di Nathan Greppi
Il 7 dicembre, sono stati consegnati presso il Teatro dal Verme gli Ambrogini d’Oro, le massime onorificenze del Comune di Milano, a diverse personalità che si sono contraddistinte in vari settori, e che hanno in comune l’aver contribuito a rendere migliore la società in cui vivono. E già in passato, esponenti del mondo ebraico italiano o persone vicine ad esso erano state insignite di questa onorificenza: solo nel 2023, l’avevano ricevuta l’editore e imprenditore Andrea Jarach, la psicologa e pedagogista Silvia Vegetti Finzi e la Fondazione Gariwo.
Quest’anno tra i vincitori figurano Roberto Cenati, già presidente dell’ANPI di Milano e provincia e da sempre vicino alla comunità ebraica milanese, Jonathan Misrachi, presidente della squadra St. Ambroeus FC ed ex-collaboratore di Mosaico, e la cucina sociale kasher Beteavòn.
Cenati: “l’antisemitismo sta diventando sempre più pericoloso”
Cenati, che dopo quasi 13 anni ha lasciato la presidenza dell’ANPI provinciale di Milano per protestare contro l’abuso del termine “genocidio” in merito all’operazione militare israeliana a Gaza, è stato premiato perché il “suo contributo è decisivo per mantenere vivi i valori della Resistenza, della difesa della memoria e della lotta contro ogni totalitarismo e qualsiasi forma di discriminazione”.
Intervistato da Mosaico, ha dichiarato che quello della premiazione “è stato un momento di grande felicità, di grande emozione nel ricevere questo riconoscimento” per i 13 anni in cui ha svolto il suo ruolo, “dando tutto me stesso all’ANPI, ma anche alla nostra città che è medaglia d’oro alla Resistenza”. Ha affermato di averlo visto come un “contributo per mantenere vivi i valori della storia e della memoria”, nonché per il suo essersi “sempre battuto contro la deriva antisemita, che in questi ultimi tempi sta diventando sempre più pericolosa e consistente”, il che è “uno dei pericoli maggiori che la società italiana ha difronte a sé”.
St. Ambroeus FC: un premio per chi accoglie rifugiati e richiedenti asilo
Il St. Ambroeus FC è stato premiato per la sua attività sociale volta all’integrazione. 520 atleti tesserati in soli 6 anni, provenienti da 20 nazioni e 4 continenti, dal Gambia a El Salvador, fino all’Ucraina e all’Iran. La società fornisce supporto ai tesserati anche per aspetti che esulano dallo sport, come le richieste di permesso di soggiorno, la ricerca di casa e lavoro e l’assistenza sanitaria. Oggi conta 3 squadre senior, due maschili e una femminile, e una juniores, con un totale oltre 100 ragazzi che hanno così accesso alla pratica sportiva.
“Lo sport è per noi un mezzo utile a favorire l’inclusione. Il nostro obiettivo oggi è garantire continuità a un progetto che rappresenta un punto di riferimento sociale e politico per la comunità milanese”, ha dichiarato Misrachi, presidente della squadra, nato e cresciuto all’interno della Comunità Ebraica di Milano.
Beteavòn, una risorsa per i più deboli e soli
Prende il nome dalla parola che in ebraico significa buon appetito ed è la prima cucina sociale kosher in Italia. Inaugurata nel 2014, ogni settimana fornisce gratuitamente a chi ne ha bisogno pasti cucinati che vengono distribuiti nelle case, negli ospedali, negli istituti di cura e ai senzatetto per le strade. Grazie alla generosità di molti benefattori e a una rete di cinquanta volontari, che si avvicendano nelle attività di preparazione, impacchettamento e consegna, raggiunge i 1.500 pacchi a settimana, che offre senza distinzione di genere e religione. È attiva tutto l’anno, anche nei mesi estivi, durante i quali è a disposizione di un numero sempre crescente di anziani che restano soli in Città. Alla base della sua filosofia la convinzione che oltre al pasto serve fornire cibo per l’anima, per questo motivo a tutte le persone in difficoltà sociale e psicologica cerca sempre di offrire conforto e sostegno.