di Nathan Greppi
Venerdì 30 agosto, un comunicato dell’AME (Associazione Medica Ebraica) ha reso noto che la Federazione internazionale delle associazioni di studenti in medicina (IFMSA in inglese), la quale “dichiara di rappresentare oltre un milione e mezzo di studenti di medicina facenti capo a 136 organizzazioni nazionali sparse nel mondo, ha deciso di sospendere per due anni la FIMS, la federazione degli studenti israeliani di medicina”.
“La decisione, ripresa nei giorni scorsi anche da quotidiani israeliani come Yedioth Ahronoth e dall’ultima newsletter di Shalom, è stata presa con una maggioranza di due votanti su tre durante la 73° assemblea generale dell’IFMSA tenutasi a Tampere, in Finlandia, il 6 agosto scorso – si legge nella nota firmata dalla presidentessa dell’AME Rosanna Supino -. La decisione secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth sarebbe stata adottata come ‘reazione al genocidio condotto da Tel Aviv a Gaza e alla mancanza di valori morali e umanitari dimostrati’”.
Scuse e giustificazioni
Per giustificare la propria decisione, l’IFMSA ha pubblicato una nota sul proprio sito in cui si dice che la sospensione sarebbe stata decisa “in vista di potenziali violazioni della Costituzione e dello Statuto dell’IFMSA nonché del suo codice di condotta”. Tuttavia, c’è scritto anche che “vista la terribile natura delle dichiarazioni contro la Federazione degli Studenti di Medicina Israeliani che comprende minacce agli studenti stessi, vessazioni e odio espressi online”. “Da queste parole”, si legge nella nota dell’AME, “sembra di capire che la mossa sarebbe stata presa per proteggere gli studenti israeliani e per prevenire violenze: è forse così che si protegge un proprio membro, mettendolo al bando? L’AME considera invece l’ostracismo adottato verso gli studenti di medicina israeliani un grave atto di esclusione che viola oltre tutto una delle raccomandazioni, rivolte a tutti i medici, insite nel giuramento di Ippocrate, che invita a “promuovere l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario”; inoltre suona veramente beffardo quanto affermato nello stesso comunicato, cioè che l’IFMSA “continuerà a sostenere i diritti e il benessere degli studenti di medicina in tutto il mondo, assicurando che la nostra Federazione rimanga un esempio di equità, diversità ed inclusione. L’AME ritiene che proprio questi principi siano alla base del comportamento etico dei futuri medici, che non dovrebbero lasciarsi condizionare dalla politica, ma invece lavorare insieme per il benessere delle società in cui vivono”.
Protesta degli studenti ebrei
Il 12 agosto, poco dopo che è stata annunciata la decisione della FIMSA, la WUJS (World Unione of Jewish Students) ha diramato un comunicato di condanna, in cui dichiarano che “questa decisione, presa senza alcuna indagine formale o presentando prove, rappresenta un inquietante e pericoloso trend di discriminazioni nei confronti degli studenti israeliani ed ebrei su scala globale”.
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Aggiungono che la decisione “non solo mette a rischio gli studenti israeliani ed ebrei, ma contribuisce anche ad alimentare un ambiente di crescente ostilità e intolleranza che potrebbe portare ad una ulteriore esclusione degli studenti ebrei da associazioni in tutto il mondo. Piattaforme professionali e accademiche non possono farsi strumentalizzare per scopi politici, specialmente quando ciò porta all’emarginazione e al vilipendio di un intero gruppo di persone sulla base della loro nazionalità o religione”.
Il comunicato del WUJS termina con una richiesta rivolta alla FIMSA di fare marcia indietro sull’esclusione degli studenti israeliani. Tra i firmatari della dichiarazione, figurano un totale di 29 associazioni studentesche ebraiche, compresa l’UGEI (Unione Giovani Ebrei d’Italia).
(Foto: gruppo di studenti dell’Ifmsa. Fonte: ifmsa.org)