Un gennaio decisamente “ebraico” al cinema, con due importanti biopic da Dylan a Simone Veil 

Spettacolo

di Roberto Zadik 

Tempo di grandi biografie al cinema: da fine gennaio arrivano nelle sale italiane due pellicole dedicate a due figure particolarmente  innovative appartenenti al mondo ebraico occidentale come il leggendario cantautore Bob Dylan e la combattiva Simone Veil sopravvissuta a ben due lager e divenuta primo presidente del Parlamento Europeo.

Riguardo al primo, l’enigmatico  Dylan, a ottantaquattro anni, il prossimo 24 maggio, torna a far parlare di sé con il nuovo A complete Unknown (Un completo sconosciuto, verso del capolavoro Like a Rolling Stone) biografia incentrata sugli anni giovanili del ribelle “menestrello di Duluth”.  Interpretata dal bravo attore trentenne Timothée Chalamet, padre francese e madre ebrea americana, la pellicola diretta da James Mangold,  si concentra sul “tradimento rock” del celebre cantautore che, dopo i primi anni dedicati al Folk alla Johnny Cash, decise di spiazzare i fan imbracciando la chitarra elettrica con testi e sonorità psichedeliche.

Basato sul libro di Ejliah Wald Il giorno che Dylan prese la chitarra elettrica (in libreria dal 10 gennaio, pp. 368, 19 euro, Vallardi editore) titolo riferito al primo concerto del “Dylan rock” il 25 luglio 1965 al Festival di Newport, il film racconta della fuga a New York di Dylan e la sua rinascita. Discepolo del guru del folk Woody Guthrie, egli decise di lasciare la vita rurale  del Minnesota in cui nacque da genitori ebrei russi, padre di origini ucraine e da parte di madre lituane, per trasferirsi nella ben più stimolante sarabanda newyorchese.

Fu proprio lì che tagliò i ponti col Folk e conobbe grandi autori come Pete Seeger interpretato da Edward Norton e la cantante Joan Baez, nei suoi panni Monica Barbaro, con cui avrà una relazione professionale e sentimentale importante. Tutto questo sarà al centro di questa pellicola che Dylan ha voluto controllare capillarmente nella sceneggiatura firmata da Mangold, e che riporterà il pubblico agli anni Sessanta con una a colonna sonora emozionante e una meticolosa rappresentazione dell’America di quel periodo così tumultuoso segnato dal pacifismo, dalla Guerra del Vietnam e dall’era hippie.

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La vita di Simone Veil, una donna nella grande storia

 

Cambiando contesto e Paese il 30 gennaio toccherà all’audace Simone Veil che sarà protagonista del biobic francese Veil La donna del secolo che verrà proiettato in anteprima mercoledì 15 gennaio allo Spazio Cinema Anteo in una serata a inviti, biglietto d’ingresso 25 euro organizzata dall’Associazione Figli della Shoah.

La pellicola diretta da Olivier Dahan racconta la parabola di una donna forte come Simone Jacob, questo il nome prima del matrimonio con Antoine Veil che, sopravvissuta prima al lager di Auschwitz e poi a quello di Bergen Belsen, decide di dedicarsi alla politica e ai grandi problemi della Francia nella lotta alle ingiustizie. Ebrea laica, profondamente identitaria ma non praticante, tornata in patria a diciotto anni dopo aver perso nei campi la madre che morì di tifo, ricoprì cariche politiche importanti come quelle di Ministro della Giustizia e della Salute entrando al Parlamento europeo di cui fu la prima presidente fino al 1982. Scomparsa a novant’anni, nel 2017, la Veil è stato un esempio di forza e resistenza alle difficoltà e la sua determinata personalità sarà al centro del film di Dahan che in passato ha girato un altro film su una grande donna francese come La Vie en Rose dedicato alla cantante  Edith Piaf.

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