In Australia, l’odio per gli ebrei e Israele raggiunge nuove vette

Mondo

di Nathan Greppi
Quando, il 16 aprile 2024, sei persone sono state uccise a coltellate a Sydney, sui social si è diffusa una bufala secondo la quale l’aggressore fosse uno studente ebreo di nome Benjamin Cohen, ripresa anche dall’emittente televisiva australiana 7News. In breve tempo però è emerso che il vero assalitore era un quarantenne di nome Joel Cauchi, ma nel frattempo l’accusa contro Cohen è stata rimbalzata su decine di migliaia di post e sdoganata anche da una grossa emittente, la quale in seguito si è scusata pubblicamente per la disinformazione veicolata. L’autore della bufala, Simeon Boikov, era un individuo che da circa un anno viveva presso il consolato russo a Sydney, e che ha chiesto asilo politico in Russia per evitare un mandato di arresto per aggressione.

Questo è solo uno dei tanti esempi che si possono fare della crescente intolleranza nei confronti degli ebrei e degli israeliani in Australia, aumentata esponenzialmente dopo il 7 ottobre e il successivo scoppio della guerra tra Israele e Hamas. Un odio che talvolta ha visto gli ebrei australiani, la cui popolazione nel 2023 ammontava a circa 117.000 persone, venire accusati per crimini che non hanno mai commesso: è successo nel novembre 2023 a Caulfield, un sobborgo di Melbourne, dove un locale di hamburger gestito da un palestinese è stato vittima di un incendio doloso. Siccome il locale si trova a breve distanza dalla zona ebraica di Melbourne, in un primo momento in molti hanno incolpato gli ebrei per l’accaduto; ciò ha portato ad una manifestazione violenta di attivisti filopalestinesi nel quartiere ebraico. Fino a che nel gennaio 2024, le autorità hanno arrestato i veri colpevoli, due giovani che non sono ebrei e non c’entrano nulla con la comunità ebraica.

Violenza e discriminazione

Questo non è stato l’unico episodio di antisemitismo avvenuto a Melbourne nell’ultimo anno: nel novembre 2023, dei manifestanti filopalestinesi hanno protestato davanti ad un albergo per impedire l’accesso ai familiari delle vittime del 7 ottobre e degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, di ritorno da un evento di sensibilizzazione organizzato dalla comunità ebraica locale. Mentre il 6 dicembre 2024, un incendio doloso ha colpito la sinagoga Adass Israel di Melbourne.

Incendio alla sinagoga Adass di Melbourne del 6 dicembre 2024

Espressioni d’odio e di ostilità si sono verificate anche in altre città australiane: il 9 ottobre 2023, appena due giorni dopo i massacri compiuti da Hamas in Israele, manifestanti pro-Palestina si sono radunati presso l’Opera House di Sydney e hanno intonato cori antisemiti come “gas the Jews”. Nella stessa città, nell’ottobre 2024 una panetteria ebraica è stata vandalizzata con dei graffiti, proprio durante Yom Kippur. E a Lakemba, un sobborgo nella zona ovest di Sydney, l’8 ottobre 2023, il giorno dopo i massacri, lo sceicco Ibrahim Daoud ha guidato una manifestazione per celebrare le violenze del 7 ottobre, da lui definito “un giorno di coraggio, resistenza, orgoglio e vittoria”.

In altri casi, a subire dei torti sono stati dei singoli individui: lo sa bene Jay Lazarus, parrucchiere ebreo residente a Perth, che prima del 7 ottobre si è messo d’accordo con una coppia lesbica della regione del Queensland per donare il proprio sperma affinché potessero avere un figlio; proprio nel settembre 2023, le due parti avevano raggiunto un accordo. Ma dopo l’inizio della guerra, come ha raccontato il parrucchiere nel gennaio successivo sul suo profilo Instagram, Lazarus ha ricevuto un messaggio dalle due donne che gli hanno spiegato di essere rimaste scosse da quello che stava succedendo in Medio Oriente, e che “non siamo in grado di gestire parti della tua identità in questo rapporto di donazione”, nel senso che non potevano accettare lo sperma di un donatore ebreo.

