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Meta aggiorna la sua politica di moderazione per “sionista” usato nei discorsi d’odio online contro ebrei e israeliani

di Pietro Baragiola
Martedì 9 luglio Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha annunciato un aggiornamento che rimuoverà tutti i post che utilizzano la parola “sionista” e i suoi derivati come proxy per prendere di mira ebrei o israeliani.

L’azienda, fondata da Mark Zuckerberg, ha dichiarato di aver apportato il nuovo aggiornamento in linea con la sua politica di lunga data che impone il divieto di attacchi rivolti a caratteristiche personali come la nazionalità, la razza o la religione.

Il termine “sionismo” è associato al movimento politico iniziato nel XIX secolo, volto a creare uno Stato nazionale per il popolo ebraico. Tuttavia, durante la conferenza stampa di martedì, Meta ha affermato che “pur non esistendo un vero consenso globale su ciò che le persone intendono quando usano la parola ‘sionista’, oggi viene spesso utilizzata per rivolgersi ad ebrei e israeliani in modo dannoso e dispregiativo”.

Un esempio di ciò sta nel fatto che lo scorso aprile il comitato di ammissione della Columbia University ha dichiarato di aver bandito dal proprio campus un leader del gruppo studentesco propalestinese dopo che lo studente in questione aveva affermato con orgoglio la frase “i sionisti non meritano di vivere”.

“Queste affermazioni, purtroppo, tendono a diffondersi rapidamente nel mondo dell’online, come d’altronde abbiamo visto negli ultimi mesi” hanno affermato i vertici di Meta. “Così, per porre ufficialmente un freno all’odio dilagante, abbiamo deciso di rimuovere i contenuti che si rivolgono ai ‘sionisti’ con paragoni disumanizzanti, inviti a fare del male e negazioni dell’Olocausto.”

La decisione di Meta

Durante la conferenza di martedì, Meta ha dichiarato di aver riflettuto per diversi anni sul come affrontare al meglio la questione del termine “sionista”, avendone discusso con attenzione ai suoi annuali policy forum.

“Prima di prendere questa decisione abbiamo consultato 145 esperti esterni che rappresentano la società e il mondo accademico in Medio Oriente, Africa, Israele, Nord America, Europa, America Latina e Asia” ha affermato Meta. “Questo gruppo di esperti comprendeva scienziati, politici, storici, studiosi di diritto digitale e civile e sostenitori della libertà di espressione.”

La nuova policy entrerà in vigore su Facebook e Instagram con il prossimo aggiornamento, ben nove mesi dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Nove mesi in cui gli episodi di antisemitismo online sono saliti a record mai visti prima, secondo i dati raccolti dalle piattaforme gestite da Meta.

Questo monitoraggio è stato svolto principalmente dall’organizzazione tecnologica israeliana CyberWell che, attraverso strumenti di intelligenza artificiale e open source, ha fornito a Meta un’analisi accurata sulla frequenza del termine ‘sionista’ in sostituzione alla parola ‘ebreo’, aiutando così l’azienda a prendere una decisione finale in merito alla situazione.

“Una cosa è certa: quella di Meta è stata una decisione ponderata” ha dichiarato il fondatore e direttore esecutivo di CyberWell, Tal-Or Cohen Montemayor. “Riconoscendo la natura fobica dell’abuso del termine ‘sionista’, inteso a diffondere bigottismo e paura, Meta sta proteggendo attivamente sulle sue piattaforme un gruppo minoritario di utenti che attualmente stanno vivendo la peggiore ondata di odio mirato dai tempi dell’Olocausto. Siamo grati ai nostri partner di Meta per aver compiuto questo passo e speriamo che altre piattaforme seguano il loro esempio.”

La lotta all’antisemitismo online

La nuova politica di Meta è stata elogiata anche da diverse organizzazioni ebraiche, tra cui StopAntisemitism, Campaign Against Antisemitism, European Jewish Congress e l’American Jewish Committee.

Anche il Congresso Ebraico Mondiale (WJC), che ha recentemente lanciato l’Istituto per la Tecnologia e i Diritti Umani per affrontare l’antisemitismo online, ha applaudito la decisione di Meta considerandola un passo davvero significativo nella lotta all’antisemitismo online.

“Il team di Meta sta prendendo una posizione coraggiosa contro coloro che cercano di mascherare il loro odio per gli ebrei” ha dichiarato il presidente del WJC, Ronald S. Lauder. “Apprezziamo che l’azienda abbia ascoltato le testimonianze delle comunità ebraiche con cui lavoriamo e siamo convinti che questo cambiamento contribuirà a creare uno spazio digitale più sicuro per tutti.”

I vertici di Meta hanno confermato che questo nuovo aggiornamento è solo l’inizio. “In futuro intendiamo rimuovere tutti i contenuti che utilizzano il termine “sionismo” e “sionista” quando non riguardano esplicitamente il movimento politico ma invece utilizzano stereotipi antisemiti che invitano all’intimidazione o alla violenza diretta contro gli ebrei e gli israeliani nascondendosi dietro un finto pretesto politico.”

In questi giorni il team dell’azienda di Zuckerberg sta analizzando anche i dati emersi dallo slogan filopalestinese “dal fiume al mare”, cercando di stabilire se la frase possa essere considerata o meno un incitamento all’odio in quanto viene spesso usata in relazione all’eliminazione di Israele. In tal caso, i vertici di Meta troveranno una nuova soluzione per regolamentare anche questa citazione e le altre a lei affini.