di Marina Gersony
Ieri, giovedì 4 luglio, le elezioni generali nel Regno Unito hanno rinnovato i 650 seggi della Camera dei Comuni, la camera bassa del Parlamento. I primi exit poll hanno rivelato una vittoria schiacciante del Partito Laburista, che ha ottenuto il 33,8% dei voti e 411 seggi, raggiungendo la maggioranza parlamentare. Questo risultato rappresenta la peggiore sconfitta nella storia per i conservatori, guidati da Rishi Sunak, che hanno ottenuto solo 119 seggi e il 23,7% dei voti. Seguono i centristi Lib-Dem e l’estrema destra entra in Parlamento con i sovranisti di Reform UK di Nigel Farage, eletto deputato dopo sette tentativi falliti.
Keir Starmer, ex pubblico ministero che ha assunto la guida del Partito Laburista nel 2020 sostituendo Jeremy Corbyn, diventa così il nuovo Primo Ministro: «Ce l’abbiamo fatta! Il cambiamento inizia ora», ha dichiarato nel suo discorso di vittoria. Buckingham Palace ha confermato che re Carlo III ha ricevuto Starmer e gli ha chiesto di formare una nuova amministrazione.
Il premier uscente, Rishi Sunak, ha ammesso la sconfitta e ha presentato le sue dimissioni a re Carlo III. «Il Partito Laburista ha vinto queste elezioni generali e ho chiamato Sir Keir Starmer per congratularmi con lui per la sua vittoria», ha detto Sunak nel suo ultimo discorso.
Il Ritorno degli Ebrei al Labour
Questa tornata elettorale rappresenta una svolta cruciale per la comunità ebraica del Regno Unito, che negli ultimi anni ha vissuto un rapporto complesso con i principali partiti politici. L’agenda antisionista di Corbyn e lo scandalo antisemita associato avevano spinto quasi metà degli ebrei britannici a dichiarare l’intenzione di lasciare il Paese in caso di vittoria laburista, alienando anche un più ampio elettorato. Di conseguenza, la comunità ha accolto favorevolmente la vittoria del “nuovo” Partito Laburista di Sir Keir Starmer, seppure con qualche riserva, osservando attentamente gli sviluppi. I leader ebraici hanno elogiato Starmer per il suo successo e ringraziato il governo conservatore uscente per il sostegno fornito dopo l’attacco del 7 ottobre.
Il rabbino capo Ephraim Mirvis, considerato la massima autorità spirituale e morale ebraica ortodossa in Gran Bretagna, ha sottolineato che Starmer diventa Primo Ministro in un periodo di «polarizzazione, estremismo e conflitto». Phil Rosenberg, presidente del Consiglio dei deputati degli ebrei britannici, ha dichiarato a sua volta che nessuno nella comunità ebraica dimenticherà lo stato in cui si trovava il Partito Laburista quando Starmer ne prese il controllo nel 2020, caratterizzato da antisemitismo e inadeguatezza a governare. Rosenberg ha anche ringraziato Rishi Sunak e il Partito Conservatore per il loro sostegno alla comunità ebraica negli ultimi 14 anni, tra cui l’adozione della definizione di antisemitismo dell’IHRA e la proscrizione di Hamas e Hezbollah.
Sotto la guida di Keir Starmer, il Partito Laburista ha fatto notevoli sforzi per affrontare l’antisemitismo, un problema che aveva causato profonde fratture durante la leadership di Jeremy Corbyn. Il Jewish Labour Movement (JLM) ha espresso rinnovata fiducia nel partito, affermando che i suoi membri sentono nuovamente il Labour come un luogo sicuro e accogliente per gli ebrei. Starmer ha assicurato alla comunità ebraica che i cambiamenti all’interno del partito sono permanenti e ha promesso di continuare a finanziare il Community Security Trust (CST).
Chi è Keir Starmer
Nato nel 1962 a Southwark, un borough di Londra, figlio di una infermiera e un costruttore di utensili, Sir Keir Rodney Starmer è stato il primo della sua famiglia a frequentare l’università, studiando legge a Leeds e Oxford. Ex pubblico ministero, dopo la pesante sconfitta dei laburisti nelle elezioni generali del 2019 e le dimissioni di Corbyn, il 4 gennaio 2020 ha annunciato la sua candidatura alla leadership del Partito Laburista il 4 aprile 2020, battendo le rivali Rebecca Long-Bailey e Lisa Nandy. Eletto capo del partito con il 56,2% dei voti al primo turno, è stato lodato per la sua imparzialità e professionalità. Definito serio, moderato e centrista, ha ereditato un partito afflitto da lotte interne e accuse di antisemitismo, che ha affrontato con determinazione espellendo gli elementi antisemiti e presentando pubbliche scuse alla comunità ebraica. «Ho cambiato il partito laburista e, se avrò il privilegio di essere eletto, cambierò anche il Paese», aveva promesso.
Lady Victoria: la prima famiglia ebraica a Downing Street
Dopo la vittoria elettorale, i media hanno subito acceso i riflettori su Lady Victoria, l’affascinante moglie di Keir Starmer chiamata affettuosamente anche Vic o Vicky. Nata a Londra nel settembre 1973 (ma chi dice nel 1974) con il nome di Victoria Jane Alexander, è cresciuta a Gospel Oak, nel nord-ovest della città. Suo padre Bernard, un docente di Economia, è un ebreo osservante nato da una famiglia ebreo-polacca emigrata nel Regno Unito prima della Seconda guerra mondiale. Sua madre, Barbara Moyes, convertitasi all’ebraismo e morta nel 2020, ha lavorato come medico della comunità e ha prestato servizio come Executive Coach presso la NHS Leadership Academy. Vic ha una sorella maggiore, Judith.