L’odio nelle università

Come nel resto del mondo, anche in Australia le università sono diventate il fulcro dell’ostilità contro Israele e gli ebrei: l’ha sperimentato in prima persona Milette Shamir, vicepresidente dell’Università di Tel Aviv, la quale è giunta in Australia nel marzo 2024 per un evento accademico all’Università di Sydney, dove tuttavia è stata accolta da una folla di manifestanti filopalestinesi che hanno cercato di cacciarla via, e che sono rimasti barricati a lungo nella stessa stanza assieme a lei e al suo staff.

Spesso, dietro queste proteste si nascondono realtà ambigue: nel giugno 2024, il giornale The Australian Jewish News ha rivelato che dietro l’organizzazione degli accampamenti e delle proteste filopalestinesi all’Università di Sydney vi erano membri di Hizb ut-Tahrir, un movimento islamista radicale classificato come organizzazione terroristica da numerosi paesi, e che si pone come obiettivo l’imposizione della Sharia e la restaurazione di un califfato islamico.

In alcuni casi, ci sono stati studenti che hanno fatto saluti nazisti apposta per provocare i loro compagni di corso ebrei: è successo durante il raduno annuale tenutosi online dell’ANUSA (Australian National University Students Association), quando gli studenti ebrei hanno chiesto conto all’associazione per un accampamento propal nel campus di Canberra del quale sarebbero stati tra gli organizzatori. In tale occasione, uno studente avrebbe fatto saluti nazisti e si sarebbe messo un dito sotto il naso per imitare i baffi di Hitler.

In generale, si sono notati degli avanzamenti del BDS nel paese: a metà luglio, la National Tertiary Education Union (NTEU), sindacato australiano che rappresenta i lavoratori nel settore dell’istruzione terziaria, ha tenuto un incontro per prendere in considerazione l’adesione al boicottaggio accademico e culturale d’Israele. Pur condannando gli attacchi compiuti da Hamas il 7 ottobre, hanno criticato pesantemente la risposta militare israeliana, e hanno anche chiesto al governo australiano di interrompere gli scambi commerciali e militari con Israele e di riconoscere lo Stato di Palestina.

Già da prima del 7 ottobre, non mancavano gli episodi preoccupanti negli atenei australiani: nel settembre 2022 Habibah Jaghoori, studente dell’Università di Adelaide, è stato espulso dall’associazione studentesca YouX in seguito alle proteste dell’AUJS (Australasian Union of Jewish Students), associazione giovanile che rappresenta gli studenti ebrei in Australia e Nuova Zelanda. Il motivo è dovuto al fatto che dopo aver scritto un articolo sul giornale studentesco On Dit in cui diceva “Morte a Israele” e “Gloria all’Intifada”, Jaghoori ha iniziato a minacciare pubblicamente gli studenti ebrei ad Adelaide. Un mese prima, il consiglio studentesco dell’Università di Melbourne ha votato a favore dell’adesione al BDS contro Israele.

Dati e statistiche

Secondo un documento pubblicato dall’Executive Council of Australian Jewry (ECAJ), principale istituzione ebraica del paese, tra l’ottobre 2023 e il settembre 2024 gli episodi di odio antiebraico in Australia sono aumentati del 316%. Tra i principali perpetratori, sono stati indicati estremisti sia di destra che di sinistra, oltre ad una considerevole componente di cittadini arabi e musulmani.

Julie Nathan, autrice della ricerca sull’antisemitismo in Australia per conto dell’ECAJ, ha dichiarato: “Se si pensava che il razzismo antiebraico appartenesse al passato e fosse stato sconfitto, gli ultimi 12 mesi hanno dimostrato che è stato cinicamente riattivato e alimentato per scopi politici”. Ha aggiunto che gli “attacchi fisici, verbali e di altro tipo nei confronti di individui, famiglie e comunità ebraiche continueranno a peggiorare, a meno che i governi, la polizia e altre istituzioni non mostrino un po’ di spina dorsale e intraprendano azioni decise per fermare la crescente marea di atti d’odio contro la comunità ebraica, costringendo i responsabili a rispondere delle loro azioni”.