Addio a Roberto Herlitzka: il mattatore del cinema e teatro italiano, interprete di Aldo Moro in “Buongiorno, notte”

di Pietro Baragiola

Il mondo del teatro e del cinema italiano è in lutto per la scomparsa di Roberto Herlitzka, il celebre attore piemontese morto mercoledì 31 luglio all’età di 86 anni.

Nel corso della sua carriera, Herlitzka ha lavorato con i più grandi maestri della regia italiana e internazionale, da Paolo Sorrentino a Lina Wertmüller, primeggiando sui palchi teatrali, negli sceneggiati televisivi e persino sul grande schermo con più di 60 film.

“Era un numero uno assoluto, principe del teatro e del cinema, un gigante” afferma il regista Marco Bellocchio. “Roberto non recitava, parlava.”

Tra i suoi più grandi successi ricordiamo Pasqualino Settebellezze (1975) a fianco di Giancarlo Giannini, Oci Ciornie (1987) con Marcello Mastroianni e La grande bellezza (2013) con Toni Servillo.

Abile trasformista e mattatore della recitazione, ha vinto numerosi riconoscimenti come il premio Ubu, il Premio Flaiano, il Premio Gassman e il Premio Pasinetti. La sua storica interpretazione di Aldo Moro nel film Buongiorno, notte (2003) gli è valsa il David di Donatello e il suo primo Nastro d’argento nel 2004.

Una vita interamente dedicata all’arte della recitazione, premiata con il Nastro d’argento alla carriera nel 2013.

 

La vita di Roberto Herlitzka

Roberto Herlitzka è nato a Torino il 2 ottobre del 1937. Suo padre, Bruno, era un ebreo emigrato con la famiglia da Brno, in Cecoslovacchia, per riiniziare la sua vita nel capoluogo piemontese.

Nel 1939 Bruno, separato dalla madre di Roberto e sposato in seconde nozze con la pittrice Giorgina Lattes, è scappato in Argentina per non essere perseguitato dalle leggi razziali, tornando solo diversi anni dopo la fine della guerra per trasferirsi definitivamente a Roma. Qui, Roberto lo ha raggiunto subito dopo gli studi per iscriversi all’Accademia nazionale d’arte drammatica e iniziare la sua carriera d’attore.

Sulla decisione di non scegliere un nuovo cognome d’arte, cambiando il proprio, Roberto ha sempre commentato così: “lo so che è difficile da scrivere ma mi ricorda da dove vengo. Inoltre, quella ‘K’ in mezzo mi ricorda un po’ Kafka.”

Uscito dall’Accademia, Herlitzka ha dominato il mondo del teatro dal 1960 al nuovo secolo, coprendo un repertorio che si estende dai tragici greci a William Shakespeare, da Ibsen a Molière a Čechov. È stato diretto da registi del calibro di Luca Ronconi, Orazio Costa, Antonio Calenda, Luigi Squarzina e dal premio Oscar Lina Wertmüller che lo ha introdotto al mondo del cinema nel 1973 con Film d’amore e d’anarchia.

Herlitzka ha acquisito notorietà grazie al ruolo dell’ambiguo Milton in Un certo Harry Brent (1970), lanciandosi poi nel mondo degli sceneggiati Rai con La Certosa di Parma (1982), La Piovra 7 (1995), Boris (2007) e Il nome della rosa (2019).

L’incontro con Marco Bellocchio ne Il sogno della farfalla del 1994 ha buttato le basi per quello che sarà il ruolo culmine della sua carriera: il personaggio di Aldo Moro in Buongiorno, notte del 2003. Negli anni successivi Herlitzka torna a dividere il set con Bellocchio grazie a progetti come Sangue del mio sangue (2015) e Fai bei sogni (2016) e continuerà a recitare fino al 2022, anno in cui ha donato la voce a Luigi Pirandello in Leonora addio di Paolo Taviani.

 

Condoglianze per l’attore

In molti hanno voluto dedicare un pensiero alla memoria dell’attore, i cui funerali si sono tenuti venerdì 2 agosto nella chiesa di San Saturnino a Roma.

“Roberto Herlitzka è stato un impareggiabile attore, sottile, penetrante, essenziale. Il pubblico della Rai lo ha conosciuto e apprezzato in diverse fasi della storia del servizio pubblico. Prove sempre diverse che si fanno ricordare per la sua grande duttilità e maestria nell’interpretazione dei personaggi” ha affermato la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati.

“Personalmente lo ammiravo moltissimo” ha dichiarato Bellocchio. “Ci intendevamo perché aveva, oltre al talento di attore, una capacità piuttosto rara: era protagonista sul set e sul palco, ma fuori dalla scena era un normalissimo, riservato signore.”

Chi lo conosceva bene dice che il maestro si è ‘lasciato andare’ dopo che due mesi prima, lo scorso 2 giugno, aveva perso la moglie Chiara Cajoli, con cui era stato sposato per più di 50 anni.

Roberto e Chiara si erano conosciuti all’Accademia d’Arte Drammatica, entrambi appassionati di recitazione anche se “lei ha smesso quasi subito perché non si piaceva come attrice”, come spiegò Herlitzka durante la sua intervista rilasciata al giornale Il Garantista. Infatti, dopo aver partecipato a film come Luisa Sanfelice (1963), La donna di quadri (1968) e Nucleo centrale investigativo (1974), Chiara si è ritirata dallo schermo, dedicandosi interamente al marito.

“A Chiara mi uniscono interesse e passioni” ha dichiarato Herlitzka in un’intervista a Corso Italia 7. “È fondamentale amarsi, amare le stesse cose e aiutarsi a vicenda. Ci unisce anche l’amore per la musica e per il teatro, che lei ama ancora più di me. Senza di lei sono perso.”

L’agenzia Nce, che ha rappresentato Herlitzka nel corso della sua carriera, ha voluto dare il suo ultimo saluto alla coppia in un post di addio sul proprio profilo Instagram:

Ciao Roberto, stai raggiungendo la tua amata Chiara e noi non ti dimenticheremo mai. Abbiamo avuto l’onore e il piacere di rappresentare un gigante dello spettacolo ed una persona davvero unica, gentile e immensa e non avremmo mai voluto dare questa notizia. È un dolore troppo grande. Fai buon viaggio.