Antisemitismo online: cresce del 400% il sostegno ad atti terroristici e violenza contro gli ebrei

Mondo

di Redazione
Un nuovo rapporto sull’antisemitismo online, pubblicato questa settimana dal Movimento per la lotta all’antisemitismo in rete (FOA) e dall’Organizzazione sionista mondiale, rivela uno sviluppo preoccupante dal 7 ottobre. Il rapporto evidenzia un aumento del 400% del sostegno ad atti terroristici e dell’incitamento alla violenza contro gli ebrei. Lo riporta il sito i24news.

Lo studio evidenzia non solo un aumento quantitativo degli episodi e dei contenuti antisemiti, ma anche un’allarmante trasformazione qualitativa. L’antisemitismo “classico”, caratterizzato dal degrado, sta gradualmente lasciando il posto a inviti diretti alla violenza fisica contro gli ebrei o Israele. Se in precedenza solo il 4,5% dei contenuti antisemiti online incitava alla violenza fisica, questa percentuale è salita al 18%.

Il rapporto confronta anche l’efficacia delle diverse piattaforme nel combattere questi contenuti d’odio. YouTube si distingue per aver rimosso il 45% dei contenuti segnalati come antisemiti, mentre X (ex Twitter) ne ha rimosso solo il 6,82%.

È stato osservato un fenomeno particolare: l’uso crescente del termine “sionisti” nei forum antisemiti, spesso utilizzato in sostituzione delle parole “ebrei” o “Israele”. Questa retorica, che presenta il sionismo come un’ideologia colonialista e di conquista, viene utilizzata per giustificare gli attacchi a Israele presentandoli come un atto politico legittimo.

Di fronte a queste sfide, il Movimento per la lotta all’antisemitismo online ha accolto con favore le recenti modifiche alla politica di Meta (Facebook) sui contenuti di odio. Le nuove linee guida vietano l’uso di stereotipi antisemiti, minacce, incitamento alla violenza contro i sionisti e paragoni disumanizzanti.

Tomer Aldubi, amministratore delegato del Movimento, sottolinea l’importanza di queste misure: “I social network, che riuniscono più persone di qualsiasi altro Paese, devono dare l’esempio. Questa politica rappresenta un passo morale cruciale che dovrebbe guidare le nostre decisioni sociali e politiche. È imperativo che i governi e le istituzioni adottino approcci simili per combattere ogni forma di contenuto d’odio”.

Racheli Baratz, responsabile dell’antisemitismo presso l’Organizzazione sionista mondiale, avverte delle conseguenze dell’inazione: “Il legame tra i discorsi d’odio online e la violenza fisica è diretto. La normalizzazione dell’odio sui social network può avere conseguenze tragiche nel mondo reale. Dobbiamo intraprendere un’azione concertata, a livello diplomatico ed educativo, per arginare questa marea di incitamento all’odio contro gli ebrei e Israele”.