Descritta dalle cronache come elegante, misteriosa e riservata, ammirata soprattutto per il low profile, Lady Victoria è un’ex avvocata, proprio come suo marito, e attualmente lavora come manager nella Sanità pubblica britannica. Di lei si dice anche che sia «simpatica, intelligente e straordinaria». La coppia vive con i loro due figli, Toby di 13 anni e Victoria di 11, in una casa da 1,75 milioni di sterline a Camden, nel nord di Londra. Si racconta che sia molto amica di Amal e George Clooney e che frequenta la sinagoga londinese liberale di St John’s Wood con i suoi cari. Per la prima volta, una famiglia ebraica si appresta dunque a risiedere al numero 10 di Downing Street. Anche se non è del tutto certo. Estremamente attenta alla privacy della sua famiglia, fonti interne al partito laburista la descrivono come la «First Lady riluttante», talmente riluttante che, si dice, potrebbe non essere affatto entusiasta di trasferirsi nella residenza ufficiale prevista, preferendo rimanere nell’attuale dimora nel Nord di Londra.
Il supporto a Israele e gli attacchi dei pro-Pal
La fede di Lady Victoria è diventata più evidente a livello politico dopo gli attacchi del 7 ottobre. Starmer ha dichiarato che metà della famiglia di sua moglie è ebrea, sia nel Regno Unito che in Israele, e ha espresso sostegno alle comunità ebraiche e a Israele. Ha criticato la BBC per non aver etichettato Hamas come un’organizzazione terroristica e ha sottolineato l’importanza di combattere l’antisemitismo.
Durante la campagna elettorale, la famiglia di Starmer è stata bersaglio di proteste pro-Palestina. Lady Victoria è stata costretta a lasciare la sua casa a causa delle proteste fuori dalla loro residenza a North London. Combattere l’antisemitismo e sostenere la comunità ebraica sono stati elementi chiave del “nuovo” Partito Laburista sotto la guida di Starmer, portando a un notevole aumento di consensi tra gli elettori ebrei.
Starmer ha spesso evidenziato l’importanza dell’ebraismo nella sua vita familiare, definendo lo Shabbat un «punto di riferimento granitico nella settimana» e sottolineando come queste tradizioni siano fondamentali per mantenere vive le radici religiose della famiglia. Recentemente, Rishi Sunak lo ha criticato per aver dichiarato che, anche come Primo Ministro, avrebbe mantenuto libera la serata del venerdì per celebrare lo Shabbat. Starmer ha risposto definendo questa critica insensibile e con sfumature antisemite, sottolineando come il venerdì sera sia un momento significativo per molte religioni.
Rinnovamento e Cooperazione
Diversi osservatori ritengono che il nuovo governo non apporterà cambiamenti significativi alla linea seguita sulla Brexit, ma c’è speranza che possa portare maggiore stabilità e migliorare i rapporti con l’Unione Europea. La leadership di Starmer potrebbe segnare un’era di pragmatismo e moderazione. Il nuovo premier avrà presto l’opportunità di confrontarsi con le principali figure politiche europee al vertice NATO negli Stati Uniti dal 9 all’11 luglio.
La schiacciante vittoria dei laburisti potrebbe segnare l’inizio di una fase di rinnovamento e consolidamento, sia sul fronte interno che nelle relazioni con gli alleati europei e transatlantici. Resta da vedere come Starmer e il suo governo affronteranno le sfide future, ma la speranza è che possano inaugurare un periodo di maggiore stabilità e cooperazione.
Riflessioni e considerazioni
La vittoria del Partito Laburista rappresenta dunque non solo un cambiamento politico, ma anche un momento di riflessione per la società britannica. L’affermazione di una famiglia ebraica a Downing Street è un segnale di inclusività e progresso, dimostrando come la diversità possa arricchire il tessuto sociale e politico di una nazione. Tuttavia, questo cambiamento porta con sé anche delle sfide. La comunità ebraica, sebbene abbia accolto positivamente la vittoria di Starmer, mantiene una vigilanza costante contro l’antisemitismo, consapevole che le parole devono essere seguite da azioni concrete.
Il ritorno della comunità ebraica al Partito Laburista non è solo simbolico, ma rappresenta un atto di fiducia verso un leader che ha dimostrato impegno e determinazione nel combattere l’odio e i pregiudizi. Questo riavvicinamento è una vittoria per la giustizia e l’uguaglianza, e un monito per tutti i partiti politici: il rispetto e la dignità umana non sono negoziabili.
Starmer, con le sue radici nella classe operaia e la sua esperienza come pubblico ministero, porta una prospettiva unica al ruolo di Primo Ministro. La sua capacità di navigare tra le complessità del diritto e della politica, unita alla sua empatia personale per le tradizioni ebraiche, potrebbe rivelarsi una combinazione vincente per un governo che aspira a unire piuttosto che dividere.
In questo contesto, la politica estera del Regno Unito potrebbe vedere un nuovo corso. La posizione ferma di Starmer a favore di Israele e contro il terrorismo è un indicatore di come il nuovo governo potrebbe affrontare le tensioni internazionali. Tuttavia, l’equilibrio tra supporto incondizionato e diplomazia cauta sarà cruciale per mantenere la stabilità in Medio Oriente e per la credibilità del Regno Unito sulla scena globale.
La comunità ebraica, e più in generale tutti i cittadini del Regno Unito, guardano con attenzione e speranza a questa nuova fase della politica britannica, con l’auspicio che possa portare stabilità, progresso e giustizia per tutti.