Israele e Corea del Sud, una relazione tra alti e bassi

Mondo

di Nathan Greppi
Quando si ragiona sul conflitto in corso tra Israele da una parte e l’Iran e i suoi proxy dall’altra, spesso ci si dimentica che esso va inquadrato in un contesto più ampio su scala globale, i cui attori spesso sono lontani dal Medio Oriente. Un esempio importante in tal senso riguarda le due Coree: infatti, così come Israele deve da sempre difendersi da vicini ostili, così anche la Corea del Sud si ritrova costantemente minacciata dalla Corea del Nord.

Se il regime comunista di Pyongyang sta intensificando la sua cooperazione militare con l’Iran dopo aver già fornito armi a Hamas, allo stesso modo le relazioni tra Seoul e Gerusalemme si sono intensificate sempre di più a partire dal 1962, quando i due paesi hanno instaurato per la prima volta relazioni diplomatiche ufficiali, arrivando a firmare nel 2022 un trattato di libero scambio. Mentre nel giugno di quest’anno, il governo sudcoreano ha stipulato un accordo con la piattaforma d’investimenti israeliana OurCrowd, per investire 80 milioni di dollari nel settore high-tech.

Per capire qual è lo stato attuale dei rapporti tra Israele e la Corea del Sud, abbiamo intervistato Myung Hyung-ju, presidente e fondatrice di KRM News, agenzia di stampa con sede a Gerusalemme che riporta notizie e approfondimenti su Israele in lingua coreana. Recentemente è venuta a Roma per una sfilata di abiti tradizionali coreani, gli Hanbok, che celebra i 140 anni delle relazioni diplomatiche italo-coreane.

Myung Hyung-ju, presidente e fondatrice di KRM News

Quali erano i rapporti tra le due nazioni prima del 7 ottobre?

Da un lato c’era molta cooperazione e ammirazione reciproca, soprattutto nel settore high-tech dove entrambi i paesi sono tra i più all’avanguardia a livello mondiale. Tuttavia, dall’altro lato il Ministero degli Esteri sudcoreano vuole mantenere buoni rapporti anche con i paesi arabi, e per questo la Corea del Sud non si sbilancia mai a favore d’Israele all’ONU.

Che cosa è cambiato invece dopo i massacri e i rapimenti di Hamas?

Subito dopo le atrocità del 7 ottobre, il paese ha mostrato una forte solidarietà nei confronti d’Israele. Ma tutto questo ha iniziato a cambiare tra novembre e dicembre 2023; da quel momento in poi, la propaganda dell’ONU e di altri enti internazionali in cui Israele viene accusato di genocidio ha iniziato ad esercitare una forte influenza anche in Corea.

Questo è il motivo per cui, siccome le notizie che come agenzia di stampa inviavamo alle principali emittenti coreane non bastavano, ho creato anche un mio canale YouTube per raccontare quello che succede davvero in Israele.

Come sono schierati i politici e l’opinione pubblica sudcoreana in merito al conflitto?

La nostra impressione è che in questo momento, in Corea circa il 60% della popolazione provi maggiori simpatie per i palestinesi. Per quanto riguarda i media, quelli mainstream riportano le notizie esattamente come la CNN e la BBC. Lascio immaginare che cosa significhi ciò.

Intervistata nel 2018 dall’agenzia di stampa “The Media Line”, lei ha spiegato che la minoranza cristiana in Corea del Sud è più vicina a Israele rispetto alla media della popolazione.

È così. In Corea del Sud, tra il 20% e il 30% circa della popolazione è composta da protestanti e cattolici, contro un 60% circa che non pratica alcuna religione e il resto che è prevalentemente buddista; e i cristiani sono quelli che si sentono più vicini a Israele. Mentre più in generale, la maggior parte dei coreani sentono parlare di Israele principalmente per l’innovazione e l’high-tech, che fanno un’impressione positiva.

Il Soon Lee, artista e co-curatrice della sfilata di Hanbok che si tiene a Roma, è un membro della Chiesa Evangelica in Corea, e sta esponendo le sue opere in varie località anche per portare la propria solidarietà al popolo ebraico. I cristiani in Corea viaggiano molto per turismo in Israele, che per loro è la Terra Santa.

La Corea del Nord è da sempre alleata dei palestinesi e dell’Iran. Quanto incide questo fattore sulle relazioni tra Israele e la Corea del Sud?

In generale, tutti coloro che in Corea lavorano nei settori della difesa e dell’innovazione sanno quanto è importante la collaborazione con Israele. Il Ministero della Difesa, in particolare, ha sempre visto grandi opportunità nella cooperazione militare con Israele, a prescindere dalle minacce rappresentate dalla Corea del Nord, dalla Cina o dalla Russia. Purtroppo, questa cooperazione è sempre più minacciata a causa dei mutamenti nell’opinione pubblica.

Benjamin Netanyahu e il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol nel 2023 (foto di Israeli Missions around the world)


A giugno, l’Università Nazionale di Seoul ha inaugurato un centro studi dedicato a Israele, nonostante le proteste filopalestinesi contro questa decisione. In generale, quanto sono diffusi i boicottaggi antisraeliani negli atenei sudcoreani?

Per il momento la situazione non è preoccupante come negli Stati Uniti. Coloro che in Corea del Sud portano avanti il BDS e le manifestazioni filopalestinesi fanno parte di un gruppo di estrema sinistra, che ha anche chiesto al governo di non vendere più armi a Israele. Si tratta di una frangia assai minoritaria, che non rappresenta la maggioranza del paese, ma riesce a fare molto rumore anche grazie alla copertura che gli offrono i media. Per questo, temiamo che nel lungo periodo potrebbero esercitare un’influenza negativa sull’opinione pubblica.

Anche per questo motivo, la comunità cristiana si sta facendo sentire molto più che in passato. Essendo molto filoisraeliani, i cristiani in Corea da silenziosi che erano hanno alzato la voce sempre di più dopo il 7 ottobre, organizzando conferenze su Israele e il sionismo e manifestazioni per chiedere la liberazione degli ostaggi.

Qualora dovesse scoppiare una crisi tra le due Coree, come dovrebbe reagire Israele?

Sarebbe terribile se ciò dovesse accadere. In ogni caso, se già la Corea del Sud ha stipulato un accordo comune sulla difesa con gli Stati Uniti e il Giappone, credo che anche Israele saprebbe fornirgli un considerevole aiuto, soprattutto negli ambiti dell’intelligence, dell’esercito e dell’aviazione.