di Pietro Baragiola
Il 23 giugno 2024 in Normandia si sono tenuti i funerali di Nathan B. Baskind, l’ufficiale ebreo dell’esercito degli Stati Uniti ucciso in azione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Baskind ha perso la vita combattendo in Normandia, pochi giorni dopo lo storico D-Day. Il suo corpo non è stato mai restituito ai suoi famigliari e per ben 80 anni è rimasto sepolto in una fossa comune nazista.
Oggi, grazie alle recenti innovazioni nel campo del DNA, i resti dell’ufficiale sono stati ritrovati e sepolti dai suoi famigliari con una cerimonia dove tradizioni ebraiche e onorificenze militari hanno reso eleganza e dignità alla memoria del caduto.
La sorte di Nathan B. Baskind
Nato nel 1916 a Pittsburgh, in Pennsylvania, Baskind ha prestato servizio nel 899° battaglione americano di distruttori di carri armati, alla guida di quattro M-10.
Nonostante fosse stato uno degli eroici sopravvissuti allo sbarco a Utah Beach del 6 giugno 1944, Baskind ha perso la vita 17 giorni dopo, il 23 giugno, durante la battaglia di Cherbourg.
Il padre di Nathan, Abe Baskind, ha cercato per anni di ottenere informazioni sulla sorte del figlio finché, nel luglio 1949, ha ricevuto una lettera scritta dal tenente colonnello W.E. Campbell che affermava che i resti di Nathan erano “irrecuperabili” e rendeva onore al suo sacrificio: “possa la conoscenza dell’onorevole servizio reso da vostro figlio al suo Paese essere fonte di conforto per voi che avete perso il vostro caro in circostanze talmente difficili da non poterci essere nemmeno una tomba a cui rendere omaggio”.
Secondo un rapporto pubblicato dalla Defense POWE/MIA Accounting Agency (DPAA), Baskind e un altro soldato sono caduti in un’imboscata mentre erano in perlustrazione. Il secondo soldato è riuscito a salvarsi e a riportare la notizia della morte di Baskind ma i diversi tentativi di recuperare il corpo dell’ufficiale non hanno mai avuto successo.
Nel 1957 la Commissione tedesca per i cimiteri di guerra (Volksbund Deutsche Krisgräberfürsorge) ha trovato la targhetta dell’ufficiale ma, non potendone identificare i resti, ha finito per seppellirlo in una fossa comune nel cimitero di guerra tedesco di Marigny insieme a decine di soldati nazisti.
Il ritrovamento
Nel 2022 Eric Feinstein, un genealogista di Clifton, New Jersey, ha trovato il nome di Baskind in una foto pubblicata sul sito web della Commissione tedesca per i cimiteri di guerra e ha deciso di indagare sulla sua storia.
Dopo aver appreso che Baskind era ebreo, Feinstein ha deciso di contattare l’Operazione Benjamin, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata a preservare le memorie dei militari ebreo-americani che hanno dato la loro vita per il Paese.
Shalom Lamm, CEO dell’organizzazione, ha capito immediatamente l’importanza della vicenda e ha contattato personalmente la famiglia di Baskind il cui unico desiderio era di dare ai resti del loro famigliare una degna sepoltura ebraica.
“Ogni parte di questa missione era irta di difficoltà” ha affermato Lamm durante un’intervista a The Times of Israel, spiegando che l’esumazione del corpo avrebbe richiesto l’approvazione di diverse autorità religiose.
Il team guidato da Lamm è volato dunque in Israele per incontrare il rabbino Asher Weiss, personalità di spicco della Torah che, seppur inizialmente titubante, ha deciso di dare il suo consenso alla missione.
Grazie all’ambasciatore tedesco Steffen Seibert, l’Operazione Benjamin ha ottenuto dai membri della Commissione tedesca per i crimini di guerra il permesso ufficiale di riesumare i resti di Baskind e sottoporli al test del DNA. Nonostante le condizioni climatiche avverse e l’argilla acida avessero reso difficile il recupero dei campioni, i resti sono stati riesumati completamente nel dicembre 2023.
“Non capita spesso di riesumare ossa di quell’epoca” ha affermato Erin Sweeney McBride, vicepresidente delle operazioni forensi di Bode Technology, un laboratorio privato di DNA incaricato di identificare i resti di Baskind. “Molte persone pensano che abbia a che fare solo con l’età del campione, ma in realtà ha più a che vedere con le condizioni. Agenti come l’acqua, il sole e i batteri tendono a degradare il DNA”.
Fortunatamente i test hanno trovato una corrispondenza sia con parenti paterni che materni di Baskind, confermando così la sua identità.
“La tecnologia moderna ci ha permesso di effettuare identificazioni che alcuni decenni fa non avremmo mai potuto fare” ha spiegato Charles K. Djou, segretario dell’American Battle Monuments Commission (ABMC), l’agenzia amministrativa che gestisce i cimiteri militari statunitensi all’estero. “Siamo lieti di esserci riusciti e di poter dare a questo soldato una degna sepoltura.”
La sepoltura in Normandia
Il cimitero americano della Normandia è oggi il luogo di sepoltura di oltre 9300 soldati americani, tra cui 152 ebrei.
“La maggior parte di questi funerali si è tenuta dopo la fine della guerra. Il corpo di Baskind è stato recuperato ben 80 anni dopo ed oggi è finalmente sepolto con tutti gli onori militari” ha raccontato Djou a The Times of Israel. “Questa è una grande dimostrazione di come noi americani siamo costantemente impegnati a riportare a casa i nostri eroi caduti, a prescindere da quanto tempo ci vorrà”.
“Finalmente una cicatrice della mia infanzia inizierà a guarire” ha affermato commossa Samantha Baskind, nipote di Nathan, durante l’elogio funebre. “Siamo qui per rendere omaggio ad un grande eroe di guerra ebreo-americano, un figlio, un fratello, uno zio che era molto amato e di cui si sente disperatamente la mancanza”.
Oltre ai membri della famiglia, alla cerimonia hanno partecipato ufficiali militari, autorità politiche e persino Jonathan Conricus, ex portavoce internazionale dell’IDF.
“Dobbiamo essere grati a tutti gli uomini e le donne che hanno dato coraggiosamente la loro vita per noi e dobbiamo rendere onore al loro sacrificio rimanendo vigili contro l’odio tutt’ora dilagante” ha concluso Conricus tracciando parallelismi tra le guerre del passato e quelle di oggi. “Come Mosè portò le ossa di Giuseppe lontano dall’Egitto è vitale che anche noi non abbandoniamo mai i nostri eroi”.