All’Adeissima Berta Sinai 2024, la poesia e musica di Lucio Dalla danno un momento di serenità, con Israele nel cuore

Insider-Associazioni

di Ilaria Myr

“Cari amici, mi ha colpito come ultimamente alcuni artisti di pregio, come Leonard Cohen ed Elton John hanno reagito alle vili campagne di boicottaggio che colpiscono sovente Israele, e hanno portato con raggiante quiete il loro messaggio di musica e di pace al popolo ebraico nella sua Terra. L’armonia non solo della loro musica, ma della gioia, della gratitudine, dell’entusiasmo del pubblico parlava da sola. Israele è un Paese pieno di sogni, di amore, di desiderio di pace e vi mando questo messaggio per dirvi che io lo amo. Qui, dopo l’incredibile persecuzione nazista del grande popolo che vi era nato, esso ha ritrovato la forza di costruire e di vivere pienamente l’arte, la scienza, la medicina, l’agricoltura e purtroppo ha dovuto farlo sempre in condizioni di guerra. Spero con tutte le mie forze che giunga anche il tempo della pace e della giustizia per quel Paese, e penso che tutti debbano cominciare ad aiutare dicendo con chiarezza: è tempo di smetterla di aggredirlo con bugie e mistificazioni che ce ne danno un’immagine completamente diversa dalla realtà! Auguri, Israele, io sono con te dalla parte della verità della storia e della vita.”

Con queste parole, rivolte da Lucio Dalla agli organizzatori della manifestazione “Per la Verità, per Israele” svoltasi nell’ottobre del 2010, si è aperta, lunedì 24 settembre al Teatro San Babila, l’Adeissima Berta Sinai 2024, la serata annuale dell’ADEI-Wizo Milano, che quest’anno ha offerto al pubblico lo spettacolo-racconto Lucio c’è.

Ideato da Marcello Balestra, per anni collaboratore e amico dell’artista, Balestra ha raccontato, davanti a circa 400 persone, aneddoti vissuti a stretto contatto con Dalla, fornendo retroscena curiosi delle sue canzoni, interpretate dal vivo da un gruppo di musicisti.

Prima di entrare nel vivo dello spettacolo, la presidentessa dell’ADEI-Wizo Milano, Sylvia Sabbadini ha spiegato come l’impegno dell’associazione non si sia mai fermato dopo l’attacco del 7 ottobre, dando aiuto a tutti coloro che ne avevano bisogno nei suoi 800 centri sparsi nel paese. «Grazie al sostegno di tutti, è stato riaperto a marzo di quest’anno il centro di Sderot, la città a 2 km da Gaza colpita per prima dall’attacco del 7 ottobre, rimasta deserta per 5 mesi – ha spiegato -. E la campagna ‘Ritorno a Sderot’ aiuterà la popolazione a reinsediarsi e riprendere una vita il più possibile normale».

Sabbadini ha poi ricordato la solitudine vissuta dall’associazione dopo il 7 ottobre, quando tutte le organizzazioni femminili hanno ignorato o addirittura negato gli stupri e le violenze subite dalle donne israeliane. «In questi 11 mesi siamo state spinte fuori dalla tenda delle organizzazioni femminili, che hanno creduto a tutte le donne tranne che a noi», ha dichiarato.

È poi salito sul palco Ido Fellus, 24 anni, di Kfar Aza, uno dei kibbutzim più colpiti dai terroristi, dove sono state uccise 64 persone e rapite altre 20, di cui ancora 5 sono in ostaggio. «Prima del 7 ottobre per me Kfar Aza era il paradiso sceso in terra, dove sono cresciuto con gli amici, che nella vita del kibbutz diventano come fratelli – ha raccontato -. Il 7 ottobre ci siamo resi conto subito che non era un ‘normale’ lancio di missili. Siamo entrati nella stanza sicura e abbiamo saputo dalla chat del kibbutz che c’erano terroristi nel kibbutz. Sono entrarti circa in 600, eravamo invasi, e siamo rimasti nella stanza senza acqua né cibo fino alle otto di sera, dalle 7 del mattino. Sono entrati anche in casa nostra, e inizialmente pensavo fossero nostri soldati, ma poi mi è stato detto da un amico nell’esercito che erano i terroristi, e che dovevamo stare in silenzio il silenzio. Solo dopo l’esercito è arrivato, e siamo stati evacuati. Fra i rapiti ci sono due miei amici-fratelli, i due gemelli Gali e Ziv Berman, che sono ancora a Gaza. Ma torneremo a Kfar Aza, e oggi, dopo avere ascoltato il mio racconto, anche voi siete parte di questa lotta».

Lo spettacolo è entrato poi nel vivo. Marcello Balestra, ex direttore artistico della Warner, ha per due ore raccontato un lato diverso di Lucio Dalla, avendo vissuto e lavorato a stretto contatto con lui. «L’ho conosciuto a 14 anni mentre lavoravo in un albergo alle Tremiti, dove alloggiava, mi ha chiesto se mi piacesse la musica, e da lì è nata questa amicizia».

Ogni canzone, magistralmente eseguita dai musicisti, con la partecipazione straordinaria di Luca Jurman, era arricchita dal racconto di Balestra sulla sua genesi, con aneddoti anche divertenti. «Avevo trovato una persona che gli somigliava moltissimo, e così è diventato il suo sosia, che veniva mandato spesso a eventi al posto suo – ha raccontato divertito -. Una volta addirittura l’ha mandato a incontrare una delegazione cinese, dicendo che sarebbe arrivato. Ma non si è mai presentato…Quindi da qualche parte in Cina qualcuno ha una foto con un finto Lucio Dalla!».

4 marzo 1943, La sera dei miracoli, Tu non mi basti mai, L’anno che verrà, Piazza Grande, Anna e Marco: questi e altri i capolavori indimenticati eseguiti e raccontati durante lo spettacolo, che ha fatto cantare e ballare i presenti, felici di potere vivere, nonostante i tempi difficili, la poesia dell’arte di un artista come Lucio Dalla.

 

(Foto: ©Queen Photo)