di Redazione
L’associazione LGBTQ+ internazionale ILGA World ha annunciato questo mercoledì di non considerare più Tel Aviv come potenziale prossima sede per la conferenza del 2026 o 2027.
L’influente gruppo, come si legge del Times of Israel, non si sarebbe fermato qui, in aggiunta ha anche sospeso l’iscrizione a The Aguda l’organizzazione per la comunità LGBTQ+ di Israele, che aveva proposto la sede.
Secondo quanto citato in una dichiarazione, tale scelta è stata fatta in linea con “il rispetto della nostra costituzione”. Inoltre, il gruppo si è scusato con i rimanenti membri per la proposta di Tel Aviv: “Sappiamo che vedere l’offerta di Tel Aviv presa in considerazione ha causato rabbia e danni alle nostre comunità. Negli ultimi giorni abbiamo ascoltato e compreso il significativo e legittimo sconcerto riguardo alla candidatura di un’organizzazione membro per ospitare la Conferenza mondiale a Tel Aviv, Israele”.
Sono stati molti gli attivisti anti-israeliani ad aver manifestato il loro dissenso. Dopo il 7 ottobre la comunità LGBTQ+ mondiale si è identificata maggiormente con la causa palestinese e contro Israele. Al tempo stesso, molti ebrei LGBT+ hanno detto di sentirsi estranei e indesiderati nelle loro comunità LGBTQ+. E diversi di loro hanno riferito di essere stati esclusi dagli eventi del Pride di quest’estate.
ILGA è conosciuta per il suo forte impatto nella comunità queer nella diplomazia internazionale. Wider Bridge, gruppo LGBTQ+ pro-Israele, ha realizzato un’iniziativa intitolata Queers contro l’antisemitismo, denunciando le azioni anti-Israele di ILGA riguardo l’associazione israeliana: scelte “scandalose a inaccettabili”.
“ILGA è libera di contestare le politiche del governo israeliano o di qualsiasi altro, ma dovrebbe rivolgere tali preoccupazioni a quel governo, non emarginando e scomunicando la comunità queer di quel paese“, ha detto il gruppo Wider Bridge in una dichiarazione.
L’associazione israeliana The Aguda ha riferito di sentirsi “profondamente delusa dal fatto che ILGA abbia scelto di boicottare coloro che lavorano per i diritti LGBTQ+ e si battono per una società più giusta”. Il gruppo, fondato nel 1975, lavora anche con cittadini arabi e popolazioni di rifugiati palestinesi. Inoltre, ha anche attaccato le istituzioni israeliane per aver trasmesso nelle televisioni una campagna anti-LGBTQ+.
Su ILGA, manifestando il proprio dissenso, si è pronunciato anche il rabbino americano Jill Jacobs, direttore del gruppo mondiale per i diritti umani T’ruah : “Questa azione non fa nulla per fermare la guerra o proteggere i diritti delle persone LGBTQ+, compresi i palestinesi. Punisce solo le persone che lottano per la sicurezza e l’uguaglianza. ILGA ha affiliati in altri paesi che commettono violazioni massicce dei diritti umani. Israele non dovrebbe essere diverso”. Sull’argomento anche diversi politici americani non ebrei hanno criticato la mossa dell’associazione.