di Nathan Greppi
Dopo il 7 ottobre 2023, l’ostilità delle Nazioni Unite e di altri organismi internazionali nei confronti d’Israele è diventata sempre più evidente: l’hanno dimostrato prima le parole del segretario dell’ONU Antonio Guterres volte a giustificare gli eccidi compiuti da Hamas, poi lo scandalo sui dipendenti UNRWA che hanno preso parte agli attacchi, e più di recente il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale nei confronti di Netanyahu e Gallant.
Non tutti gli esperti sono rimasti sorpresi di fronte a questo scenario. Chi aveva già previsto in tempi non sospetti la deriva antisraeliana e antioccidentale che l’ONU avrebbe preso nel lungo periodo, e ha dedicato a questo tema il suo libro del 2004 Inside the Asylum, è l’analista americano Jed Babbin: avvocato ed ex-ufficiale dell’aeronautica, dal 1990 al 1991 è stato vice-sottosegretario alla difesa, sotto la presidenza di George H. W. Bush. Oggi scrive articoli sui temi della difesa e degli affari esteri per The Washington Times e The American Spectator.
Già vent’anni fa, lei ha criticato l’atteggiamento delle Nazioni Unite verso il terrorismo e l’Occidente. Dopo quello che è successo dal 7 ottobre in avanti, come giudica l’operato dell’ONU nei confronti di Israele e Hamas?
Come lei ha sottolineato, il comportamento dell’ONU e il ruolo dell’UNRWA nel sostenere il terrorismo sono notizie vecchie. Terroristi di vario genere vengono tollerati dall’ONU e assunti dall’UNRWA. Il comportamento di queste due organizzazioni le rende entrambe complici degli attacchi del 7 ottobre 2023, che hanno portato all’uccisione di più di 1.200 israeliani e cittadini di altre nazioni, tra cui 32 americani. L’ONU dovrebbe essere condannata fermamente per questo.
Nel libro Inside the Asylum, ho anche dimostrato come l’ONU ha permesso a Hezbollah di sventolare la sua bandiera accanto alla propria in un avamposto sul confine israelo-libanese. L’ONU è l’ancella dei terroristi che minacciano Israele.
Alcune delle recenti nomine di Donald Trump per la sua nuova amministrazione, come Mike Waltz ed Elise Stefanik, hanno aspramente criticato l’atteggiamento delle Nazioni Unite nei confronti di Israele. Come pensa che cambierà la politica degli Stati Uniti per quanto riguarda l’ONU dopo il 20 gennaio 2025?
Spero che gli Stati Uniti esercitino pressioni molto dure sull’ONU affinché interrompa i suoi legami con i gruppi terroristici. Spero anche che ridurremo drasticamente i contributi americani all’ONU, che probabilmente superano i 7 miliardi di dollari all’anno. La cifra esatta è difficile da determinare, perché i contributi sono dispersi tra le varie quote, le missioni di pace e i contributi a vari comitati delle Nazioni Unite e ad altre operazioni. Ma in ogni caso, dovrebbero essere ridotti drasticamente.
Lei ha fatto parte dell’amministrazione di Bush Sr. Negli ultimi decenni, quali sono stati i cambiamenti più significativi nelle amministrazioni repubblicane e democratiche per quanto riguarda Israele?
Da parte repubblicana, non c’è stato un cambiamento significativo. I repubblicani, almeno fino ai Bush padre e figlio, sono sempre stati buoni alleati di Israele. Trump ha fatto un ulteriore passo in avanti, e probabilmente è stato il miglior alleato che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca negli ultimi cinquant’anni. Gli Accordi di Abramo sono stati un importante sviluppo verso la pace in Medio Oriente. E poi Biden ha mollato la presa.
Sul versante democratico, il discorso di Obama al Cairo del 2009 ha allontanato i democratici da Israele, e li ha avvicinati al mondo arabo. Biden si è spinto anche oltre e ha placato l’Iran, Hamas e Hezbollah voltando le spalle a Israele. Peggio ancora, ha esercitato molta pressione per degli accordi di cessate il fuoco a Gaza e in Libano che avrebbero danneggiato gli israeliani e aiutato l’Iran.
Dopo che Trump tornerà alla Casa Bianca, in che modo pensa che il suo approccio nei confronti dell’Iran sarà diverso da quello di Biden?
Penso, e spero, che l’approccio di Trump verso l’Iran sarà molto diverso da quello di Biden. Quest’ultimo si è dimostrato assai debole nel complesso, revocando le sanzioni imposte da Trump, ignorando i proventi dell’Iran per le armi nucleari e l’acquisto di petrolio iraniano da parte della Cina. Trump, come ho scritto in un mio articolo sul Washington Times, quasi certamente reintrodurrà le sue sanzioni per esercitare la massima pressione sull’Iran. E se, come auspico, ordinerà alla CIA di fomentare la rivoluzione in Iran, potremmo essere in grado di rovesciare il regime degli ayatollah senza impegnarci in una guerra su larga scala.
Dopo il 7 ottobre, diversi campus universitari statunitensi si sono trasformati in focolai dell’antisemitismo e del BDS. Cosa pensa che dovrebbe fare l’amministrazione Trump per risolvere questo problema?
Penso che l’amministrazione Trump dovrebbe ritirare i finanziamenti federali da tutti i college e le università che hanno contribuito alle campagne che hanno alimentato l’antisemitismo e il BDS. Pam Bondi, recentemente scelta da Trump per il ruolo di procuratore generale, ha detto che i visti studenteschi di coloro che hanno preso parte a manifestazioni antisemite dovrebbero essere revocati. Già questa sarebbe un’ottima idea.