di Michael Soncin
Anus Mundi di Wiesław Kielar, appena ripubblicato da Giuntina, è considerato ancora oggi una delle testimonianze più impressionanti sul sistema concentrazionario nazista
Il campo era stato aperto da poco: l’orrore appena cominciato. Siamo nel giugno del 1940. Triangolo rosso, prigioniero politico. Lui, come tutti, era solo un numero, uno dei primissimi, il 290. Wiesław Kielar, assieme ad altri 727 prigionieri polacchi, faceva parte del primo convoglio di manodopera destinata ai lavori forzati. A nulla era servito il tentativo di scappare in Ungheria. Durante l’occupazione tedesca della Polonia, la Gestapo lo rinchiuderà nella prigione di Tarnow, per poi deportarlo ad Auschwitz, passando in seguito in altri campi di concentramento, tra cui Monowitz e Neuen-gamme.
Adattandosi ai lavori più disparati, infermiere, falegname, elettricista, trasportatore di cadaveri, durante i cinque anni vedrà la terribile giostra della morte crescere per estensione e atrocità. Ha visto passare donne, uomini, anziani e bambini da tutta Europa, diventando testimone di violenze indicibili, massacri, ma anche di aneddoti che parlano di speranza, amicizia e sì, anche d’amore. Non dimentica nemmeno di raccontare i deportati ebrei, incluse le orrende violenze che hanno dovuto subire le donne ebree, dimostrando loro viva empatia. Come ha mai potuto una persona sopravvivere per cinque anni, immersa nella profonda ferocia nazista? Forse è solo perché spogliata completamente della propria umanità.
Quando 85 anni fa, in seguito alla Liberazione, i cancelli vennero aperti, aveva poco più di 26 anni e pesava 39 chili. Pubblicato per la prima volta nel 1972, ritorna alle stampe una pietra miliare della letteratura del lager, arricchita dalla prefazione di Wlodek Goldkorn. Un testo non certamente conosciuto al pari di altre note testimonianze, ma proprio per questo, una ragione in più per affrontare una lettura che cattura e non stanca mai, nelle sue oltre quattrocento pagine: “Così, in modo incredibilmente semplice, diventammo numeri… E cosa fosse esattamente un campo di concentramento stavamo per scoprirlo…”.
Wieslaw Kielar, Anus Mundi, cinque anni ad Auschwitz-Birkenau, trad. Alessandro Pugliese, prefazione Wlodek Goldkorn, Giuntina, pp. 420, 22,00 euro, ebook 12,99).