di Pietro Baragiola
L’Indonesia ha finalmente accettato di instaurare rapporti diplomatici con Israele come parte dell’accordo per essere ammessa nella prestigiosa Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che si occupa di promuovere la crescita economica del mondo intero.
La decisione è stata annunciata da un funzionario israeliano che ha preferito mantenere l’anonimato. Questo informatore ha confermato le informazioni divulgate precedentemente dal quotidiano Yediot Ahronot secondo cui ci sarebbero stati mesi di colloqui segreti tra Gerusalemme e Giacarta mediati dal Segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann in modo da garantire un riavvicinamento tra i due Paesi.
Per entrare a far parte dell’OCSE i 38 Paesi membri devono dare un sostegno unanime ma Israele si è sempre opposta all’aggiunta dell’Indonesia all’interno dell’organizzazione per via dell’antagonismo mostrato in più occasioni nei confronti di Gerusalemme.
La normalizzazione dei rapporti tra questi due Paesi segnerà un’incredibile svolta: l’Indonesia sarà finalmente in grado di mettersi in pari con le nazioni economicamente avanzate mentre il mondo intero vedrà scomparire i movimenti anti-israeliani dal Paese con il maggior numero di musulmani.
Inoltre, se l’Indonesia ha sempre mantenuto rapporti sottotono con Israele questa sarebbe la prima volta in cui si manifesterebbero legami aperti tra i due.
“Senza avere legami ufficiali, gli scambi diretti e indiretti tra Israele e Indonesia nel commercio, nella tecnologia e nel turismo ammontano a circa 500 milioni di dollari all’anno” ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’Israel-Asia Center Rebecca Zefferi durante un’intervista al Times of Israel. “E con questo nuovo accordo i profitti tenderanno sicuramente ad aumentare”.
Divergenze tra Israele e Indonesia
Con una popolazione di circa 280 milioni di abitanti l’Indonesia è il quarto Paese più popolato al mondo e il paese musulmano più popolato al mondo. Le proteste anti-israeliane sono dunque molto frequenti in questo Paese che da sempre è stato un convinto sostenitore della creazione di uno Stato palestinese indipendente.
Questo odio anti-israeliano ha portato diverse conseguenze negative per l’Indonesia: una delle più recenti ha avuto luogo nel marzo 2023 quando il Paese è stato privato del ruolo di ospite della Coppa del Mondo Under 20 maschile per via della massiccia opposizione dimostrata dai suoi tifosi verso la partecipazione di una squadra di calcio israeliana al torneo.
Negli ultimi mesi, sotto il presidente indonesiano Joko Widodo, l’Indonesia ha ripetutamente condannato le violenze a Gaza ed ha esortato gli altri Paesi a “fermare l’escalation, a interrompere l’uso della violenza, a concentrarsi sulle questioni umanitarie e a risolvere una volta per tutte il problema alla radice, ovvero l’occupazione israeliana della Palestina”.
Sulla scia di questi fatti a gennaio Giacarta ha presentato una causa contro Israele alla Corte Internazionale di giustizia dell’Aia e ha anche appoggiato l’accusa di genocidio presentata dal Sudafrica contro lo Stato ebraico.
Nonostante da tempo girassero voci di un’eventuale normalizzazione dei rapporti tra Israele e Indonesia, l’ufficio di Widodo ha sempre smentito tali teorie. Tuttavia, martedì 9 aprile è avvenuto un primo evidente segnale di questo riavvicinamento tra i due Paesi: Israele ha permesso all’Indonesia di partecipare ad un lancio di aiuti umanitari a Gaza, segnando la prima volta che un aereo indonesiano ha attraversato lo spazio aereo israeliano.
Solamente due giorni dopo, giovedì 11 aprile, sono state ufficialmente confermate le voci di un accordo diplomatico tra i due.
L’accordo
Secondo la testimonianza del funzionario israeliano, in cambio dell’instaurazione di relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico, Gerusalemme avrebbe revocato la propria opposizione a che l’Indonesia diventi il 39° membro dell’OCSE.
Dopo tre mesi di colloqui segreti tra Gerusalemme e Giacarta, il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann ha inviato una lettera al Ministro degli Esteri israeliano Israel Katz per informarlo sulle condizioni dell’accordo.
“Sono lieto di annunciare che il Consiglio ha ufficialmente accettato la condizione anticipata, chiara ed esplicita che l’Indonesia mantenga relazioni diplomatiche con tutti i membri dell’organizzazione prima di qualsiasi decisione di accettazione nell’OCSE” ha scritto Cormann nella lettera. “Inoltre, qualsiasi decisione futura di accettare l’Indonesia come membro dell’organizzazione richiederà un accordo unanime tra tutti i membri, compreso Israele. Sono convinto che questo concetto vi sia chiaro”.
Il giornale e il sito online della rivista Ynet hanno confermato che mercoledì 10 aprile Katz ha inviato una lettera di risposta accogliendo con favore queste condizioni.
“Condivido la vostra aspettativa che questo processo rappresenti un notevole passo avanti per l’Indonesia, così come mi aspetto un cambiamento positivo nei suoi rapporti verso Israele e in particolare una rinuncia alla politica discriminatoria nei suoi confronti, in modo da instaurare solide relazioni diplomatiche tra le parti” ha affermato Katz.
Secondo le previsioni, il processo di adesione dell’Indonesia potrebbe richiedere dai due ai tre anni, durante i quali il Paese sarà sottoposto a un intenso processo di revisione.
Come stato membro, Israele avrà il diritto di porre veto all’adesione in qualunque momento se l’Indonesia non riuscirà a stabilire legami diplomatici entro i tempi richiesti.