di Pietro Baragiola
Mercoledì 20 novembre Palazzo Bovara a Milano ha ospitato il 40esimo anniversario della fondazione Amici di ALYN, l’associazione benefica italiana che raccoglie fondi a sostegno dell’ALYN Hospital di Gerusalemme, uno dei leader mondiali nel campo della riabilitazione pediatrica.
L’associazione, nata nel 1984 su iniziativa di Luciana Bassi Sullam, ha organizzato negli anni numerose iniziative, promosso scambi culturali e raccolto milioni di euro che sono stati utilizzati per acquistare supporti tecnologici innovativi e per coprire i costi di centinaia di ore di fisioterapia con i massimi esperti del settore.
Oggi presidente di Amici di ALYN è l’imprenditore milanese Piergiorgio Segre, che ha sentito parlare dell’organizzazione sin da piccolo da sua madre, a sua volta una grande sostenitrice dell’ospedale.
“Siamo onorati di fare ogni giorno la nostra parte per permettere a tante persone di tornare a vivere al meglio delle loro possibilità” ha affermato Segre durante l’evento, che ha presenziato insieme alle consigliere Antonella Jarach e Sara Tedeschi Blei. “I miracoli di ALYN sono preziosi e si trovano all’esatto opposto del dolore scatenato da Hamas durante il 7 ottobre”.
Le pareti dell’ALYN Hospital sono tappezzate di targhe con i nomi dei benefattori che hanno sostenuto l’ospedale nel fornire strumenti di riabilitazione ad ogni bambino o ragazzo che ne avesse bisogno, a prescindere dalla sua etnia o religione.
“Abbiamo a cuore il rispetto di tutti i nostri pazienti” ha affermato nel corso della serata la dottoressa Maurit Beeri, direttore generale dell’ALYN Hospital. “Se loro vengono trattati tutti allo stesso modo, ricevendo il miglior trattamento possibile, iniziano a sentirsi parte di un insieme e ad abbattere le barriere tra le diverse culture. Questo è un modello di integrazione e convivenza che ci auguriamo di diffondere in tutti gli altri ospedali in Medio Oriente e nel mondo.”
La dottoressa Beeri è stata più volte riconosciuta da Forbes Israel come uno dei migliori pediatri di Israele ed è anche la vincitrice del prestigioso “Jerusalem Post Humanitarian Award”.
“Siamo davvero onorati che Maurit si sia unita a noi per celebrare il nostro 40esimo anniversario” ha affermato Segre. “La sua presenza ci testimonia che, nonostante le avversità degli ultimi tempi, siamo sulla buona strada.”
L’intervista a Maurit Beeri
Nel corso della serata abbiamo avuto il piacere di intervistare di persona la dottoressa Beeri in merito alla sua esperienza negli ultimi 25 anni con ALYN Hospital, di cui è diventata Direttore Generale nel 2011.
Come Direttore Generale dell’ALYN Hospital ha raccolto l’eredità del suo fondatore, Henry Keller, e dei numerosi medici che l’hanno gestito dopo di lui. Com’è stato il suo primo approccio con questo ruolo così importante?
Sin da subito ero, e sono tutt’ora, molto entusiasta di capitanare i nuovi cambiamenti del mondo della riabilitazione pediatrica. Forse è strano ammetterlo, ma sostengo che camminare non sia così importante: lo è, invece, permettere ai pazienti di arrivare alla destinazione che si erano prefissati di raggiungere.
Alcuni ci riescono con le proprie gambe, altri con supporti tecnologici come le moderne sedie a rotelle, ma quello che è davvero importante è guidarli perché possano comunicare e raggiungere i loro obiettivi in maniera del tutto indipendente, affinché vengano accettati come validi membri della società e possano integrarsi facilmente in essa una volta adulti.
Quando ALYN è stato fondato nel 1935 molti genitori pensavano che le disabilità dei loro figli fossero una punizione divina. Pensa che ci sia ancora questo pensiero?
Forse esistono tutt’ora alcuni rimasugli di questa mentalità ma credo, piuttosto, che sia predominante il senso di colpa nei confronti dei propri figli per averli resi così: alcuni infatti soffrono di malattie genetiche mentre altri sono rimasti disabili in seguito ad incidenti che i genitori si biasimano di non essere riusciti a prevenire.
Ritengo che sia importante far notare che, da quasi 20 anni, i parenti non nascondono più i bambini affetti da disabilità e, anzi, sono fieri di mostrare che la loro famiglia rimane unita nonostante le avversità.
Come descriverebbe il suo rapporto con l’associazione “Amici di ALYN”?
Per me non c’è termine migliore per descrivere gli Amici di ALYN se non ‘famiglia’. Quando mi sono unita all’ospedale, 25 anni fa, tutte le pareti erano già piene di targhe di volontari il cui aiuto ha permesso a numerosi medici e terapeuti di compiere enormi passi avanti nei loro trattamenti.
La sede italiana, in particolare, mi emoziona sempre di più perché i suoi membri hanno davvero a cuore sul piano personale gli sforzi che compiamo ogni giorno per regalare ai nostri giovani pazienti una vita il più normale possibile.
