Ahou Daryaei, ragazza iraniana che si è messa in. biancheria all'università per protesta

Ahou Daryaei: il gesto di ribellione che scuote l’Iran, tra il coraggio delle nuove generazioni e il sostegno a Israele

Personaggi e Storie

di Redazione
Le immagini di Ahou Daryaei, la ragazza iraniana trentenne che ha camminato mezza nuda tra la folla e nel campus universitario di Teheran, sono un pugno nello stomaco. Dopo la sua protesta solitaria, Ahou è stata brutalmente arrestata dai Basij, la polizia paramilitare attiva all’interno della prestigiosa Università islamica. Il motivo? Non indossava il velo islamico in modo corretto, provocando così la reazione violenta della Polizia Morale.

La giovane, conosciuta ora come “La ragazza dell’Università”, ha deciso di spogliarsi, rimanendo in biancheria intima davanti all’università, per poi camminare per strada sotto gli sguardi increduli dei passanti. I video della scena ripresi dai testimoni e diffusi sui social dal 2 novembre, sono diventati virali, attirando reazioni contrastanti e suscitando attenzione internazionale.

Amnesty International ha chiesto il suo rilascio immediato, preoccupata che possa subire torture. Secondo le cronache più recenti, il ministro della Scienza, della Ricerca e della Tecnologia, Hossein Simai Saraf, ha svelato che la ragazza «non ha osservato l’obbligo sul velo e ha disturbi psichici». Alcune fonti hanno invece riferito che Ahou non ha alcun problema di salute mentale, smentendo ipotesi di destabilizzazione psicologica. Cosa le accadrà adesso? Da giorni non ci sono notizie della giovane, su sa solo che è ricoverata in una casa di cura, e la sua vita potrebbe essere in pericolo.

La storia di Ahou va oltre la protesta individuale: il suo gesto è diventato un simbolo per tante ragazze iraniane che vogliono vivere senza essere costantemente sorvegliate e costrette a seguire leggi rigide e oppressive. Ahou rappresenta la voce di tutte loro, e intorno a lei si sono unite figure di rilievo come l’attrice Katayoun Riahi e l’attivista Hossein Ronaghi, che sostengono quel desiderio comune di libertà e dignità. Tra tutte spicca anche la memoria di Mahsa Amini, la giovane curdo-iraniana il cui arresto due anni fa, per essersi opposta all’hijab obbligatorio e la sua morte in custodia, hanno scatenato un’ondata di proteste in tutto l’Iran. Tuttavia, l’Iran ha continuato a sostenere rigidi codici di abbigliamento per le donne.

Giovani iraniani coraggiosi che esprimono sostegno per Israele

Le sfide al regime non si fermano qui. Alcuni giovani iraniani continuano a esprimere sostegno per Israele – un’azione quasi impensabile in un Paese dove l’opposizione a Israele è parte centrale della propaganda ufficiale. L’Organizzazione di intelligence delle Guardie della Rivoluzione ha persino lanciato un avviso, invitando i cittadini a segnalare ogni forma di supporto digitale a Israele e chiarendo che questo comportamento sarà considerato un reato.

Ma la censura non ferma i più coraggiosi. Nonostante il rischio di sanzioni penali, alcuni giovani continuano a sfidare il regime, soprattutto sui social, con conseguenze che vanno dall’arresto a pesanti ritorsioni anche contro amici e parenti. Come ha riferito Sky News nei mesi scorsi, l’hashtag #IraniansStandWithIsrael ha avuto oltre 60.000 utilizzi su X (ex Twitter) e Instagram, mentre l’hashtag rivale #IraniansStandWithPalestine è stato usato meno di 3.000 volte, secondo i dati di Talkwalker.

Questo dissenso ha avuto grande eco anche nella diaspora iraniana, che vede in questi giovani una speranza di cambiamento. La storia di Ahou e delle nuove generazioni in Iran racconta di una gioventù che, a rischio della propria vita, continua a lottare per un Paese libero, dove ci siano diritti e dignità. Una generazione che guarda al futuro, sognando un Iran diverso.

 

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