Addio a Susan Wojcicki: la forza dietro Google e YouTube che ha rivoluzionato il mondo digitale. E non solo.

Personaggi e Storie

di Marina Gersony

Susan Diane Wojcicki, una donna che forse non tutti conoscevano, ma il cui impatto ha plasmato il mondo moderno, è scomparsa prematuramente all’età di 56 anni. Icona della tecnologia e una forza trainante nel settore della comunicazione online, Wojcicki è stata una delle personalità più influenti del nostro tempo. Ex CEO di YouTube dal 2014 al 2023, è stata tra le prime a intuire il potenziale esplosivo di Google, entrando a far parte del team nel 1999 come responsabile marketing. Forbes l’ha più volte inserita tra le 100 donne più potenti del mondo, posizionandola al sesto posto nel 2017.

 

L’ultima battaglia: la lunga lotta contro il cancro

La notizia della morte di Susan Wojcicki avvenuta venerdì scorso, ha scosso profondamente la comunità tecnologica e il mondo intero. Dopo una lotta di due anni contro un tumore ai polmoni, Susan ha detto addio ai suoi cari, lasciando un vuoto incolmabile. Suo marito, Dennis Troper, ha condiviso il doloroso annuncio su Facebook: «È con profonda tristezza che condivido la notizia della scomparsa di Susan Wojcicki. La mia amata moglie da 26 anni e madre dei nostri cinque figli ci ha lasciato oggi dopo due anni di convivenza con un tumore polmonare non a piccole cellule». (Non-small-cell lung cancer NSCLC).
La scomparsa di Susan, statunitense con cittadinanza polacca, segue di pochi mesi la tragedia della morte del loro figlio Marc, deceduto a marzo a soli 19 anni a causa di un’overdose di droga. Il giovane è stato trovato privo di sensi nel dormitorio del campus dell’Università della California, Berkeley. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori. Le sopravvivono il marito Dennis e gli altri quattro figli, che ora portano avanti l’eredità di una madre straordinaria.

 

Un’innovatrice con il cuore di un filantropo

Susan Wojcicki non era solo una leader nel mondo tecnologico; era una donna di grande vitalità e dedizione, come ricordano coloro che l’hanno conosciuta. Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha reso omaggio alla sua instancabile dedizione in un post sul blog: «Negli ultimi due anni, nonostante le grandi difficoltà personali, Susan si è dedicata a rendere il mondo un posto migliore attraverso la sua filantropia, incluso il sostegno alla ricerca sulla malattia che alla fine le ha tolto la vita».

L’inizio: un garage e una visione

La storia di Susan Wojcicki è indissolubilmente legata a quel famoso garage a Menlo Park, in California, che affittò nel 1999 agli amici Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google. All’epoca, Google era poco più di una start-up, e quel garage – un modesto e sgangherato spazio di periferia pagato 1.700 dollari al mese – divenne il primo quartier generale della futura gigante del web. È in quei mesi che nacque il mito del “Google Garage”, un simbolo degli inizi umili ma determinati, che accomuna Google ad altri colossi come Apple e Microsoft.

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Un’eredità radicata nella cultura ebraica

Nata il 5 luglio 1968, Susan Wojcicki era profondamente legata alle sue radici ebraiche, ereditate dai suoi nonni materni, immigrati ebrei russi. Suo nonno, Franciszek Wójcicki, fu un politico del Partito popolare e del Partito popolare polacco, eletto deputato alle elezioni parlamentari in Polonia del 1947. Sua nonna, Janina Wójcicka Hoskins, polacco-americana, era stata una bibliotecaria alla Biblioteca del Congresso, responsabile della realizzazione della più grande collezione di materiale polacco degli Stati Uniti. Questa connessione culturale ha avuto un ruolo fondamentale nella sua formazione e nel suo impegno per cause filantropiche. Secondo quanto riportato dal New York Times, ha lavorato come filantropa sostenendo con parte dei centinaia di milioni di dollari guadagnati durante la sua carriera anche la ricerca sulla malattia che le ha tolto la vita. Susan crebbe in una famiglia che valorizzava l’istruzione e la ricerca intellettuale. Sua madre, Esther Wojcicki, era una rinomata educatrice, mentre suo padre, Stanley Wojcicki, insegnava fisica all’Università di Stanford. L’influenza culturale della sua famiglia fu una costante nella sua vita, che si rifletteva nel suo impegno per la comunità ebraica e per l’educazione.
La Troper Wojcicki Foundation, creata insieme al marito Dennis Troper, ha sostenuto numerose cause, tra cui l’Oshman Family Jewish Community Center e la Gideon Hausner Jewish Day School. La dedizione di Susan verso l’educazione e l’uguaglianza di genere era in linea con il concetto ebraico di tikkun olam, ovvero “riparare il mondo”. Nonostante fosse conosciuta principalmente per il suo lavoro nell’industria tecnologica, la sua identità ebraica ha sempre guidato i suoi sforzi personali e filantropici.

 

Un impegno globale

Susan Wojcicki non ha mai smesso di promuovere la tecnologia e l’innovazione, anche al di fuori degli Stati Uniti. Nel 2014 (all’epoca era il CEO di YouTube), ha incontrato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere di collaborazioni tecnologiche tra Israele e le principali aziende della Silicon Valley. Questi incontri hanno sottolineato il suo ruolo di ponte tra mondi diversi, unendo la sua visione globale con il profondo impegno per le sue radici ebraiche.

 

Un lascito indelebile

Susan Diane Wojcicki lascia un’eredità di innovazione, determinazione e filantropia. La sua scomparsa segna la fine di un capitolo molto importante nella storia della tecnologia, ma il suo impatto continuerà a risuonare per le generazioni future. Oggi, ricordiamo non solo la donna che ha contribuito a plasmare Google e YouTube, ma anche una madre, moglie e filantropa che ha dedicato la sua vita a migliorare il mondo.