I suoi allievi della scuola ebraica
È mancato ieri Mario Cingoli, 1943, famiglia originaria di Ascoli Piceno, ex professore di lettere alla ORT e della scuola ebraica negli anni Settanta, poi diventato docente di filosofia della storia in università statale e poi Ordinario in Università Bicocca, discepolo di Emilio Agazzi.
I suoi allievi della scuola ebraica alle superiori nel decennio Settanta lo ricordano con simpatia e stima, le sue lezioni extracurricolari su Kant e Hegel restano nella memoria collettiva come un regalo e un piccolo patrimonio inaspettato; col tempo Mario Cingoli sarebbe diventato uno specialista di Kant, Hegel e Marx, pubblicando importanti saggi e studi in merito.
Condivideva con i professori di allora, Paola Sereni, Marisa Castegnaro, Sandra Bassani e Clelia Costa, lo stesso spirito dí abnegazione verso l’insegnamento, la stessa passione e una visione dello studio come educazione allo spirito critico. Alcuni suoi studenti liceali si sono poi laureati in filosofia con lui.
I suoi studenti lo ricordano con grande affetto, che la terra gli sia lieve, Baruch Dayan HaEmet
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Mario era doppio cugino di mio papà. Nel senso che il suo papà era fratello della mamma di mio papà, e la sua mamma era sorella del papà di mio papà. Praticamente lui e mio papà erano quasi fratelli… Buon riposo, Mario, un abbraccio!
Mario se n’è andato e lascia un vuoto in tutti coloro che l’hanno conosciuto. Ha avuto coraggio e affrontato una vita non facile. Sul piano culturale ha creduto fino in fondo in ciò che studiava, anche se non più “di moda”, senza cedere a facili lusinghe. In accademia difficilmente la coerenza viene premiata. Un esempio per noi che abbiamo fatto il suo stesso lavoro. Ciao Mario
Vero, non seguire le.mode in apparenza non premia ma Mario Cingoli era circondato da stima ammirazione e affetto
Saremo i molti e molte a ricordarlo a lungo
È vero che la rigorosa fedeltà al di là delle mode in apparenza non premia ma Mario Cingoli era circondato da stima e affetto.da alliev* e collegh* Lo ricorderemo a lungo
Ci stringiamo al dolore della figlia Alessandra per perdita del papà
Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze
Caro Mario, non ci sentivamo più da molti anni, ma non ho mai dimenticato quel che ti devo per aver creduto in me, come amico e come “filosofo”, all’inizio, praticamente, di tutto. Poi la vita è quella che è, e magari allontana e crea malintesi insensati, ma il senso, dell’affetto e dell’amicizia sentita e pensata, quello non è mai venuto meno. Con parole che certo tu capirai: ciao Mario, ciao giovinezza, con un abbraccio für ewig…
Seguivo i suoi corsi su Marx, circa 45 anni fa, alla Statale. Divenni amico, poi amico di famiglia, facemmo per un po’ di anni le vacanze estive assieme con le nostre famiglie, ci consultavamo sulle scelte, si dibatteva e ci si ascoltava fraternamente.
Oggi ho perso il fratello più caro.
Ciao Mario
Per noi era un amico, al di là della appartenenza all’ ebraismo; anzi forse più vicino per appartenenza politica e per l’ impegno sociale. Giorgio e Simona
Amatissimo professore. Mi dispiace molto. Ha lasciato un grande segno in noi, suoi studenti. Devo a lui l’amore per la letteratura e… l’aver imparato a giocare a bocce. Che la terra gli sia lieve. Un abbraccio prof!
Avevi poco più di trent’anni, era il 1975-76, ci facevi lezioni extracurricolari di filosofia alle superiori della Scuola ebraica, Kant, Hegel, Marx, Engels… i pensatori che poi avresti studiato e approfondito tutta la vita. Eri assolutamente in sintonia con i nostri professori di allora, Paola Sereni, Clelia Costa, Marisa Castegnaro, Sandra Bassan, la Zambon, insegnanti che volevano allargare le nostre conoscenze e ti avevano proposto di insegnare con lezioni extra alle classi di maturità. Noi avevamo la metà dei tuoi anni e tu ci sembravi già un grande adulto: a me tu avevi aperto la testa, mi hai fatto intravvedere mondi che non conoscevo, ed è questo che in definitiva deve saper fare un bravo insegnante. Il mio primo esame – Filosofia della Storia – all’università Statale l’ho dato con te. Tutti noi studenti della Scuola ebraica ti ricordiamo perfettamente quando, con generosità e affetto, alla vigilia della maturità venisti a casa di uno di noi a darci consigli su come fare il tema. Impauriti e angosciati, pendevamo dalle tue labbra, era la notte prima degli esami. Sorridevi spesso, amavi insegnare, amavi il contatto con noi ragazzi, si vedeva, si capiva subito.
Negli anni ci siamo sempre visti, non ci siamo mai persi sebbene dopo la tua andata in pensione i nostri periodici caffè al bar si siano notevolmente diradati. Da me volevi notizie sulla comunità ebraica e sui comuni amici tuoi ex allievi che avevi conosciuto. Ricordo le tue insistenze e consigli su testi e libri che avrei dovuto leggere, testi e autori dimenticati come il Cyrano di Edmond Rostand o, ancora Laurence Durrell o Aldo Zargani ad esempio, oppure sul fatto che avrei dovuto assolutamente continuare a studiare e proseguire con i miei studi, fino al dottorato che eventualmente mi avresti voluto proporre. Avevi colto, ben prima di me, la mia curiosità e attitudine allo studio. Mi hai insegnato molto, te ne sarò sempre riconoscente.
Ciao Mario, che la terra ti sia lieve, Baruch Dayan HaEmet