gli Stati Uniti furono il principale alleato dello Stato Ebraico, sostenuto in precedenza dall’URSS, così come al miglioramento nei rapporti con gli Stati arabi si contrapponga l’involuzione dei rapporti con l’Iran dopo il 1979. N.G.
Emmanuel Navon, La stella e lo scettro. Storia della politica estera di Israele, Giubilei Regnani, 2023, pp. 534, euro 18,99.
C’è la storia di Aren, che lavorava per una organizzazione umanitaria per la riabilitazione dei detenuti prima di essere assassinata; quella di Edna, emigrata dall’Etiopia e che fu uccisa dai terroristi mentre tornava a casa dal lavoro; May, studentessa beduina di terza media, uccisa da un razzo di Hamas assieme alla nonna Faiza; e c’è Tal, che aveva da poco adottato un cagnolino abbandonato ed è caduto nel tentativo di difendere Kfar Aza. Il suo cane è ancora seduto vicino alla tomba, chiedendosi dov’è finito il suo eroe. Queste e altre storie sono riportate nell’ultimo libro della giornalista italo-israeliana, che racconta com’è cambiata Israele dopo il 7 ottobre. N.G.
Fiamma Nirenstein, 7 ottobre 2023. Israele brucia, Giubilei Regnani, 2024, pp. 278, euro 23,00.
Uno strumento per comprendere la complessità dello Stato di Israele. Chi sono i cittadini di questo Stato? Professare lo stesso culto è sufficiente per essere cittadini d’Israele? Questi e altri temi sono affrontati in un saggio capillare, scandito in dieci capitoli che trattano della storia, alquanto complicata, di un popolo prima e di una nazione poi.
Questioni che inducono alla riflessione e suscitano interrogativi evidenziando paradossi, concetti e contraddizioni sconosciute o misconosciute ai più: le sfaccettature del movimento sionista, la sostanziale differenza tra popolo d’Israele e popolo israeliano, l’assenza di una Costituzione scritta in virtù di una serie di Leggi fondamentali, il rapporto tra demografia e democrazia. La narrazione super partes favorisce la comprensione di un pezzo di Storia ancora in fieri. E.D.
Claudio Vercelli, Israele. Una storia in 10 quadri, Laterza, 2022, pp. 192, euro 15,00.
Partendo dalle origini, lo storico Vercelli spiega dove nasce l’aspirazione degli ebrei ad autodeterminarsi con un loro Stato-nazione, e quali sono le condizioni che, tra l’800 e il ‘900, hanno permesso l’affermarsi del sionismo e la nascita dello Stato d’Israele.
Oltre alle innumerevoli guerre combattute per difendere la propria esistenza e gli accordi di pace stipulati con alcuni paesi della regione, viene raccontato per filo e per segno come Israele si è evoluto da Paese socialista e collettivista in un’economia di mercato sviluppata e in un hub tecnologico tra i più avanzati al mondo. Il tutto riportando dati precisi, attenendosi ai fatti. N.G.
Claudio Vercelli, Israele. Storia dello Stato, Giuntina, 2023, pp. 496, euro 24,00.
Chi è ebreo? Che cos’è il Sionismo e che cosa definisce un sionista oggi? Chi sono gli Israeliani? Quale l’identità dell’ebreo diasporico? Qual è il rapporto tra Stato e religione in Israele? A queste domande il libro di A.B. Yehoshua risponde con lucidità, per fare chiarezza sui termini spesso usati indiscriminatamente e impropriamente, toccando alcuni temi nodali della cultura ebraica e della storia contemporanea. In un’epoca di crisi come quella attuale risulta illuminante. Un testo che ormai è un classico, un caposaldo per capire concetti identitari complessi e sfumati. E.D.
Abraham B. Yehoshua, Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare, E/O, 2011, trad. A. Guetta pp. 84, euro 8,00.
- Letteratura
Il libro narra la storia vera dell’inaspettata amicizia di due padri, l’israeliano Rami e il palestinese Bassam, uniti dal dolore per la perdita delle rispettive figlie a causa della spirale di violenza che tormenta il Medio Oriente. Ma invece dell’odio, essi trasformano il loro dolore in attivismo per la pace, portando per il mondo la loro testimonianza e dimostrando che anche nel cuore del conflitto, l’umanità può trovare un terreno comune. Il titolo Apeirogon (poligono con un numero infinito di lati) simboleggia la molteplicità delle prospettive da cui va osservata la storia, molteplicità che si esprime anche con una scrittura che scardina la struttura del romanzo tradizionale. E.D.
Colum McCann, Apeirogon, Feltrinelli, 2022, trad. Marinella Magrì, pp. 528, euro 15,00.
L’autore offre un ritratto autobiografico non lineare della sua infanzia e adolescenza a Gerusalemme, focalizzandosi sul suicidio della madre. Sforzandosi di comprendere la complessità della sua storia familiare ebraica, dalla diaspora alla Shoah fino alla fondazione dello Stato di Israele, esplora i contrasti tra Gerusalemme e Tel Aviv, tra amore e conflitto, tra passato e presente. Affronta temi universali come l’integrazione degli ebrei in Europa, le migrazioni e lo sradicamento, mentre il protagonista naviga tra il socialismo e la realtà politica di Israele, evidenziando anche la situazione tra ebrei e arabi palestinesi. Il romanzo, ricco di riferimenti storici e culturali, è impegnativo ma pieno di umanità. E.D.
Amos Oz, Storia di amore e di tenebra, Feltrinelli, 2015, trad. Elena Loewenthal, pp. 640, euro 16,00.