Certo, i fondi della ricerca medica israeliana sono di grande aiuto, ma se vogliamo garantire ottimi risultati ai nostri pazienti dobbiamo spingerci ancora oltre, e gli Amici di ALYN ci permettono di farlo.
Può parlarci di alcune delle innovazioni portate avanti dall’Ospedale e qual è la vostra idea più rivoluzionaria?
Dico sempre che il nostro progetto più importante è quello che non abbiamo ancora realizzato.
Negli ultimi anni il laboratorio PELE, il reparto tecnologico dell’ospedale che, insieme alla divisione ALYNNOVATION ha creato supporti davvero rivoluzionari come “Buddy”, un passeggino nato per accompagnare i bambini che necessitano di ventilazione cronica permettendo di trasportare tutte le attrezzature necessarie per il loro sostentamento vitale, o portapenne rotanti e strumenti di giardinaggio elettronici per i pazienti che, seppur affetti da gravi lesioni, non vogliono rinunciare alle proprie passioni.
Posso citarvi anche uno dei nostri progetti in cantiere: come sappiamo, le nuove sedie a rotelle con joystick permettono ai pazienti di muoversi in totale autonomia senza essere spinti, ma cosa succede se i nostri bambini non arrivano a toccare la manopola perché hanno solo un dito, non hanno una mano o fanno addirittura fatica a respirare?
Al momento stiamo lavorando per creare sistemi di automazione molto efficienti che permettano a questi pazienti di avere il pieno controllo con un semplice gesto, anche un respiro. Parliamo non solo di controllo sulla loro sedia a rotelle ma anche di accendere e spegnere le luci in giro per casa, cambiare canale alla tv e alzare o abbassare le tapparelle, permettendo loro di vivere una normale vita quotidiana. Sono queste le vere innovazioni di domani!
Lei ha scritto una bellissima poesia sull’importanza del tempo, specialmente dopo il 7 ottobre. Cosa rappresenta il tempo per lei e per i pazienti di ALYN?
Penso che sia fondamentale dare un significato al nostro tempo ed essere liberi di scegliere cosa fare nella vita. Il COVID ce l’ha impedito e questo impedimento è in sé una forma di ‘invalidità’.
Oggi, la guerra in Medio Oriente ha dato al tempo un’importanza ancora maggiore sia per i medici che devono guarire i pazienti e portarli di corsa nei rifugi durante i bombardamenti, sia per i civili che fuggono dagli attacchi dei terroristi.
Dopo il 7 ottobre abbiamo esteso i nostri soccorsi anche ai ragazzi evacuati dal Nord e dal Sud di Israele oltre che ai soldati feriti in combattimento.
Una cosa che ho notato e mi ha colpito particolarmente è il fatto che i soldati vogliono guarire il prima possibile per tornare sul fronte mentre i bambini non hanno questa fretta perché non sanno che cosa gli aspetta dopo la guerra e noi vogliamo dar loro tutte le chance per scoprirlo.
Come affermano i Pirkei Havot (le Massime dei Padri): “non spetta a te portare a termine il compito, ma ciò non ti rende libero di evitarlo”. Questa è una missione che porto sempre con me.
Aiutare Amici di ALYN
Dal 2022 l’associazione Amici di ALYN è diventata ufficialmente un’organizzazione di volontariato e propone sempre nuovi modi per invitare il pubblico a sostenere i suoi progetti e il lavoro dell’ALYN Hospital.
Se volete sostenere l’organizzazione ecco una serie di metodi per farlo:
- Tramite donazione libera utilizzando l’IBAN che si trova sul sito amicidialyn.it;
- Utilizzando il proprio 5×1000;
- Donando in occasione di matrimoni, compleanni, lauree, bar e bat mitzvà gratificando il festeggiato con un certificato di ringraziamento;
- Nominando ALYN tra i beneficiari del proprio testamento;
- Unendosi agli Amici di ALYN ed entrando a far parte della rete.
“Il vero miracolo di ALYN è la rete internazionale di cui facciamo parte che permette all’ospedale di continuare ad essere un luogo di straordinaria eccellenza medica aperta a tutti” ha affermato Segre durante la serata.
Negli ultimi tre anni la raccolta fondi dell’organizzazione è triplicata ma sono anche aumentate le necessità dell’ALYN Hospital che ha visto parte del suo personale richiamato nell’esercito.
“In questi tempi intendiamo rilanciare l’associazione soprattutto nel versante dei contatti per portare sempre più persone a conoscenza del lavoro di ALYN” ha spiegato il Presidente dell’organizzazione.
Oggi la pagina Facebook di Amici di ALYN supera i 20mila followers, mentre il sito racconta nei dettagli la vita in ospedale, le storie dei pazienti e come l’emergenza contro Hamas abbia condizionato tutte le attività dei terapeuti.
L’ultima campagna di Amici di ALYN ha avuto uno successo straordinario, superando in meno di un mese l’obiettivo di 40.000€ per la realizzazione del nuovo Center for Smart Technologies for Independent Living. Questa struttura altamente innovativa si occuperà di integrare il percorso di riabilitazione dei pazienti e sarà destinata sia ai giovani che ai soldati reduci di guerra.
“Le nostre innovazioni vengono sempre messe in rete per essere diffuse a livello internazionale” ha concluso Segre. “Supportare ALYN vuol dire fare un regalo al mondo intero.”