di Esterina Dana
È una storia di dolore e amicizia quella di Sami e Piero, due giovani e spensierati adolescenti che sono stati travolti dalla più esecrabile azione messa in atto dall’essere umano: la Shoah.
Rodiota di 14 anni Sami Modiano, romano di sedici Piero Terracina, ebrei entrambi, vengono risucchiati nel vortice della Seconda guerra mondiale, vittime della crudele discriminazione operata dai nazifascisti negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Si incontrano nel terribile campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau nel 1944, hanno perso ciascuno la propria famiglia, sono soli e oppressi dalla violenza inaudita e incomprensibile che subiscono quotidianamente. In quell’ambiente dalle condizioni inumane creano un rapporto di amicizia che, nonostante le vicissitudini della loro vita, durerà oltre settant’anni.
Questo libro per ragazzi (Sami Modiano con Marco Caviglia, Così siamo diventati fratelli. L’amicizia che salvò Sami e Piero, Mondadori) è la storia di questa amicizia salvifica. Ne fa testimonianza Sami, scampato una prima volta alla morte, per un errore dei suoi aguzzini, ma grazie al quale ha incontrato Piero. Uniti dalla lingua comune e dalla giovane età, si aiutano e si proteggono: “Incontrare Piero ha fatto la differenza. Io c’ero per lui e lui per me: insieme potevamo tornare ad essere semplicemente due ragazzi”. Questa sintonia fraterna li aiuta a difendersi dall’orrore, a non crollare nell’abisso della disumanità che li trasforma in “ingranaggi della fabbrica della morte”, a parlare per non dimenticare ciò che erano prima di Birkenau, ad affrontare e a resistere alla “marcia della morte”. Ma anche dopo molti anni da quella spaventosa esperienza, il rapporto amicale con Piero Terracina è stato determinante per Sami Modiano. La scelta del primo di testimoniare per tenere viva la memoria di quanto accaduto ha salvato nuovamente Sami, tormentato dal senso di colpa di essere sopravvissuto, inducendolo a fare lo stesso, perché il mondo non dimenticasse di che cosa è capace l’uomo, e indicandogli la via per sopportare il passato e dare senso alla sua esistenza: raccontare.
Il linguaggio, semplice ma curato, racconta in modo molto efficace a un target di ragazzi quella buia pagina di storia dal punto di vista di loro coetanei.
La storia di Sami Modiano e di Piero Terracina è un invito alla fraternità e all’empatia; la loro amicizia ci rammenta che cosa voglia dire essere solidali e restare uniti nelle avversità, perché, come dice il poeta inglese John Donne, 1572 – 1631), “nessun uomo è un’isola”.
Sami Modiano con Marco Caviglia, Così siamo diventati fratelli. L’amicizia che salvò Sami e Piero, Mondadori, 2025