di Redazione
È morto. È morto l’ennesimo soldato in un conflitto senza fine: il sergente maggiore Valeri Chefonov, 33 anni, è l’ultima vittima della tensione perpetua in Medio Oriente. Riservista della 228a brigata “Alon” di Netanya, Chefonov è stato ucciso mercoledì durante un attacco di droni lanciato da Hezbollah dal Libano verso la Galilea occidentale, colpendo anche l’area vicina a Kabri.
Il gruppo terroristico ha rivendicato l’attacco dichiarando di aver preso di mira una postazione dell’esercito israeliano. Gravemente ferito, Chefonov è stato portato in ospedale in condizioni critiche, dove è stato dichiarato morto poco dopo.
Secondo quanto riportato dal direttore del pronto soccorso, il dott. Khaled Atallah, al Jerusalem Post, «Il ferito è stato portato con ferite da schegge nella parte superiore del corpo, mentre sul campo iniziavano le operazioni di rianimazione avanzata. Al suo arrivo, è stato ricoverato nel reparto d’emergenza, dove abbiamo continuato le operazioni di rianimazione e in seguito, purtroppo, abbiamo dovuto constatarne il decesso».
La morte di Chefonov è stata ufficialmente confermato dall’IDF questa mattina e alle 11 locali è stato sepolto nel cimitero militare di Netanya.
Le televisioni hanno mostrato le immagini di una casa e di due auto danneggiate nell’attacco a Kabri. La zona, sottoposta a continui attacchi transfrontalieri da parte di Hezbollah, non è stata evacuata. Come riportato dal Times of Israel, Kenny, un residente del kibbutz settentrionale, ha raccontato a Channel 12 che stava guidando verso sud con la moglie quando sono suonate le sirene di allarme. Dopo essersi fermati e messi al riparo in casa, hanno visto il loro veicolo distrutto da un impatto diretto.
«Abbiamo sentito le sirene, un sacco di sirene, e tre o quattro colpi, il che è raro per Kabri. Abbiamo deciso di fermarci. Ho spento la macchina e siamo corsi dritti in casa. Nel giro di un minuto c’è stato un boato enorme e abbiamo potuto vedere dalla casa che la macchina era distrutta. È stata un’esplosione fortissima», ha raccontato. «È dura da digerire, molto dura – ha ribadito a sua volta la moglie Ronit –. È un miracolo». Ormai, scampare pericoli di questa portata è da considerarsi un evento insperato.
La coppia ha dichiarato che anche la facciata della loro casa è stata danneggiata dall’attacco dei droni. L’attacco è avvenuto circa un’ora dopo che diversi presunti droni erano stati abbattuti dalle difese aeree dell’Alta Galilea, mentre le sirene risuonavano nel nord di Israele per tutta la mattinata, avvisando dell’arrivo del fuoco proveniente dal Libano.
La fotografia di Valeri Chefonov, un bel giovane dal volto sorridente, spezzato nel fiore degli anni, rappresenta ancora un tragico monito della crudeltà della guerra e delle innumerevoli vite innocenti che continua a mietere.