Università occupate: docenti e studenti non ci stanno

Italia

di Redazione
Nelle ultime settimane anche in Italia alcune università sono state occupate dai manifestanti pro-Gaza, che chiedono la sospensione degli accordi con le università israeliane, e che stanno tuttora impedendo in alcuni atenei di svolgere regolarmente a studenti e docenti di seguire le lezioni in presenza, obbligandoli in alcuni casi a seguirle online. Si tratta però di gruppi minoritari all’interno della galassia studentesca, che invece vorrebbe continuare a fare quello per cui è iscritta all’Università: studiare e acquisire conoscenze.

Per questo ci sembra importante pubblicare la lettera scritta da alcuni gruppi studenteschi al Rettore dell’Università Statale di Milano Elio Franzini, in cui viene chiesto di restituire gli spazi alle loro funzioni e all’istituzione di riprendersi il suo ruolo di spazio di studio, conoscenza e confronto.

Allo stesso modo, è doveroso pubblicare la lettera scritta da alcuni docenti al Ministro dell’Università Anna Maria Bernini e alla Conferenza dei Rettori Italiani – CRUI in cui viene espressa l’esigenza di un serio approfondimento della situazione mediorientale, nonché di rappresentare le studentesse e gli studenti preoccupati di una deriva culturale e politica che rischia di avere delle conseguenze devastanti sulla cultura della convivenza e del confronto pacifico nelle università”.

 

La lettera degli studenti: “Vogliamo studiare!”

A seguito del perdurare dell’occupazione abusiva degli Atenei di Milano e di episodi simili in diverse altre Università sia nel nostro paese che all’estero, le Associazioni Studentesche firmatarie di questo manifesto si sono riunite per dichiarare insieme e con forza quanto segue:

  • Odio ed intolleranza non devono aver posto nelle nostre Università. Episodi discriminatori di qualsiasi genere ed in particolare verso studenti di fede ebraica come quelli avvenuti in queste ultime settimane, sono totalmente inaccettabili e devono essere perseguiti.
  • L’università è un centro di confronto pluralistico delle idee e di dibattito. Tutti gli studenti devono avere il diritto di poter esprimere le proprie idee nei modi e nelle sedi appropriati; la censura di un gruppo di studenti a danno di tutti gli altri è totalmente intollerabile e conduce verso un inaccettabile pensiero unico voluto e condiviso da pochissimi studenti a pesante discapito di tutti gli altri.
  • Gli spazi universitari appartengono per definizione e regolamento a tutti gli studenti, che devono poterne usufruire per studiare in tranquillità e sicurezza. L’occupazione illegale degli spazi di studio ad opera di una minoranza violenta NON PUO’ e NON DEVE diventare la nuova normalità delle nostre università.

Le strutture così come l’immagine del nostro e degli altri Atenei non devono essere deturpati dalle azioni illegali di una minoranza violenta e non rappresentativa.

 

  • Le università sono il luogo di studio per eccellenza. Gli accordi tra atenei nazionali ed internazionali di valore devono essere mantenuti in quanto rappresentano opportunità formidabili per aumentare le proprie competenze e per confrontarsi con realtà culturali diverse dalle nostre, questo arricchisce tutti noi non solo come studenti, ma come persone e come cittadini.

 

A seguito di queste nostre rivendicazioni chiediamo al Magnifico Rettore Franzini ed al Senato Accademico di prendere ferma posizione contro le persistenti illegalità e sviluppare le seguenti azioni per ripristinare le condizioni indispensabili per un ambiente universitario libero e democratico:

  • Liberare gli spazi della nostra università e ridarle un aspetto in cui tutti gli studenti si possano riconoscere, riparando ai danni causati dagli atti di vandalismo che si sono accompagnati a questa occupazione.
  • Creare uno spazio condiviso per un vero dibattito aperto sui grandi temi di attualità, dove tutti gli studenti possano esprimersi liberamente ed alla pari, con moderazione ed imparzialità come si addice ad ogni dibattito democratico.
  • Mantenere gli accordi in vigore con gli altri atenei a partire da quelli con le università israeliane che rappresentano un’avanguardia nella tecnologia ed in altri campi dalla cui collaborazione tutti gli studenti possono ricevere notevoli benefici ed opportunità.

