Chadad in Polonia ha organizzato un ritiro estivo per famiglie ebree ucraine

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di Francesco Paolo La Bionda
Con la guerra in Ucraina giunta ormai alla sua terza estate, il movimento Chabad in Polonia ha tenuto questo agosto un ritiro estivo di due settimane a favore di duecento ebrei ucraini, adulti e bambini, provenienti da cinque comunità ebraiche diverse, consentendo così loro di prendersi una paura temporanea dalla vita nelle zone di guerra.

I partecipanti sono arrivati da Kamianske, Sumy, Kremenchuk, Dnipro e Kiev, e l’iniziativa ha visto il coinvolgimento dei rav locali. Il programma, che si è avvalso di personale fluente nella lingua ucraina, ha previsto attività quotidiane che hanno spaziato da gite fuoriporta ad attività artistiche e artigianali a lezioni di musica e di cucina, sempre con un occhio di riguardo alla componente religiosa e spirituale. È stato attivato anche un servizio di consulenza psico-traumatologica, per supportare i partecipanti nella gestione della loro difficile condizione.

“I rifugiati ucraini devono ancora affrontare enormi sfide ogni giorno. L’estate è particolarmente difficile perché, in assenza delle scuole, la giornata dei bambini è poco strutturata e un genitore che lavora si trova di fronte alla sfida di come tenere occupato suo figlio con delle attività stimolanti. L’esperienza al ritiro che abbiamo offerto a queste famiglie non solo soddisfa i loro bisogni spirituali e comunitari, ma offre loro un’importante pausa dalle difficoltà quotidiane”, ha dichiarato il direttore di Chabad in Polonia, rav Sholom Ber Stambler.

“Crescendo, l’estate è stata la nostra occasione per sfuggire alla routine del resto dell’anno e tuffarci nello sport, nel divertimento e nello stringere nuove amicizie. A questi bambini, quest’estate ha offerto un’opportunità speciale di intraprendere un percorso educativo informale che enfatizza l’identità, l’eredità, i valori e le usanze ebraiche in modo più coinvolgente e completo”, ha aggiunto.

Un terzo del programma di quest’anno è stato finanziato da Mosaic United, un’organizzazione no-profit globale che sostiene iniziative che rafforzano i legami dei giovani ebrei con la loro identità ebraica e con Israele, in collaborazione con il Ministero israeliano degli Affari della Diaspora. Chabad in Polonia ha coperto i restanti due terzi dei costi del programma attraverso la sua rete di partner.

Dall’inizio dell’incursione russa in Ucraina, Chabad in Polonia, con sede a Varsavia, ha aperto le sue porte alla comunità ebraica ucraina offrendo rifugio, trasporto, cibo kosher, assistenza medica, assistenza finanziaria e materiale, assistenza all’infanzia, servizi educativi e sociali, attività comunitarie e assistenza amministrativa e legale a decine di migliaia di sfollati a causa del conflitto.

Prima dell’inizio del conflitto russo-ucraino, la comunità ebraica ucraina contava circa 40.000 persone, ben lontana dal picco di 2.700.000 raggiunto prima della Seconda Guerra Mondiale, mentre 200.000 persone rientravano nei criteri di eleggibilità per l’aliyah in Israele. Negli ultimi due anni, decine di migliaia di ebrei ucraini si sono uniti agli oltre 6 milioni di profughi che hanno lasciato il paese e il numero di coloro che hanno trovato rifugio nello Stato ebraico varia, secondo le stime, dai 4.000 ai 15.000.