di Anna Balestrieri
“Siamo stati informati che i sopravvissuti all’attacco terroristico del 7 ottobre al Re’im Music Festival sono stati discriminati dalle forze di frontiera britanniche al loro arrivo all’aeroporto di Manchester.”
È con queste parole che si è espresso il Consiglio di rappresentanza ebraico per la Grande Manchester. Il post su X denuncia il caso di domenica 24 marzo, quando all’aeroporto di Manchester le guardie di frontiera hanno trattenuto due cittadini israeliani sottoponendoli ad interrogatori aggressivi. A destare l’attenzione della polizia, i passaporti dei passeggeri, due giovani sopravvissuti al massacro consumato da Hamas al festival Supernova il 7 ottobre 2023, giunti in Inghilterra per condividere le loro esperienze di salvataggio di altri partecipanti al rave e sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’attività di una no-profit creata per aiutare i sopravvissuti.
We have been made aware that survivors of the 7th October terrorist attack on the Re’Im Music Festival were discriminated against by @UKBorder when arriving @manairport.
We have requested an urgent investigation is commenced and assurances are received to ensure passengers with… pic.twitter.com/NC0LC0lPAm
— Jewish Representative Council of GM & Region (@JewishMCR) March 25, 2024
I ragazzi sarebbero stati trattenuti per due ore con un interrogatorio “umiliante” volto a ribadire che “siamo noi i capi e non voi”, culminato con il commento “dobbiamo assicurarci che non facciate qui quello che state facendo a Gaza”.
“Il commento al loro rilascio dimostra al di là di ogni dubbio che l’individuo [che l’ha pronunciato] era motivato da intenti antisemiti”, ha affermato Levy del Consiglio di rappresentanza ebraico per la Great Manchester, aggiungendo di volere “garanzie che garantiscano che i passeggeri con passaporto israeliano possano viaggiare senza discriminazioni” da parte del Ministero degli Interni.
I protagonisti della vicenda sono i fratelli Daniel e Neria Sharabi. I sopravvissuti al massacro del festival musicale Supernova hanno affermato di sentirsi in pericolo in Inghilterra dopo quanto avvenuto al confine e chiedono le scuse del governo britannico, poiché la ragione del loro interrogatorio risiede nel loro essere israeliani o ebrei. Scioccati dal trattamento ricevuto, hanno espresso soddisfazione per l’apertura di un’indagine da parte del ministro dell’Interno James Cleverly.
La reazione del Ministero degli Interni
Un portavoce del Ministero ha dichiarato: “Siamo a conoscenza della denuncia presentata contro il personale delle forze di frontiera all’aeroporto di Manchester e stiamo indagando su queste affermazioni.”
“Mentre si stanno accertando i fatti e le circostanze, va ribadito che non tolleriamo l’antisemitismo, in nessuna forma, ovunque”, ha affermato il ministro degli Interni James Cleverly.
L’aeroporto di Manchester ha detto di essere in contatto con il Ministero degli Interni.
Il sito web della BBC, nel riportare la notizia, chiude con la seguente dichiarazione: “Secondo il ministero della sanità di Gaza, diretto da Hamas, più di 28.000 palestinesi sono stati uccisi e decine di migliaia feriti dagli attacchi israeliani dall’inizio della guerra. Afferma che la maggior parte sono donne e bambini”. Non è quindi sorprendente che negli ultimi mesi il Regno Unito abbia vissuto una preoccupante ondata di antisemitismo.
L’impennata dell’antisemitismo in Regno Unito
L’impennata dell’antisemitismo dal 7 ottobre ad oggi rileva un aumento del 589 per cento del numero di incidenti motivati dall’odio antiebraico rispetto allo stesso periodo del 2022 (dati del Community Security Trust).
La comunità ebraica del Regno Unito ha espresso preoccupazione per le massicce manifestazioni antisraeliane che tengono settimanalmente a Londra i manifestanti filo-palestinesi, con appelli per una “intifada”, così come canti antisemiti che inneggiano alla distruzione di Israele e ad una “Palestina del ’48, non a due stati”. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le segnalazioni di attacchi contro persone che affiggevano manifesti degli ostaggi rapiti da Hamas o che parlavano ebraico per le strade di Londra.