di R.I.
In occasione di Bookcity Milano il Memoriale della Shoah porta quattro diversi appuntamenti, che rientrano nel ciclo di iniziative “A/R: distruzione e ricostruzione delle democrazie” – un filone di momenti promossi dal Memoriale, che riflettono sul significato stesso di democrazia.
Il termine “democrazia” è malinteso e/o abusato da molti in molti contesti : si parla di “democrazia illiberale”, “democrazia autoritaria”, persino di “democratura”. La democrazia invece, ovviamente, non può che essere liberale e comprendere, come ci hanno insegnato, oltre che libere elezioni, liberi media , equilibrio dei poteri, indipendenza della giustizia e tutela dei diritti dei singoli e delle minoranze . Insomma, la democrazia è una ricetta che ha bisogno di molti ingredienti – forse anche della giustizia sociale , dell’eliminazione progressiva delle disuguaglianze , di un sistema educativo inclusivo.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito più volte a momenti di crisi della democrazia, durante i quali le società stesse hanno dovuto risolversi, decidere la direzione verso cui andare: deostruirsi o ricostruirsi. Ne parliamo dunque in quattro momenti diversi, ognuno con un aspetto ben preciso al proprio centro: minoranze, scienza, comunicazione, Giustizia.
Martedì 12 novembre, 19.00:
Gadi Luzzatto Voghera, Gad Lerner presentano il libro di Luzzatto Voghera “Sugli ebrei”, ed. Bollati Boringhieri. Degli ebrei si sa paradossalmente poco. Le questioni che vengono poste in pubblico o in privato sull’ebraismo, su Israele, sul sionismo dimostrano spesso un forte senso di disagio; sembra che in Occidente ci sia un profondo non-detto che produce una realtà distorta. «Gli ebrei si considerano il popolo eletto, quindi sarebbero una razza superiore?», «Si pensa che gli ebrei siano sempre in qualche modo fedeli a Israele. È vero? A tutti i costi?», «Molti ebrei, probabilmente la maggioranza, non sono religiosi e neppure sionisti. Perché non chiariscono la loro posizione?»,
«Gli ebrei si rendono conto del fastidio che provano molti che si pensano e si proclamano progressisti non antisemiti nel sentirsi definire antisemiti?», «Qual è la differenza tra un’affermazione antisemita e un’affermazione critica?», «Quanto è importante per un ebreo italiano la propria identità ebraica?».
Evento in collaborazione con Fondazione CDEC e Bollati Boringhieri.
Domenica 17 novembre, 12.00:
La Senatrice Elena Cattaneo presenta la lezione “Il metodo della scienza per la democrazia”: che la scienza e la ricerca scientifica debbano servire a supporto della collettività è un’idea ormai consolidata. Quando sono state invece utilizzate in funzione antidemocratica e discriminatoria? E quando per riportare alla normalità una ineguaglianza? Elena Cattaneo, farmacologa, ricercatrice, Senatrice a vita, ci conduce in questo percorso.
Domenica 17 novembre, 15.00:
Francesco Filippi, Antonio Carioti (Corriere della Sera), presentano “Cinquecento anni di rabbia”, ed. Bollati Boringhieri. Nel Cinquecento, l’invenzione di Gutenberg – la stampa a caratteri mobili – fu il motore inconsapevole di una rivoluzione. La capillare diffusione di fogli stampati con la nuova tecnologia a basso prezzo portò chi non aveva mai avuto accesso al potere a prendere coscienza per la prima volta di istanze comuni. La rabbia sociale che ne esplose assunse una forma nuova e organizzata, da cui scaturì la Guerra dei contadini, alla fine repressa nel sangue nel 1525. Da allora il mondo non fu più come prima; da quel momento il potere iniziò a occuparsi dei mezzi di informazione per poterli imbrigliare e rendere innocui. Cinque secoli dopo – parliamo di noi – è accaduto qualcosa di molto simile. È il 6 gennaio 2021 quando il sogno della «più grande democrazia del mondo», incredibilmente, vacilla. Una folla inferocita, composta in maggioranza da uomini bianchi, dà l’assalto al Congresso degli Stati Uniti, a Capitol Hill. La rabbia popolare di quel giorno viene incanalata e organizzata dai social media. In entrambi i casi un nuovo mezzo di comunicazione, sfuggito ai filtri del potere, porta in superficie la rabbia di chi si sente escluso dalla narrazione dominante.
Domenica 17 novembre, 18.00:
Gherardo Colombo presenta la lezione “La legge è sempre un argine?” – In un mondo ideale le norme sono conquiste giuridiche che man mano allontanano il pericolo di sopraffazione del più forte, e tutelano minoranza e maggioranza in un sistema bilanciato. Come ci ha insegnato Weimar, non è sempre stato così, e anzi possono essere ignorate, stracciate, o addirittura utilizzate proprio per ottenere l’effetto contrario. Questo non vuol dire che ogni speranza è persa, anzi, nelle norme, nella legge c’è un’importante via di Giustizia. Ne parliamo con Gherardo Colombo, giurista, magistrato, saggista.
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