Le associazioni firmatarie di questo manifesto differiscono per molti aspetti e hanno visioni in alcuni casi divergenti su diversi temi, ma oggi siamo tutti uniti nella difesa dei valori fondamentali della nostra università così come del nostro paese: democrazia, libertà di espressione e di pensiero, tutela delle minoranze e soprattutto diritto allo studio.

Non vogliamo e non possiamo assistere inermi ai danni che una minoranza violenta sta facendo alla nostra università, NOI VOGLIAMO STUDIARE !

Milano, 27 Maggio 2024

Le preoccupazioni dei docenti per una “pericolosa deriva culutrale e politica”

In qualità di professori e ricercatori afferenti a Università ed Enti di Ricerca italiani condividiamo l’esigenza di un serio approfondimento della situazione mediorientale, nonché di rappresentare le studentesse e gli studenti preoccupati di una deriva culturale e politica che rischia di avere delle conseguenze devastanti sulla cultura della convivenza e del confronto pacifico nelle università. Vogliamo in particolare esprimere la nostra vicinanza agli studenti ebrei e non, che da mesi vivono una situazione di profonda angoscia, aggravata dal dilagante antisemitismo nella società e nelle aule universitarie. Non solo gli ebrei e gli israeliani sono angosciati e preoccupati per l’antisemitismo. Una deriva antisemita sarebbe una catastrofe per tutti.

Scriviamo questa lettera aperta in relazione alla deliberazione dell’Assemblea Generale dei Rettori presso la CRUI, assunta il 23 maggio scorso, di cui condividiamo l’auspicio a “porre fine alla catena di azioni e reazioni e consentire l’avvio di un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile”.

Notiamo con grande angoscia che, dopo una fugace condanna dell’eccidio del perpetrato il 7 ottobre, quale scaturigine del conflitto in corso, si legge che “il massacro di civili che da quella data è stato perpetrato nella Striscia di Gaza e la contemporanea distruzione di tutte le infrastrutture, non ultime le università, hanno ormai superato ogni limite accettabile”.

Condividiamo l’angoscia per le tragiche vicende che coinvolgono la Striscia di Gaza, pur ricordando che le università gazawe, al pari di scuole e ospedali, autoambulanze vengono utilizzate da Hamas e dalla Jihad Islamica come mezzo di spostamento, deposito di armi e basi per azioni belliche, reso possibile da un controllo totalitario sul territorio e sulla popolazione. La deliberazione non menziona le decine di migliaia di missili piovuti su Israele nel corso di questi mesi, da sud e da nord e da est e sorvolando sul fatto che la tragedia che si è abbattuta sui due popoli è la conseguenza di un eccidio perpetrato da Hamas.

Pur apprezzando e sostenendo la decisione di non dare seguito alla richiesta, peraltro avanzata della minoranza del corpo docente e studentesco italiano, di interrompere le collaborazioni con le università israeliane, presentata sulla base di concetti tanto falsi quanto abusati nel dibattito pubblico, quali genocidio e dual use, ci interroghiamo sul significato degli ultimi tre punti della delibera.

Innanzitutto, l’auspicio a che le università aderiscano al consorzio UNIMED (Mediterranean Universities Union) di cui fanno parte le università palestinesi e a TESI (Technical Education Support for Higher Education Students Initiative) promosso dalla An-Najah National University, che prevede aiuti finanziari e materiali agli studenti della Striscia di Gaza, va inquadrato nella tutela dell’autonomia delle università da ogni condizionamento esterno di carattere ideologico, economico o confessionale (art. 2, comma 1 dello Statuto CRUI).

In secondo luogo, va verificato che le università palestinesi citate nella delibera e quelle aderenti ad UniMed afferiscano alla Magna Charta sottoscritta dagli Atenei italiani e dalla CRUI, garantiscano la libertà della ricerca, secondo l’articolo 3 dello Statuto CRUI, secondo cui la partecipazione a enti, organismi e società è consentita a condizione che i suddetti perseguano finalità affini e compatibili con gli scopi sociali della CRUI.

In terzo luogo, va stabilito che le misure proposte siano in linea con il principio sancito all’art. 1, comma 2 dello Statuto CRUI che prevede che “nel rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle convezioni sui diritti umani, la CRUI rifiuta ogni forma di discriminazione riferita al genere, all’origine etnica o geografica, alla fede religiosa, alle condizioni personali e sociali, affermando una Università pluralistica ed inclusiva”.

