di Pietro Baragiola
Domenica 19 gennaio le israeliane Emily Damari, Doron Steinbrecher e Romi Gonen, precedentemente ostaggi di Hamas, sono state riportate a casa dalle loro famiglie dopo 471 giorni di prigionia a Gaza.
Questo evento è il risultato della prima giornata di cessate il fuoco tra Israele e Hamas che, secondo i nuovi accordi, durerà tre fasi e prevede la liberazione di un totale di 33 ostaggi israeliani in 42 giorni in cambio di quasi 2.000 prigionieri palestinesi.
Durante un’intervista rilasciata a Channel 12 News le tre donne hanno raccontato di aver saputo che sarebbero state liberate solo poche ore prima dello scambio.
“Eravamo spaventate a morte al punto di trasferimento, per via del gruppo di terroristi armati intorno a noi” ha spiegato Damari, aggiungendo che, durante la loro prigionia, erano state talvolta esposte a notizie televisive e radiofoniche. “Vi abbiamo sentito lottare per noi insieme alle nostre famiglie e siamo grate a tutti voi.”
Nella sera di lunedì le famiglie delle tre donne hanno tenuto una conferenza stampa presso il Centro Medico Sheba, dove le ex-prigioniere sono state trasportate in totale sicurezza, per diffondere al mondo i loro sentiti ringraziamenti per il sostegno ricevuto in questi 15 mesi di cattività.
Il “rock on” di Emily Damari
Tra i presenti alla conferenza stampa c’erano anche Tom e Mandy Damari, il fratello e la madre di Emily. “Ringrazio i soldati e i riservisti dell’IDF che hanno combattuto contro Hamas solo per darmi modo di riabbracciare mia sorella” ha affermato Tom, commosso.
Emily Damari è una ragazza di 28 anni con doppia cittadinanza israeliana e britannica. La mattina del 7 ottobre 2023 i terroristi di Hamas hanno fatto irruzione nel suo appartamento a Kfar Aza dove hanno sparato al suo cane e poi a lei mentre teneva tra le braccia l’animale morente.
Nell’attacco, Emily ha perso l’anulare e il dito medio della mano sinistra prima di essere trasportata a Gaza contro la sua volontà, dove è rimasta fino a domenica scorsa.
Le prime immagini che la famiglia ha autorizzato a pubblicare dopo il suo rilascio mostrano Emily mentre agita la sua mano fasciata durante una telefonata con il padre e il fratello, emozionata nel poter finalmente parlare con loro.
Questa foto ha fatto presto il giro del mondo e la mano di Emily è diventata un nuovo simbolo del coraggio e della resilienza israeliana.
Alcuni sostenitori digitali della ragazza hanno persino provveduto ad aggiungere delle bende all’emoji “rock on” che utilizza la stessa formazione di dita rimaste all’ex prigioniera. In risposta, la 28enne ha pubblicato un post su Instagram ringraziando il suo Paese per il sostegno che, a parole sue, le sta ‘facendo scoppiare il cuore’.
“Grazie, grazie, grazie” ha scritto la ragazza. “Sono la persona più felice del mondo semplicemente per il fatto di farne ancora parte.”
Persino la madre di Emily, Mandy, ha aggiunto questa emoji al proprio profilo X e ha postato una foto con la figlia che sorride mostrando la mano ferita senza fasciature.
Il simbolo “rock on fasciato” è stato trasformato anche in un adesivo per WhatsApp dall’artista israeliano Aviad Amergi ed oggi è si è diffuso talmente tanto da diventare un’icona al pari del nastro giallo per gli ostaggi e della frase “We Will Dance Again” utilizzata dai sopravvissuti del Supernova Music Festival.
“Esistono molti simboli di vittoria ma questo è il mio” ha twittato l’artista Nemo Shiff, accanto a diverse rappresentazioni della mano fasciata dell’ex-ostaggio. “Per me, Emily simboleggia la sopravvivenza e il coraggio contro ogni avversità.”
Secondo altri, invece, la configurazione di dita rimaste alla ragazza è ancora più simbolica perché è la stessa usata per dire “ti amo” nel linguaggio dei segni americano.
Nel suo post su Instagram Emily ha sostenuto entrambe le interpretazioni affermando: “amore, amore, amore. Sono tornata alla mia amata vita.”
Thank you to everyone in the UK and around the world who supported the campaign to bring Emily home, and for all your messages here on X. You are amazing and we love you all 🤟
94 hostages still need us🎗️💛 pic.twitter.com/nuRVj6n8tt
— Mandy Damari 🎗🤟 (@DamariMandy) January 21, 2025
Il ringraziamento di Romi Gonen
Anche la 24enne Romi Gonen ha postato su Instagram un discorso di ringraziamento verso coloro che l’hanno sostenuta mentre era prigioniera a Gaza.
“C’è vita dopo la morte” ha scritto la giovane donna sotto una foto di lei e la madre abbracciate al suo ritorno a casa. “Volevo fermarmi un attimo e ringraziare il popolo di Israele, la mia famiglia e i miei amici. Le preghiere e la forza che ci avete inviato ci hanno accompagnato per tutto il percorso e ci hanno aiutato a credere che questo incubo sarebbe finito. Ci vorrà più tempo per elaborare e ringraziare tutti. Il popolo di Israele vive e con l’aiuto di Dio continueremo a ricevere buone notizie nelle prossime settimane.”
Romi è stata rapita durante gli eventi del Supernova Music Festival dove era rimasta ferita mentre cercava di scappare. Molti dei suoi amici sono rimasti uccisi nell’attacco.
La madre della ragazza, Meirav Leshem Gonen, volto noto nella lotta al rilascio degli ostaggi, ha presenziato alla conferenza stampa di lunedì citando le famiglie in lutto e i parenti dei soldati feriti e ha colto l’occasione per offrire loro il suo pieno sostegno.
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L’invito ad agire di Doron Steinbrecher
A parlare a nome della 31enne Doron Steinbrecher durante la conferenza è stata la sorella Yamit Ashkenazi che ha voluto rassicurare sullo stato di salute della ragazza.
“Doron sta bene, sorride e stiamo iniziando ad occuparci del suo recupero” ha spiegato Yamit che, a sua volta, è sopravvissuta al massacro di Hamas del 7 ottobre nascondendosi insieme ai suoi due figli piccoli nella stanza blindata della loro casa, dove è rimasta per 21 ore senza cibo né acqua.
Su richiesta della sorella, Yamit ha letto ai presenti un messaggio scritto da Doron in cui l’ex-prigioniera invita gli israeliani a continuare a mobilitarsi per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti a Gaza.
“Uscite per le strade e fate qualcosa” ha scritto Doron. “Dobbiamo assolutamente garantire il completamento di tutte le fasi dell’accordo.”
Lunedì i portavoce di Hamas hanno confermato in una dichiarazione ufficiale che il prossimo rilascio di ostaggi si terrà sabato 25 gennaio, giorno in cui verranno liberati quattro prigionieri.
Nelle successive quattro settimane verranno rilasciati tre ostaggi ogni sabato, mentre un gruppo di 14 sarà liberato il 42° giorno del cessate il fuoco.
“Ci sono ancora 94 ostaggi a Gaza” ha concluso Yamit durante la conferenza. “Continueremo a lottare e ad andare in piazza perché tutti meritano il momento straordinario che noi abbiamo vissuto quando Doron è tornata a casa.”
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