A tale proposito, ricordiamo il clima che ha investito da mesi le università italiane, tra gravi episodi di antisemitismo e favoreggiamento di forme di illegalità da parte di gruppi minoritari che, impedendo a docenti e studenti l’accesso alle facoltà, hanno causato l’interruzione del pubblico servizio cui l’università è tenuta ad adempiere.

Auspichiamo caldamente che le iniziative per facilitare i percorsi accademici degli studenti palestinesi valgano per tutte le ragazze e i ragazzi di ogni paese, Israele incluso, dato che pensiamo siano un potente strumento per contribuire allo sviluppo di una cultura del dialogo e della fratellanza fra persone, popoli e culture.

 

Primi Firmatari

 Amabile Maria Teresa, prof. di diritto romano e diritti dell’antichità, Università degli Studi di Salerno

Anselmi Chiara, CNR IRET Istituto di Ricerca Ecosistemi Terrestri, Porano (TR) Baffo Giancarlo, Dip. Scienze Sociali, Politiche e Cognitive, Università di Siena Balbi Giuliano, prof. Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Bassan Massimo, prof. di fisica, Università di Tor Vergata Roma

Berretta Giangiacomo, prof. di chimica farmaceutica, Università degli Studi di Milano

Berti Silvia, prof. di Storia Moderna, dip. di Filosofia, Università La Sapienza Roma Boggiatto Paolo, prof. di analisi matematica, Università degli Studi di Torino Casella Rino, prof. di Diritto Pubblico Comparato, Università di Pisa

Caviglia Daniele, prof. Storia delle relazioni internazionali, Università Kore di Enna

Colombo Asher, prof. ordinario di Sociologia, Università degli Studi di Bologna Corso Guido, prof. emerito diritto amministrativo, Università di Roma Tre Corso Lucia, prof. di filosofia del diritto, Università Kore di Enna

Cuzzi Marco, prof. di storia contemporanea, Università degli Studi di Milano Di Carlo Leonardo, prof. filosofia del diritto, Università degli Studi di Foggia Diamond Mathew, prof. di neuroscienze cognitive, SISSA, Trieste

Finelli Pietro, Direttore scientifico Domus Mazziniana, docente incaricato di storia contemporanea, Università degli Studi di Pisa

Franco Cristina, avvocato Diritto Commerciale, Iniziativa Voce dalle Regioni Iovane Massimo, prof. di diritto internazionale, Università degli Studi di Napoli, Federico II

La Porta Caterina, prof. di patologia generale, Università degli Studi di Milano Levi Giuseppe, Ric. di Fisica Nucleare e Sub Nucleare, Università di Bologna

Lucrezi Francesco Maria, prof. di diritto romano e diritti dell’antichità, Università degli Studi di Salerno

Marini Marina, prof. di biologia applicata, Università degli Studi di Bologna Mazzone Stefania, prof. storia delle dottrine politiche, Università degli Studi di Catania

Meghnagi  David,  prof.  di   psicologia clinica  Roma  Tre,  ordinario Società psicoanalitica italiana.

Modigliani Franco, dott. Diritto Commerciale, Iniziativa Voce dalle Regioni Pavoncello Daniela, Ricercatrice INAPP, Istituto Nazionale Analisi Politiche Pubbliche

Pesce Giovanni, prof. diritto amministrativo, UniNettuno, Roma Pilotti Luciano, prof. di Economia, Università degli Studi di Milano Rumiati Raffaella, prof. di neuroscienze cognitive, SISSA, Trieste Santus Daniela, prof. di geografia, Università degli Studi di Torino

Solari Luca, prof. di organizzazione aziendale, Università degli Studi di Milano Supino Rosanna, IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano

Tagliacozzo Tamara, prof. di filosofia morale, Università degli Studi di Roma Tre Tarquini Alessandra, prof. di storia contemporanea, Università Sapienza di Roma Veronese Alessandra , prof. di storia medioevale, Università degli Studi di Pisa Vitale Alessandro, prof. di geografia economico politica, Università degli Studi di Milano

Vitale Quinoz Marco Alberto, prof. di filosofia del diritto, Università degli Studi di Milano

Volli Ugo, prof. di Semiotica, Università degli Studi di Torino

Winkler Aldo, Primo Tecnologo, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Zaccone Alessio, prof. di fisica della materia, Università degli Studi di Milano Zapperi Stefano, prof. di fisica della materia, Università degli Studi di Milano